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Ristorazione a Catania,“Anche il 2021 iniziato male”

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Ristorazione a Catania,“Anche il 2021 iniziato male”

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martedì 19 Gennaio 2021

A dichiararlo sono Claudio Miceli, presidente provinciale della Confesercenti dell’area metropolitana di Catania e Smeralda Di Paola, referente Fiepet Confesercenti etnea

“Uscire presto dal Covid con tutti i mezzi che abbiamo a disposizione, sia la nostra priorità sia come cittadini che come pubblici esercenti. Abbiamo già manifestato il nostro  “no”  a un braccio di ferro con le Istituzioni. Ma da parte dello Stato ci aspettiamo un cambio di passo, Senza aiuti resisteremo poco, il 40% delle aziende rischiano la chiusura”.

A dichiararlo sono Claudio Miceli, presidente provinciale della Confesercenti dell’area metropolitana di Catania e Smeralda Di Paola, referente Fiepet Confesercenti etnea.

“Il vero problema è
stato per dieci mesi il non avere avuto il sostegno necessario per fronteggiare
economicamente l’emergenza – spiega Smeralda Di Paola – Senza la sospensione dei
pagamenti di utenze e affitti ci siamo indebitati per poter andare avanti e di
questo passo, solo chi ha le “spalle larghe” potrà sopravvivere, e non più di
due-tre mesi”. “Abbiamo scelto  di non
aderire alla iniziativa #ioapro per coerenza e per senso di responsabilità. Non
è  questo il segnale che vogliamo dare,
anche perché non servirebbe e non bisogna cadere nelle provocazioni che non
portano ad alcun risultato”.   

“Abbiamo
chiuso l’anno con un calo del fatturato di almeno il 70%, i conti non tornano e i bilanci rischiano
di essere, per molti, ingestibili, mentre il 40% delle nostre attività rischia
di chiudere presto. L’anno è finito male ed è iniziato, se possibile, peggio,
con questa nuova chiusura. Adesso continuiamo a fare i conti con l’emergenza
sanitaria. Poi, post Covid-19, l’intero settore della ristorazione sarà da
ricostruire, secondo regole tutte diverse.”

“Ai
miliardi bruciati nei bilanci delle imprese, bisogna aggiungere tutte quelle
persone, dipendenti e collaboratori, che da quasi un anno sono in cassa
integrazione in attesa di poter tornare a lavorare ed a una vita vera. Il
lavoro è un diritto, sempre, anche in all’epoca del Covid-19”, commenta anche
il direttore di Confesercenti etneo Francesco Costantino.

“La
situazione è a dir poco drammatica – commenta Miceli –  e lo è ancora di più perché non c’è un
orizzonte temporale per immaginare una vera ripartenza, soprattutto duratura su
cui programmare investimenti e soprattutto progetti”.

“Gli
operatori sono davvero provati, esasperati da questa situazione confusa e allo
stesso tempo terribile, dal momento che, se non ci sono certezze sulla
ripartenza, ce ne sono molte di più per le scadenze di imposte e forniture che
non si possono rimandare o sospendere nella maggior parte dei casi – aggiunge
la responsabile Fiepet di Catania –  Chiediamo
a gran voce ristori calcolati sulle reali perdite di fatturato dell’intero 2020,
ristori veri  e non bonus una tantum,
riduzioni imposte locali e, soprattutto, chiediamo di essere trattati come le
altre categorie definite essenziali e, per questo, tutelate, anche la
ristorazione è un comparto vitale della nostra economia, della nostra cultura
del nostro essere cittadini italiani”.  

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