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Un viaggio in Sicilia per salvare un maialino scampato all’inferno: l’intervento dell’attivista

Un viaggio in Sicilia per salvare un maialino scampato all’inferno: l’intervento dell’attivista
maialino Enrico Rizzi attivista

Martedì Enrico Rizzi prenderà un volo da Roma per atterrare a Palermo e attraversare la Sicilia per salvare il maialino.

Succede a Messina, in una Sicilia ancora scossa dal caldo estivo e dall’indifferenza. Un maialino, probabilmente precipitato da un camion destinato al macello, “all’inferno”, viene trovato da una giovane ragazza di 24 anni. Inizia così una storia di speranza, dedizione ma anche delusione che ha il sapore della ribellione contro un sistema che non funziona in maniera efficiente.

Enrico Rizzi, noto attivista per i diritti degli animali, ha deciso di non voltarsi dall’altra parte. “La ragazza mi ha chiesto aiuto — racconta in un post sui social — e dopo innumerevoli telefonate, nessuno ha dato disponibilità per aiutare questa creatura innocente, tranne una signora che si è offerta di tenerlo in stallo. A lei va il mio grazie più grande.”

Un viaggio contro il tempo: il piano di salvataggio

Con un piano degno di una missione umanitaria, martedì Enrico Rizzi prenderà un volo da Roma per atterrare a Palermo e attraversare la Sicilia per salvare il maialino.

“Mi recherò a Messina (circa 240 km) per recuperare questa creatura. Poi andrò in provincia di Trapani (altri 300 km) per consegnarlo a un santuario meraviglioso. Infine tornerò in aeroporto per rientrare a Roma.” Un totale di oltre 600 chilometri percorsi in poche ore, con un solo obiettivo: offrire una seconda possibilità a chi non ne avrebbe mai avuta una.

L’indignazione: “Dove sono le grandi associazioni?”

Oltre all’emozione del gesto, c’è anche tanta rabbia nelle parole di Rizzi. Una critica diretta e senza filtri al mondo delle grandi organizzazioni animaliste, spesso sostenute da milioni di euro in donazioni. “L’unica rabbia? I grandi dirigenti delle associazioni animaliste milionarie si godono in questo momento le vacanze beatamente in ferie (pagate), nessuno risponde al telefono. Gli altri, come me, si sostituiscono a quello che invece dovrebbe fare proprio loro con i soldi che voi cittadini gli date”.

A chi lo accusa di essere folle, Rizzi risponde con una frase che riassume tutto il suo impegno.
“Qualcuno dirà che sono pazzo, e probabilmente lo sono – scrive -. Ma se c’è in gioco la vita di un animale, come questo povero angelo, sono disposto a tutto.”

Un gesto che accende una luce

In un’Italia che troppo spesso dimentica gli ultimi, questa vicenda ci ricorda che l’empatia è ancora viva. Il viaggio di Enrico Rizzi non è solo un salvataggio, ma un atto di ribellione contro l’indifferenza e una denuncia potente verso chi dovrebbe fare di più, ma sceglie il silenzio. Una storia che commuove, indigna e — forse — smuove le coscienze.