Ristoranti e bar chiusi, danni anche per il settore agricolo - QdS

Ristoranti e bar chiusi, danni anche per il settore agricolo

Roberto Pelos

Ristoranti e bar chiusi, danni anche per il settore agricolo

venerdì 15 Gennaio 2021

Intervista al presidente etneo di Coldiretti, Passanisi: “Crescono i flussi nei mercati di Campagna amica, ma le restrizioni sul settore Horeca hanno comportato un calo degli ordini”

Quali sono le difficoltà che il settore agricolo sta affrontando in provincia di Catania a causa della pandemia? E in che modo il comparto sta reagendo alla crisi economica innescata da quella sanitaria? A queste domande risponde Andrea Passanisi, presidente provinciale di Coldiretti, che al QdS spiega come “l’agricoltura non si sia mai fermata nonostante l’emergenza Covid”.

“Stiamo comunque attraversando una seconda ondata – sottolinea – diversa da quella dello scorso lockdown. Sicuramente allo stato attuale da parte della clientela c’è maggiore etica e buon senso nel fare la spesa e si sta evidenziando un aumento del flusso nei mercati virtuosi – spiega Andrea Passanisi -. Ad esempio nei mercati di Campagna Amica registriamo un incremento, ciò significa che c’è più attaccamento alla terra e a ciò che produce e maggiore attenzione per i prodotti a chilometro zero. Tutto questo evidenzia che siamo sulla strada giusta”.

D’altra parte riscontriamo criticità soprattutto per le aziende virtuose – prosegue Passanisi – che negli anni precedenti avevano destinato parte del commerciale sul settore Horeca (Hotel, ristoranti, catering e nel quale rientrano tra gli altri bar e pizzerie)”.

Come sottolinea il presidente di Coldiretti del capoluogo etneo, “c’è un effetto a cascata perché a causa della circostanza Covid e per le restrizioni attinenti a questo comparto, ci troviamo davanti ad un calo nelle ordinazioni”.

Per sostenere chi ha subito maggiori danni si è attivato un circuito di solidarietà tra imprese, ma questo nel lungo periodo non può essere sufficiente. “Occorre – continua Passanisi – rafforzare il settore commerciale all’ingrosso con la vendita diretta sia attraverso i mercati virtuosi che mediante i mercati tradizionali; si cerca di potenziare i rapporti con le grandi distribuzioni organizzate che prediligono il prodotto italiano e il made in Sicily. Un altro passo avanti è quello di intensificare i rapporti con l’estero anche se vive le stesse criticità. è forte la richiesta oltreconfine su determinati comparti del settore agricolo e per particolari biodiversità. Si tratta sicuramente di un’importante soluzione”.

Alternative di rilievo sono anche le piattaforme online, che ultimamente hanno fatto passi da gigante. “Quella dell’e-commerce è indubbiamente una prospettiva importante, – evidenzia – ma è anche un ambito che va conosciuto bene in tutte le sue sfaccettature: occorre conoscere il mercato e il suo meccanismo, bisogna comprendere i costi, conoscere le quotazioni; sembra banale, ma già acquisire un cliente online comporta dei costi. Serve domandarsi in che modo dobbiamo offrire i nostri prodotti. Nel web è fondamentale raccontare la nostra quotidianità, i nostri sforzi, il territorio, far toccare virtualmente con mano il prodotto al cliente del nord o estero. L’e-commerce ha senso non solo quando il prodotto viene valorizzato ma anche quando viene riconosciuto un determinato prezzo. E comunque anche il mercato online presenta le sue criticità che sono di tipo organizzativo e in termini economici; gestire logistica e clientela ha i suoi costi, per cui anche il web costituisce una valida alternativa ma, ripeto, è un ambito che necessita di conoscenza a tutto tondo”.

“Fatto sta – conclude il presidente provinciale di Coldiretti – che il comparto online sta crescendo tantissimo e, dato importante, abbiamo nel 2020 un aumento del 14% di imprese condotte dai giovani a livello nazionale, che testimonia la grande soddisfazione per le nuove generazioni nell’aprire un’azienda agricola, forse anche in questo caso in concomitanza con le problematiche legate all’emergenza Covid”.

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