"Bibbiano bis" a Roma, minori strappati a famiglia e collocati in istituto - QdS

“Bibbiano bis” a Roma, minori strappati a famiglia e collocati in istituto

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“Bibbiano bis” a Roma, minori strappati a famiglia e collocati in istituto

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domenica 29 Agosto 2021

Il padre ha denunciato le violenze della madre ai suoi bambini di 5 e 3 anni e, dopo aver visto il loro affidamento ai nonni, adesso vedrà il loro trasferimento in una casa famiglia.

Dall’1 di settembre i due piccoli V., 5 anni, e F., 3 anni, dovranno lasciare la casa dei nonni, dove vivono anche insieme agli zii, per essere collocati in una casa famiglia. Insieme alla madre. È la decisione che il Comune di Roma ha illustrato ai nonni, i quali sono affidatari da anni dei bambini dopo che è stata tolta la genitorialità sia al padre che alla mamma, protagonisti di una separazione conflittuale, con tanto di denunce e indagini in corso.

I bambini quindi, secondo quanto disposto con decreto del Tribunale per i Minorenni, saranno spostati dall’abitazione ‘familiare’ nella zona nord della capitale e a loro sarà anche cambiata scuola, perché possano frequentare un istituto più vicino alla casa famiglia, nel quartiere Tiburtino. Una vicenda surreale che ricorda lo scandalo di Bibbiano.

LA STORIA E LA PACE RITROVATA NELLA CASA DEI NONNI

“Una vicenda ai confini della realtà” secondo il legale dei nonni e degli zii, che ripercorrono in una nota le tappe della vicenda iniziata “dopo l’episodio dell’arrivo in pronto soccorso della piccola V. e con i bimbi affidati ai nonni paterni che all’epoca rappresentavano l’unica certezza di benessere per i piccoli. Col tempo il loro papà e la loro mamma si sono separati e il Tribunale ha tolto a entrambi la genitorialità, con il collocamento nella casa dei nonni dove, grazie anche a due zii estremamente presenti, i bambini hanno finalmente trovato un po’ di serenità e hanno trascorso 2 anni e mezzo in una villa con giardino, circondati da tanto amore e da mille attenzioni, dalla scuola allo sport, cercando di allontanare i brutti ricordi.

LE ACCUSE DI MALTRATTAMENTO ALLA MADRE CON LA QUALE I MINORI VERRANNO RICOLLOCATI

Oggi la giustizia italiana si appresta a provocare un nuovo choc a questi bambini strappandoli alla serenità che hanno raggiunto con i nonni per portarli in una casa famiglia con la madre. Ai nonni non sarà possibile neanche conoscere l’ubicazione dell’istituto e potranno vedere i nipotini solo 1 ora e mezza a settimana presso la loro abitazione dove verranno portati dai servizi sociali. I bambini passeranno quindi dall’amore di nonni e zii all’astio di una madre su cui pende un procedimento penale per maltrattamento di minori- si legge ancora nella nota del legale e della famiglia ‘coraggio’-. Passeranno da una villa con giardino a un istituto. E la scuola con gli amichetti? Cambierà anche quella”.

LA DISPERAZIONE DEL PADRE E DEI NONNI, OBBLIGATI A FARSI DA PARTE E A NON CONOSCERE NEMMENO I LUOGHI FREQUENTATI DAI PICCOLI

Tanti gli interrogativi che si pongono: “Perché la madre può usufruire di tutte queste agevolazioni? Perché al punto in cui ci troviamo la mamma sa dove saranno inseriti a scuola e il padre no? Perché nessuno pensa ai bambini, al trauma che ne avranno, all’educazione che hanno ricevuto e ai loro sentimenti, alla loro già fragile emotività? Perché, anche se richiesta, non e’ stata concessa una sospensiva all’applicazione del decreto visto anche che c’è una nuova udienza fissata per il 17 novembre?”. Domande senza risposta.

GLI APPELLI ALLE ISTITUZIONI

“Nonostante gli appelli, fatti perfino al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e al premier, Mario Draghi, è calato il silenzio assoluto delle istituzioni- dicono ancora- tutti sembrano sparire, anche la sindaca di Roma. Il silenzio del tutore nominato dal giudice un mese e mezzo fa, poi, è davvero assordante, tanto che la famiglia ha conosciuto il destino dei bambini direttamente dal Comune. Figli rubati dallo Stato a una famiglia senza motivo alcuno, senza valutare la realtà delle cose e sotto l’occhio noncurante dei servizi sociali”, il tutto, stando a quanto viene riportato, “nonostante ci siano anche evidenti episodi che hanno portato alla richiesta di ricusazione della Ctu“. Che è stata rifiutata.

“I nonni e gli zii che hanno accudito per anni con amore e impegno questi bambini- conclude la nota- sono ora costretti a lasciarli come pacchetti postali con il cuore spezzato, e non avranno coraggio neanche di guardarli in faccia per il trauma che gli faranno vivere, anche se non per colpa loro”.

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