I due candidati hanno raggiunto la soglia dei delegati necessaria e adesso è tutto pronto per una storica rivincita a novembre
Con le vittorie ottenute nelle primarie di ieri nello stato di Washington, in Missisipi, in Georgia, alle Hawaii, alle Marianne e tra i democratici residenti all’estero Joe Biden e Donald Trump sono riusciti a superare la soglia necessaria dei delegati per ottenere la nomination a Usa 2024 nei rispettivi partiti. Biden doveva superare quota 1968 delegati, mentre per Trump il limite era stato fissato a 1215. La prossima fase prevede le convention dei rispettivi partiti:
- La convention repubblicana è prevista dal 15 al 18 luglio a Milwaukee (Wisconsin)
- La convention democratica è prevista dal 19 al 22 agosto a Chicago (Illinois)
Nonostante si debba ancora votare in diversi Stati, la campagna per le primarie può considerarsi terminata per i due candidati, che adesso dovranno concentrarsi sulle fasi successive, che in poco meno di otto mesi porteranno alle elezioni del 5 novembre, con una rivincita tra un presidente e un ex presidente che nella storia degli Stati Uniti conta pochi precedenti, l’ultimo risale a 70 anni fa, quando nel 1956 il repubblicano Dwight Eisenhower bissò la sua vittoria ai danni del democratico Adlai Stevenson.
Usa 2024, le preoccupazioni di Biden e Trump
Dopo la fase delle convention si entrerà ancora di più nel vivo delle elezioni nei mesi di settembre e ottobre, un periodo in cui è prevista la fase dei dibattiti che precederanno il voto del 5 novembre. Intanto nonostante il risultato raggiunto sia Biden che Trump hanno delle problematiche da tenere a bada dal punto di vista dei voti. L’ex presidente repubblicano nelle primarie di ieri in Georgia ha ottenuto oltre l’80% dei voti, ma il 15% della popolazione ha scelto di votare per Nikki Haley nonostante quest’ultima si sia ritirata dalla corsa. Nello specifico si tratta di oltre 60mila voti che a novembre potrebbero avere un peso specifico importante.
Non se la passa meglio Biden con un non irrilevante numero di arabo-americani che durante le primarie hanno deciso di votare “Uncommitted”, una scelta con cui l’elettore ribadisce la fedeltà ad un partito, senza però nominare un candidato specifico. Si tratta di una tendenza partita tra gli elettori democratici del Michigan, Stato in cui risiede una vasta comunità di arabo-americani, che ha manifestato una grande insoddisfazione per la politica messa in atto da Biden nei confronti del conflitto tra Israele e Hamas.
Usa 2024, Trump chiede già da adesso un “face to face” con Biden
L’obiettivo per i due candidati da ora in poi sarà quello di conquistare moderati e indipendenti, anche se Trump vorrebbe già adesso un confronto faccia a faccia con il presidente Biden prima dei tre già fissati a San Marcos (Texas) il 16 settembre, a Petersburg (Virginia) il 1° ottobre e a Salt Lake City (Utah) il 9 ottobre . “Per il bene di questo Paese e per informare gli americani su quanto sta accadendo, deve esserci immediatamente un dibattito fra il corrotto Joe e l’onesto Don. Io sono pronto in ogni momento e ovunque”, scrive il magnate sul suo social Truth.
Usa 2024, gli elogi di Trump a Hitler, Putin e Kim Jong Un
Intanto continuano a far discutere gli elogi di Donald Trump nei confronti di Adolf Hitler, che secondo il tycoon “avrebbe fatto anche cose buone”. Una frase definita “vergognosa, ma non sorprendente” da parte della campagna di Biden. Nel libro del giornalista della Cnn Jim Sciutto, l’ex capo di gabinetto del tycoon, John Kelly, ha parlato dell’ammirazione del magnate per il Fuehrer già dai tempi in cui era stato eletto alla Casa Bianca nel 2017.
Nello stesso libro non mancano nemmeno testimonianze che confermano l’ammirazione di Donald Trump nei confronti del presidente russo Vladimir Putin e del leader della Corea del Nord Kim Jong Un, considerati dal magnate come “due tipi a posto”.
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