Rossella Fiamingo, da Catania all’argento olimpico nella scherma - QdS

Rossella Fiamingo, da Catania all’argento olimpico nella scherma

Biagio Tinghino

Rossella Fiamingo, da Catania all’argento olimpico nella scherma

venerdì 24 Dicembre 2021

L’atleta si racconta al Quotidiano di Sicilia: “Ogni medaglia ha avuto un sapore diverso”. “Gap di genere, finché non partiamo alla pari la meritocrazia non sarà premiata”

CATANIA – La Sicilia, terra di eccellenze e fucina di idee, si racconta anche attraverso i suoi figli e tramite coloro che hanno avuto l’occasione di viverla. Le eccellenze siciliane sono tante e oggi, in esclusiva per il Quotidiano di Sicilia, abbiamo intervistato Rossella Fiamingo, una delle nostre campionesse della scherma. Già medaglia d’argento ai Giochi olimpici di Rio de Janeiro 2016, prima medaglia olimpica individuale nella storia della spada femminile italiana, e vincitrice per due volte consecutive delle medaglie d’oro nella spada individuale ai mondiali di scherma di Kazan 2014 e di Mosca 2015, la spadista catanese ha vinto il bronzo a squadre alle Olimpiadi di Tokyo.

Da Catania alla vittoria della medaglia d’argento ai Giochi olimpici di Rio de Janeiro, prima medaglia olimpica individuale nella storia della spada femminile italiana. Qual è il percorso che ti ha portata a questo risultato?
“Il percorso a livello senior è iniziato con la prima medaglia mondiale a squadre e con la qualificazione da giovanissima a Londra 2012. Tutto nuovo, un passaggio repentino dalla categoria under 20 (ed ero ancora under) alla categoria maggiore. Non ho accusato il colpo del cambiamento di categoria perché invece di aver paura mi gasavo. Ero in continua crescita e delle volte nemmeno io sapevo cosa stesse accadendo, surfavo su un’onda che cresceva e ci stavo comoda su un piede. Poi è arrivata la medaglia olimpica ed è arrivata la consapevolezza di tutto quello che avevo fatto prima e in quel momento! È ed è stato bellissimo…ma non è finita voglio andare sempre più in alto”.

Vivi tuttora a Catania, com’è il rapporto con la tua terra?
“Bellissimo. Adoro il mare e l’Etna: i due opposti facilmente raggiungibili, mi piace rimbalzare dalla spiaggia alla montagna. Amo i paesaggi, la natura, adoro il nostro clima e la vegetazione. Quando sono al mare esploro la costa con il sup, quando sono in montagna vado a funghi con mio padre oppure faccio delle escursioni con gli amici”.

Da piccola ti sei appassionata a questo sport, ma perchè la spada e non fioretto o sciabola?
“Ho iniziato con il fioretto, poi ho preso la spada in mano ed era difficile scegliere: per questo praticavo entrambe le specialità. Poi ha scelto il mio maestro…ha deciso di lavorare con tutto il gruppo solo con la spada. A me piacevano entrambe le armi ma, crescendo, ho capito che la spada è un’arma per le persone più pacate e riflessive e mi ci sono ritrovata!”

Qual è l’emozione più forte che ti ha regalato lo sport?
“L’aver raggiunto obiettivi più grandi dei miei sogni. Il bis mondiale non me lo sarei mai aspettata e le due medaglie olimpiche. Difficile scegliere quale abbia emozionato di più, ognuna ha un sapore diverso”.

Alle Olimpiadi di Tokyo 2020, nella gara olimpica della spada femminile a squadre, hai vinto la medaglia di Bronzo insieme alle altre spadiste azzurre Mara Navarria, Federica Isola e Alberta Santuccio. Qual è il rapporto con loro fuori dalla pedana?
“Un bel rapporto, abbiamo vinto questa medaglia perché l’abbiamo costruita insieme pezzo per pezzo. Loro mi hanno dato fiducia, io l’ho percepito e automaticamente mi sono sentita più sicura dei mie mezzi. Credo che per loro il processo sia stato lo stesso. Un’atmosfera serena e la fiducia reciproca sono le basi che ho sempre cercato all’interno della squadra e posso affermare di averla trovata! Quando si parla di chimica di squadra io penso a questo…sono contenta e orgogliosa di noi per quello che abbiamo fatto l’una per l’altra”.

Parità di genere: a che punto siamo secondo te? Il Pnrr mette a disposizione ingenti risorse ma basteranno visto che parliamo di un gap soprattutto culturale?
“Siamo ancora indietro per raggiungere la parità di genere. Finché non partiamo alla pari la meritocrazia non verrà premiata. Ci sono tante donne che meritano ma alle quali non si da spazio”.

Sei a favore delle quote rosa?
“Assolutamente si! Come dicevo prima purtroppo siamo ancora nell’era “gender-gap”, è un problema da risolvere in tanti ambiti”.

L’essere donna ha mai rappresentato un ostacolo alla tua carriera sportiva?
“Nella mia carriera da sportiva no, sono fortunata. Da atleta non sono mai stata messa da parte credo però che nello staff di molte federazioni ci siano ancora pochissime donne”.

Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?
“Mi sto preparando alla prossima gara di coppa del mondo che sarà a Doha a fine gennaio, il calendario agonistico è appena iniziato e l’obiettivo di quest’anno è essere più costante nel risultato”.

Biagio Tinghino

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