“Per sapere quali iniziative urgenti intendano adottare per favorire l’utilizzo delle risorse europee ancora disponibili entro il 31 dicembre 2023, ritenute essenziali per il recupero dell’economia e della qualità di vita della nostra Regione”. Lontano dalle facili battute su possibili e tardivi postumi dei festeggiamenti natalizi – a riguardo va segnalato che il Pd ha sollevato dubbi sull’effettivo ritorno di immagine per la Sicilia dal concerto di fine anno che Schifani ha voluto a Catania stanziando quasi due milioni di euro –, è possibile dire che la ripresa dei lavori all’Ars nel 2025 passerà anche da risposte a domande di questo tipo.
Il quesito era stato posto due estati fa dal gruppo Sud chiama Nord, ma sarà all’ordine del giorno della seduta del 15 gennaio.
Ripresa dei lavori all’Ars, i primi casi del 2025 in sala d’Ercole
Sarà la prima del 2025 a sala d’Ercole, ma a tenere banco saranno questioni sollevate in un passato neanche così recente se si considerano i ritmi della politica: basti pensare, per esempio, che il primo firmatario dell’interpellanza dell’interrogazione sui fondi europei è Ismaele La Vardera, già da diversi mesi passato al gruppo misto dopo la rottura con Cateno De Luca. Ma si tratta soltanto di uno dei tanti atti un po’ fuori dal tempo inseriti nell’ordine del giorno.
La seduta della prossima settimana all’Ars sarà dedicata a interrogazioni e interpellanze rivolte all’assessore all’Economia o a quest’ultimo dirottate dal presidente della Regione.
Scorrendo la settantina di pagine in cui sono elencati i temi che dovrebbero essere affrontati, emerge come in tutti i casi tranne l’ultimo – un’interrogazione del Pd in materia di riaccertamento dei residui nel bilancio presentata lo scorso autunno – gli atti siano stati rivolti in origine a Marco Falcone, prima assessore all’Economia della giunta Schifani ma da giugno eurodeputato a Bruxelles. A presentarsi in aula per fornire i chiarimenti richiesti dai deputati d’opposizione sarà invece Alessandro Dagnino, chiamato a sostituire Falcone soltanto a estate ampiamente avanzata.
Dai fondi europei alla benzina
A colpire più di tutto è però l’oggetto degli atti su cui Dagnino dovrà dare risposte. I temi, infatti, in molti casi sono stati superati dai fatti nel frattempo accaduti, ma più in generale fotografano situazioni contingenti che risalgono anche a oltre un anno e mezzo fa.
Se, per quanto riguarda l’interrogazione presentata da Sud chiama Nord per sollevare la preoccupazione sull’uso delle risorse europee assegnate alla Sicilia e in scadenza a fine 2023, basta il calendario a creare un senso di straniamento; nel caso dell’interpellanza presentata dal Movimento 5 Stelle – primo firmatario il vicepresidente dell’Ars Nuccio Di Paola – sul caro carburante, è un altro elemento che salta agli occhi: nelle premesse dell’atto parlamentare con cui i cinquestelle hanno chiesto al Governo Schifani se avesse intenzione di prendere iniziative per fronteggiare i costi affrontati dai guidatori in Sicilia si legge che “dalle rilevazioni dell’Osservatorio prezzi del Ministero dello Sviluppo economico, al momento la media nazionale dei prezzi della benzina al selfservice oscilla in torno a quota 1,992 euro al litro, mentre quella del gasolio al self-service a quota 1,918 euro al litro con un trend in ascesa; sul territorio regionale, il prezzo del carburante è superiore rispetto alla media nazionale e ha superato proprio in questi giorni la quota di 2,000 euro al litro al self-service”.
Cifre che, fortunatamente, al momento non si registrano ai rifornimenti e il motivo è presto detto: l’interpellanza è stata presentata a settembre di due anni fa.
Atti su temi ormai passati al centro dell’attenzione dell’Ars
Degli atti inseriti all’ordine del giorno all’Ars, circa la metà è stata presentata nel 2023 e il resto nella prima metà del 2024.
All’interno si trova un’interrogazione del M5s dell’estate 2023 sull’erogazione dei superminimi ai dipendenti e l’affidamento di un incarico legale da parte della Società degli Interporti Siciliani. La stessa partecipata che in tempi molto più recenti è finita al centro dell’attenzione per la volontà del Governo di Schifani di disporne la liquidazione.
Il deputato Giuseppe Lombardo (Sud chiama Nord) è invece il primo firmatario di una richiesta di notizie “in merito alla situazione amministrativa e contabile dell’Azienda Siciliana Trasporti”. L’atto è stato depositato a luglio 2023, ma nel frattempo all’Ast di cose ne sono successe: dalla nomina del presidente Alessandro Virgara al caos dello scorso autunno con la revoca delle corse e il momentaneo affidamento dei collegamenti extraurbani ai privati, fino all’approvazione del piano di risanamento.
Dello stesso periodo è una richiesta di chiarimenti firmata Giovanni Burtone (Pd) sulle condizioni lavorative dei dipendenti nei centri per l’impiego. “In diverse città si stanno registrando tensioni da parte degli utenti che, in alcuni casi, hanno reso necessario l’intervento dei carabinieri per placare l’ira dei cittadini”, si legge nelle premesse di un atto che ha già il sapore delle cronache storiche.
Fare minutaggio
In calce a parte delle interrogazioni che saranno esaminate il 15 gennaio si legge un rimando all’articolo 140, comma 5 del regolamento interno dell’Ars. Prevede che “per lo svolgimento delle interrogazioni con richiesta di risposta orale, il Governo anticipa al primo firmatario il testo scritto della risposta che fornirà all’interrogazione entro novanta giorni dalla ricezione della stessa”.
Tuttavia la prassi vuole che le risposte vengano date anche in aula dall’assessore di turno. Inevitabile chiedersi quale sia l’utilità di questa attività parlamentare, specialmente nei casi di temi superati dagli eventi. “È una prassi ormai consolidata. A che serve? Beh di certo serve a fare minutaggio e ad arricchire i dati sulla produttività dell’Assemblea”, commenta a microfoni spenti uno di coloro che conoscono il Palazzo da anni.

