Dai comitati arriva una lista di gravi ostacoli, corrispondenti a altrettanti "diritti calpestati che limitano la libertà degli anziani ricoverati nelle strutture e dei loro familiari".
Rsa “free ma blindate”, con “totale discrezionalità delle strutture nel consentire entrate e uscite degli ospiti” e che “ostacolano l’ordinanza nazionale e quelle regionali”. Con la conseguenza che “nove incontri su 1dieci sono ancora con plexiglass e senza abbracci”. Questa la denuncia che arriva da sette comitati di familiari degli ospiti delle Rsa (Anchise, Diana Onlus, Fondazione Promozione Sociale Ets, Medicina Democratica, Open RSA Now, #RSAaperte, RSA_Unite Comitato del Trentino) nel corso della conferenza stampa “RSA tutte zona bianca: istruzioni per l’uso”, in diretta oggi su Facebook.
Dai comitati arriva una lista di gravi ostacoli, corrispondenti a altrettanti “diritti calpestati che limitano la libertà degli anziani ricoverati nelle strutture e dei loro familiari”: la totale o parziale non applicazione dell’ordinanza nazionale dell’8 maggio 2021 e il non rispetto delle disposizioni attuative regionali; le grandi disparità tra Nord, Centro, Sud e Isole; l’elevato costo dei tamponi rapidi a carico dei familiari non vaccinati in visita; il mantenimento delle stanze degli abbracci, delle pareti da contatto e del distanziamento; la negazione dei contatti fisici con i propri cari agli ospiti con deterioramento cognitivo; la mancata collaborazione tra Rsa e familiari per trovare delle soluzioni condivise.
“Noi familiari – spiegano Desiré Pantaleoni e Desiree Porretta del comitato #RSAaperte – siamo i principali stakeholder e i principali finanziatori delle strutture, pertanto reclamiamo il diritto ad essere presenti nei Cda delle Rsa con una rappresentanza significativa rispetto al numero dei consiglieri”.
Altra richiesta è che “i costi del tampone rapido, da eseguire come da ordinanza ministeriale prima di ogni visita nelle strutture – dichiara Dario Francolino, presidente del comitato Open RSA Now (Orsan) – siano a carico dei vari servizi sanitari regionali e che si possano fare nei drive-in, negli hub vaccinali o in farmacia”.
“Quanto visto nelle Rsa è una paginanon degna di un paese civile” e “questa battaglia non sarà conclusa finché non vedremo tutte le Rsa riaprire”. Perché queste strutture “non possono essere un territorio senza regole che valgono per tutti e dove i diritti sono sospesi”. Lo ha detto Sandra Zampa, consigliere del ministro della Salute e responsabile Sanità del Pd, intervenuta alla conferenza stampa “Rsa tutte zona bianca: istruzioni per l’uso”, organizzata da Open Rsa Now (Orsan). Parliamo di persone, ha detto, “a cui viene sottratto il diritto a rivedere i familiari, una violazione resa più grave dal fatto che nel frattempo il livello di sicurezza è enormemente aumentato.
Queste persone non possono pagare due volte, prima per l’insicurezza e ora perché vivono quasi sequestrate”. Dopo l’ordinanza del ministro, il protocollo messoa punto dalle Regioni, le due circolari ministeriali del 2020 e, soprattutto, la campagna vaccinale che ha raggiunto pressoché tutti gli ospiti delle Rsa, “siamo ancora costretti a ripetere che le porte si devono riaprire per lasciare entrare parenti”, ha detto l’ex sottosegretario, aggiungendo: “conduciamo insieme questa battaglia, io sono disponibile”.
Nei giorni scorsi, ha ricordato Zampa, il Ministero della Salute ha promosso un’iniziativa importante a cura della Commissione Paglia, relativa al censimento delle residenze assistenziali per anziani in Italia. “Non è giusto criminalizzare il sistema ma è giusto controllare, monitorare e far sì che sia totalmente trasparente. Grazie a questo protocollo, dovremmo in futuro avere con un click il dato su quali Rsa hanno aperto e con quali misure di sicurezza”. Nell’immediato, però, “va reso effettivo il diritto dei nostri nonni e delle nostre nonne a tornare a una vita di relazione, in sicurezza, con i propri affetti” .