Forum con Francesco Russo Morosoli, patron di Funivia dell’Etna
Un confronto su questioni strutturali e non contingenti: ospite di questo Forum con il QdS, alla presenza del vice direttore Raffaella Tregua, il patron di Funivia dell’Etna, Francesco Russo Morosoli.
Quali sono i numeri della Funivia dell’Etna?
“Facendo un riferimento all’anno del Covid, il trend di crescita è esponenziale. Non abbiamo ancora le prime proiezioni per il 2024, ma rifacendoci al 2023 possiamo affermare di aver registrato decine di migliaia di turisti lo scorso anno. Ogni anno accogliamo parecchie decine di migliaia di utenti. Restiamo in una fase di recupero”.
In che modo il cambiamento climatico sta cambiando la vostra attività?
“La stagionalità e le temperature influenzano in maniera direi quasi determinante l’attività dell’azienda. Facciamo un passo indietro: Funivia dell’Etna, come dico spesso, è double face. D’inverno è stazione sciistica, d’estate diventa stazione escursionistica. Sono due aziende completamente diverse. L’inverno appena trascorso è stato il primo, dopo tantissimi anni, in cui non abbiamo aperto neppure un giorno. Non succedeva veramente da tantissimo tempo. Chiaramente noi facciamo programmazione, abbiamo fatto la manutenzione delle piste e dei mezzi, degli impianti. La manutenzione della seggiovia è costata oltre 140 mila euro. Abbiamo fatto tutto, ma poi la neve non è arrivata. Questo se da un lato ci penalizza dal punto di vista sciistico, dall’altro ci favorisce da un punto di vista escursionistico. Le escursioni sono un core business altrettanto importante. Senza neve è più alta la temperatura, le escursioni si possono fare meglio, anche se i flussi turistici sono minori. Da anni Funivia dell’Etna ha adottato una politica di destagionalizzazione che ha portato sempre più persone”.
Cosa occorre fare per valorizzare al meglio il brand del Vulcano?
“Da anni, prima mio padre e adesso io, cerchiamo di far capire una cosa molto importante: fare un brand unico dell’Etna. Purtroppo vediamo che è utilizzata anche a sproposito per nomi di attività commerciali che poco c’entrano con il Vulcano. La parola ‘Etna’ viene sdoganata attraverso mille usi impropri, ma non riusciamo a fare sistema”.
A che punto sono i lavori per la realizzazione del Museo dell’Etna?
“Abbiamo già consolidato e ristrutturato la parte muraria della vecchia stazione e parte di quella nuova in cui nascerà il Museo. Abbiamo contattato uno studio professionale, esperto nella realizzazione di Musei e per questo pensiamo che per la fine del 2024 e l’inizio del 2025 si possa inaugurare. Racconteremo la Geogenesi del vulcano, la storia delle colate, anche quelle che purtroppo sono state distruttive, ma che allo stesso tempo destano particolare curiosità. Verrà organizzato un percorso museale che ripercorre la storia millenaria dell’Etna. Dalla nascita ad AciTrezza, al collasso del cratere principale diventato Valle del Bove, fino a oggi. Il nostro Museo dell’Etna ingloberà il cinema in 7D, che nel 2015 era la terza sala di questo genere in Italia. Attraverso occhiali stereoscopici il visitatore si troverà in mezzo all’eruzione, tra lapilli e lava”.
Ancora oggi il Parco dell’Etna è preda di incivili. In che modo secondo lei si potrebbe contrastare il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti?
“Ci sono sicuramente un paio di accorgimenti da poter adottare, che sono di competenza del Parco dell’Etna. Senza dubbio vige una grande inciviltà di base, che ci porta a ogni periodo di scampagnate a ritrovare il giorno dopo, sul giornale, la classica foto del cartello ‘Non gettare rifiuti’ con le buste di spazzatura alla base. Un cambio di rotta non è tanto una questione di competenze, ma di gestione del territorio come la intenderebbe un qualsiasi proprietario. Se ho una proprietà la controllo, la pulisco. Un deterrente per chi continua a sporcare il Parco dell’Etna potrebbe essere l’installazione di un efficiente un sistema di videosorveglianza”.
Può esserci sostegno, per progetti del genere, da parte della Città metropolitana?
“Non credo ci siano fondi”.
Il Gruppo a supporto dello sport etneo per valorizzare l’immagine del territorio
I vostri progetti non si limitano soltanto alla valorizzazione dell’Etna. Come Gruppo Morosoli avete avviato molte sponsorizzazioni delle realtà sportive catanesi meno note al grande pubblico. In cosa consiste questa vostra iniziativa?
“Con questa iniziativa proseguiamo nel solco già intrapreso in passato. La Funivia dell’Etna ha sostenuto la Volley Valley, recentemente il Catania Fc e per il secondo anno consecutivo siamo sponsor di maglia. Cioè siamo il secondo sponsor più importante. Quest’anno abbiamo sostenuto anche la Saturnia Volley in Superlega, che è il campionato più ambito in questo momento nel mondo della pallavolo. Grazie alla proposta di Catania Rossazzurra è venuta fuori questa opportunità di sostenere gli sport diversi dal calcio. Il Catania beach soccer è la Juventus del campionato di questo sport. Ma come questa, ci sono tante società vanto per Catania che sono poco conosciute e competono a livello nazionale. Attraverso la sponsorizzazione, quindi, perché non promuovere anche la possibilità di aprire l’orizzonte e valorizzare anche da questo punto di vista il territorio di Catania? Perché non ambire a fare promozione anche sociale? Funivia dell’Etna ha scelto di dare un grande aiuto alle società che, di riflesso, aiuta la città di Catania”.
Hospitality e ristorazione tra i business più importanti
Abbiamo visto quali sono le vostre principali attività. Possiamo adesso tentare di fare una panoramica anche dei versanti meno noti in cui operate?
“La parte più produttiva è sicuramente la Funivia. Poi abbiamo anche i servizi per il turismo, come il trasporto a mezzo bus, che ora parte anche da piazza Duomo per portare i visitatori fin sull’Etna. Abbiamo, per esempio, Crateri Express, un unico biglietto che offre tutto il necessario per partire da Catania verso i Crateri Silvestri. Un altro business importante è quello legato al settore dell’hospitality, attraverso svariate strutture b&b, aparthotel. Abbiamo venti chalet a Linguaglossa, più precisamente nel Castello a Linguaglossa. Vi è poi un isolotto all’interno della Baia delle Sirene, che è la baia accanto dell’Isola Bella di Taormina. La ristorazione è la quinta voce più importante: all’Alcantara apriremo presto un altro ristorante. Infine, occorre citare anche le attività di vendita di merchandising e souvenir e l’immobiliare”.