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Ripartire anche dalle zone rosse della Sicilia ma occorre il sostegno del Governo nazionale

Antonino Lo Re

Ripartire anche dalle zone rosse della Sicilia ma occorre il sostegno del Governo nazionale

venerdì 29 Maggio 2020

Agira, Salemi, Troina e Villafrati sono le comunità che più delle altre hanno patito l’emergenza Coronavirus

PALERMO – Con l’arrivo della Fase 2 la maggior parte delle attività hanno riaperto i battenti dopo una chiusura forzata a causa del Coronavirus. E mentre le città della nostra Isola stanno cercando di tornare pian piano alla normalità, ci sono quattro comunità che più di tutte hanno dovuto rimboccarsi le maniche.

Stiamo parlando dei Comuni di Agira (Enna), Salemi (Trapani), Troina (Enna) e Villafrati (Palermo), dichiarate zone rosse e dunque alle prese con pericolosi focolai di Covid-19. Paesi che hanno subito pesanti restrizioni a causa dell’altro numero dei contagi, con la sospensione di ogni attività degli uffici pubblici, fatti salvi i servizi essenziali e di pubblica utilità, e ferree limitazioni per il transito in ingresso e in uscita.

Misure che inevitabilmente hanno messo a dura prova la tenuta economica e sociale di queste realtà, con conseguenti disagi per la consegna di beni di consumo e materiali connessi ai cicli produttivi. Non a caso le piccole imprese, gli artigiani e i commercianti rappresentano coloro che hanno pagato il prezzo più alto con gravi ripercussioni sulle attività in questione.

E come nel più classico degli effetti domino, anche gli Enti comunali entrano in questo vortice. In questo periodo, infatti, i Municipi hanno dovuto fare i conti con una notevole riduzione delle entrate tributarie, affrontando così non poche difficoltà bilanci.

Adesso, però, è necessario rialzarsi e per farlo Agira, Salemi, Troina e Villafrati si stanno organizzando, con l’obiettivo di sfruttare al meglio tutte le risorse a disposizione. “La città di Agira – esordisce il primo cittadino Maria Greco – si è sentita come liberata, anche perché siamo riusciti ad azzerare i contagi. Da oltre un mese non ci sono ricoveri e soggetti con sintomatologia grave. E questo ha migliorato l’umore dei cittadini. Tuttavia, c’è una fascia di popolazione che non ha dimenticato e mantiene atteggiamenti di massima prudenza. La cittadinanza sta dimostrando grande senso di responsabilità e soprattutto consapevolezza del grave problema che noi tutti ci troviamo ad affrontare”.

Gli fa eco il sindaco di Villafrati, Francesco Agnello, il quale si è soffermato sull’impatto sociale che ha avuto la pandemia sui propri cittadini: “Adesso il paese si sta muovendo – spiega – vuole andare avanti e le attività vogliono lavorare nuovamente. Ma questo non significa che tutto tornerà come prima. La gente non sarà in coda per andare in vacanza o seduta nei tavoli delle pizzerie. C’è tanta incertezza e la mancanza di disponibilità economiche da poter dedicare alla propria vita sociale. Non ci sono le condizioni per pensare a una fase turistica, la gente pensa ai beni di prima necessità”.

Seppur con la massima prudenza, si vuole tornare quanto prima alla vita pre Covid, come sta avvenendo a Troina dopo i numeri casi verificati all’istituto di ricovero Oasi: “Abbiamo constatato cautela – afferma il sindaco Fabio Venezia – ma anche tanta voglia di ripartire, soprattutto tra i commercianti. La stragrande maggioranza della popolazione sta continuando a rispettare le regole mantenendo alta l’attenzione”.

Il Comune di Salemi ha provato ad organizzarsi per tempo, in modo da poter programmare dettagliatamente la ripartenza: “Abbiamo sospeso i tributi locali – dice il sindaco Domenico Venuti – e gli accertamenti. Nessuna bolletta è stata emessa. Regione e Ars hanno poi dato il loro segnale, con uno stanziamento in Finanziaria in favore dei Comuni ex zone rosse. Ora attendiamo che anche lo Stato faccia la sua parte. Su questi fondi, però, bisogna fare presto: non c’è tempo da perdere. Bisogna accelerare le procedure burocratiche per consentire ai Comuni di usufruire di queste risorse, che non sono ancora nelle nostre casse, e dare ristoro alle imprese e alle famiglie”.

Risorse aggiuntive provenienti dal Governo chieste a gran voce anche dai primi cittadini di Agira e Villafrati: “Questi fondi – sottolinea Greco – ci spettano, anche sotto il profilo di giustizia ed equità. Il Governo non può operare facendo disparità di trattamento tra province del Nord e del Sud o con le altre zone rosse. Il presidente del Consiglio dovrà riconoscerci queste risorse. Noi su questa battaglia non arretreremo di un centimetro. Abbiamo avuto risposte informali, ma hanno avuto il coraggio di modificare un decreto pubblicato, dunque non possiamo fidarci delle parole”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco Agnello: “In una prima fase – conclude – i fondi erano stati stanziati per le cinque province del Nord, poi ci siamo illusi quando inizialmente i Comuni delle zone rosse erano inseriti all’interno del decreto e successivamente è arrivata una rettifica che ci ha nuovamente esclusi. Adesso, da parte del presidente Conte, pare che ci sia la volontà di aiutarci. I danni non saranno limitati solo ai quaranta giorni di isolamento, ma si faranno sentire anche nel prossimo futuro”.

Come si stanno muovendo le quattro Amministrazioni per scacciare velocemente la crisi

PALERMO – Va senz’altro sottolineato il grande lavoro messo in atto dai quattro Enti siciliani nel gestire una situazione inedita. Essere etichettati come zona rossa ha destabilizzato la cittadinanza e, come spiega Francesco Agnello, tranquillizzare tutti non è stato facile: “L’aspetto epidemiologico – dice il primo cittadino di Villafrati – i possibili contagi e non avere certezze su come sarebbe andata a finire hanno influito tanto. Forse l’aspetto che ha avuto l’impatto più grave è stato il collasso economico, poiché le aziende locali si sono trovate penalizzate. Ed è su queste che l’impatto psicologico ha avuto effetti devastanti, perché visti come possibili untori”.

Un vero dramma è stato vissuto dai cittadini di Agira, come riferito dal vertice dell’Amministrazione locale, Maria Greco, la quale ha puntato il dito sul ritardo nell’arrivo dei tamponi: “Era il primo passaggio da effettuare – spiega – al posto di prolungare le quarantene che hanno avuto ovvie conseguenze sulla libertà di movimento dei cittadini. C’è stata tanta paura e angoscia. Abbiamo vissuto un dramma”.

Dalla paura al ritorno graduale alla normalità. Quali sono le prospettive future delle ormai ex zone rosse? Il Comune di Troina punterà sul settore delle opere pubbliche: “Siamo a lavoro – dice il sindaco Venezia – per varare misure a sostegno delle attività economiche più colpite e stiamo dedicando molto impegno per far ripartire l’economia e soprattutto il settore delle opere pubbliche, con decine di cantieri che da qui ai prossimi mesi cambieranno il volto della città”.

Riapertura dei cantieri bloccati e promozione turistica anche per l’altra comunità della provincia ennese. “Da noi – aggiunge Greco – si sono svolti concerti con personaggi importanti, per esempio lo scorso anno è venuto a esibirsi Max Gazzé, giusto per citarne uno. Anche la nostra Sagra della Cassatella è molto visitata. Insomma, c’era un certo risveglio economico e culturale, ma il Covid ci ha bloccato. Abbiamo rimesso in moto i 43 cantieri che erano rimasti in sospeso nel mese di marzo. Bisognerà lavorare duramente per il rilancio turistico: Agira è una città nobile, antica e ricca di storia”.

Somme non indifferenti sono state raccolte dal Comune di Villafrati, che ha stabilito un piano per incentivare i propri cittadini a spendere negli esercizi commerciali della città. “Abbiamo attivato – spiega il sindaco Agnello – un conto dedicato all’emergenza Covid raccogliendo 12.000 euro dalle donazioni, mentre 20.000 euro li aveva individuati il Comune da risparmi derivanti dal servizio di trasporto alunni e alla mensa scolastica. Un totale di 32.000 euro che verranno spesi a vantaggio delle attività artigianali, turistiche e ricettive, bar, ristoranti, barbieri ed estetisti. Vogliamo dare priorità a queste categorie che sono state colpite maggiormente”.

“Costituiremo un bando – aggiunge – che possa prevedere un’agevolazione nell’acquisto di beni da queste attività, che andranno direttamente a vantaggio del cittadino che ne beneficerà in termini di costi e anche dell’esercizio commerciale, in quanto incentiveremo i consumi. Penseremo alla tassa sul suolo pubblico che verrà ridotta nei limiti consentiti dalla legge, cercheremo di dilazionare il pagamento dei tributi, tutto questo cercando di non portare il Comune al dissesto finanziario”.

Anche a Salemi non mancano le potenzialità per rilanciarsi e mettere alle spalle questi mesi complicati. La risalita, però, sarà dura: “Saranno – conferma il primo cittadino Venuti – mesi difficili. La Cassa integrazione in deroga, per via delle lungaggini burocratiche alla Regione, stenta a raggiungere tutti gli aventi diritto e per molte aziende il peso della crisi continuerà a farsi sentire nelle prossime settimane. Salemi, però, è una città fatta di gente abituata a rimboccarsi le maniche e a ripartire. Lo abbiamo fatto nel lontano 1968, dopo il terremoto, e lo faremo di nuovo. Ci sono tante potenzialità: dall’agroalimentare al turismo, con il nostro territorio che trasuda di storia”.

“Riprenderemo il nostro percorso – conclude – da dove è stato interrotto: valorizzazione delle eccellenze e della nostra tradizione. Punteremo sulla bellezza del nostro Borgo, inserito tra i più belli d’Italia, concretizzando le iniziative che avevamo già pensato anche nell’ambito della Rete dei castelli di Sicilia. Vogliamo essere protagonisti in quel ragionamento di recupero delle aree interne che da tempo si sta facendo avanti. Le piccole realtà interne stanno recuperando appeal non soltanto sotto il profilo estetico ma anche per una migliore qualità della vita rispetto alle grandi metropoli. Sono convinto che in questo ambito Salemi possa avere un ruolo da protagonista. Tutti insieme ce la faremo”.

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