Ne parla il direttore dell'Unità operativa di Ostetricia e ginecologia dell'ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa, Giuseppe Scibilia.
Prevenzione fondamentale per combattere l’incidenza di alcune malattie. Per altre, invece, risulta più difficile ed è bene anticipare il più possibile l’insorgenza tenendo sotto controllo il corpo. In caso di tumori, la prevenzione risulta l’arma migliore per intercettare la malattia prima che questa faccia la sua comparsa.
Meglio prevenire che curare
Il direttore dell’Unità operativa di Ostetricia e ginecologia dell’ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa, Giuseppe Scibilia, traccia alcuni comportamenti da assumere per evitare che si debba arrivare alla fase chirurgica in caso di tumore. Che ha tante implicazioni, anche nel rapporto di coppia. Lo abbiamo incontrato a Siracusa, in occasione di un incontro sui Tumori femminili organizzato dall’associazione Salute donna. “Prevenire è la condizione fondamentale ed è quella più desiderabile, perché qualunque possibilità terapeutica che porti a guarigione da un cancro ormai diagnosticato, inevitabilmente si accompagna ai deficit successivi – afferma. C’è sempre un prezzo da pagare per le terapie chirurgiche o mediche che si devono mettere in campo per lottare contro un cancro. Sappiamo oggi che la prevenzione secondaria, cioè la possibilità di intercettare la malattia in una fase molto iniziale, consente in grande percentuale dei casi di ottenere una guarigione.
La prevenzione primaria del tumore
Diversa la prevenzione primaria, quella vera e propria che dovrebbe evitare l’insorgenza della malattia. “La prevenzione vorrebbe come obiettivo fondamentale quello di non ammalarsi – continua. Purtroppo, non conosciamo le condizioni che determinano alcuni tumori tanto da poterli prevenire, in altri però sì. Faccio un esempio: per il tumore del collo dell’utero oggi abbiamo una vaccinazione che consente in larghissima percentuale di casi di non ammalarsi di questo tipo di patologia, ovvero quello del papillomavirus”.
Stile di vita fondamentale
Altrettanto importanza hanno gli stili di vita, l’attività fisica, l’alimentazione. “La dieta mediterranea, ad esempio, è la dieta principe – prosegue: negli ultimi tre anni è stata ritenuta a livello mondiale la migliore, sia per possibilità di eseguirla che perché associa nutraceutici che hanno un effetto anti tumorale. Seguire queste indicazioni già comporterebbe una riflessione circa il 30 35% dei tumori. Parliamo di 65.000 tumori in meno l’anno in Italia”.
La prevenzione di Stato
La prevenzione passa anche dalle analisi e dai controlli medici, da effettuare con regolarità in determinate fasce di età. Alcuni sono previsti dal sistema sanitario. “Per quanto riguarda le donne – spiega il dottor Scibilia – lo Stato garantisce per la popolazione femminile in una fascia di età tra i 25 e 64 anni per il tumore del collo dell’utero; da 40 a 69 anni per il tumore della mammella”. A questo bisogna aggiungere, sempre in ambito femminile, i controlli di routine: la visita ginecologica, il pap test e la segnalazione di ogni anomalia. “Diagnosi precoce dei tumori vuol dire che lavoriamo senza sintomi ma siamo ancora in presenza di piccoli segni che grazie alla tecnologia e all’apparecchiatura è molto sensibile riusciamo a individuare in forma preclinica” – evidenazia ancora.
Prevenzione: Sicilia in ritardo, ma sta recuperando
“La Sicilia, come tutto il Sud, non brilla ma in una fase di recupero – conferma ill direttore. Ci sono grossi investimenti anche da parte nazionale per gli screening. Nel messaggio sulla prevenzione, lo Stato deve affiancare le associazioni e le strutture di volontariato, come la Lega della lotta contro i tumori o come Salute donna e come altre associazioni di pazienti, che vogliono portarlo nelle scuole, per intercettare quella popolazione in fase di formazione che deve assumere stili di vita e abitudini sane. Dal punto di vista della prevenzione quindi la Sicilia sta andando avanti – conclude: abbiamo dei progetti e speriamo in risultati concreti nel breve periodo”.