Rischio idrogeologico nel Catanese, la situazione - QdS

Rischio idrogeologico nel Catanese, Comuni al lavoro per evitare nuove Ischia – VIDEO

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Rischio idrogeologico nel Catanese, Comuni al lavoro per evitare nuove Ischia – VIDEO

Giuliano Spina  |
lunedì 12 Dicembre 2022

Quanto accaduto a Ischia invita a non abbassare la guardia. Ecco la situazione in provincia di Catania, lungo la fascia costiera, e cosa stanno facendo i Comuni per la sicurezza.

La recente tragedia avvenuta nel Comune di Casamicciola, sull’isola di Ischia, in Campania, ha riacceso i riflettori sui livelli di rischio idrogeologico di provincia di Catania, nell’area compresa tra la collina di Vampolieri e il torrente Platani ad Acireale.

Quanto accaduto a Ischia fa tornare alla mente ai residenti siciliani la tragedia che colpì la frazione messinese di Giampilieri nel 2009. Adesso tra gli abitanti delle zone più a rischio torna a salire l’attenzione.

I rischi e un gli eventi del passato

Sulla collina di Vampolieri, nella zona a monte di Aci Castello e Aci Trezza, le costruzioni esistenti sono state erette su un terreno con scadenti caratteristiche geotecniche e il blocco dell’edificazione avvenuto tempo addietro non ha attutito il rischio per l’intera area.

A ciò si aggiunge anche il ruscellamento delle acque superficiali che causa i movimenti franosi. Nella zona del torrente Platani ad Acireale, il 21 settembre del 2013 morì per annegamento Giuseppe Castro.

L’amministrazione comunale acese di allora venne accusata di mancati controlli nell’urbanizzazione dei luoghi relativi al rischio idrogeologico e di aver attuato poche misure di sicurezza nel segnalare i pericoli agli automobilisti. La vicenda poi si concluse con l’assoluzione degli indagati da parte della seconda sezione penale del Tribunale di Catania.

La verità svelata dal geologo

Il geologo Salvatore Torrisi spiega ai microfoni di QdS.it le differenze tra la parte del torrente Platani e quella di Vampolieri, sottolineando come i dissesti facciano la loro parte riguardo alla pericolosità della zona assieme alle aste fluviali. Il tasso di antropizzazione del punto però è inferiore rispetto a quello di Ischia.

“La parte nord è prettamente vulcanica, mentre quella sud affiorano litotipi impermeabili superati da lave antiche”, spiega il geologo.

“La litologia è quindi diversa e nella zona di Vampolieri ci sono delle aste fluviali caratteristiche di zone impermeabili. Quell’area ha una certa pericolosità dovuta alla presenza di crolli e scivolamenti vicini alle aste fluviali. In caso di eventi intensi potrebbe erodere a causa della presenza delle strutture antropiche. A Ischia però il tasso di antropizzazione è nettamente elevato”, sottolinea ancora.

Rischio idrogeologico, come si muovono i Comuni

Da parte dei sindaci di Aci Castello e Acireale, Carmelo Scandurra e Stefano Alì, l’attenzione alla problematica per le due aree non manca.

La situazione ad Aci Castello

Scandurra sottolinea come, nonostante il vincolo per costruire, i controlli non manchino mai: “Sappiamo che ci sono difficoltà a Vampolieri. Però debbo dire che il Comune è dotato di un Piano Regolatore Generale entrato in vigore nel 2004/05. Nel 2001, quando esso fu adottato, sono scattate le norme di salvaguardia, che hanno portato a condizioni più restrittive”.

“Dalla via Stazione fino al confine con Acireale insiste un vincolo idrogeologico, che prevede l’inedificabilità assoluta in queste zone e che non sovraordinato. Occorre sempre un controllo del territorio perché l’abusivismo è perennemente dietro l’angolo”, conclude.

La situazione ad Acireale

Alì afferma come sin dal 2013 il problema sia stato mitigato, ma anche come ci sia ancora molto da fare: “Per il torrente Lavinaio-Platani a dicembre 2018 sono stati conclusi i lavori per la realizzazione delle vasche di lapidazione e da quella data non ci sono gli stessi problemi di allagamento, in particolare a Capo Mulini”.

“Gli interventi – aggiunge Scandurra – devono essere fatti più a monte e per questo assieme alla Prefettura abbiamo avviato un lavoro per realizzare un contratto di fiume, che permettesse di fare uno studio orientato a un progettazione di interventi su un’area più vasta”.

“Nella programmazione 2021/27 sono previsti dei fondi su questo tema. Non ci sono problemi di frane, ma di allagamenti e risulta necessario regimentare il corso delle acque”, conclude il primo cittadino di Acireale.

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