“Quella giudiziaria è l’ultima casta rimasta in Italia che non vuole scollarsi dal suo potere. L’Italia fa una figura da terzo mondo“: c’è delusione, rabbia e contrarietà nelle parole di Matteo Salvini dopo l’esito a sorpresa – in negativo – del pronunciamento della Corte dei Conti in merito alla creazione di un collegamento stabile tra Sicilia e Calabria. Il ministro delle Infrastrutture lo conferma in un’intervista al Corriere della Sera, annunciando anche che la premier Giorgia Meloni “ha convocato una riunione d’urgenza a Palazzo Chigi per affrontare la questione” ponte sullo Stretto già questa mattina.
Ponte sullo Stretto, il no e la riunione d’emergenza
Mentre le opposizioni (Pd-M5S-Avs) chiedono che il ministro per le Infrastrutture, Matteo Salvini, riferisca alla Camera sulla vicenda dopo il pronunciamento della Corte dei Conti – che non ha ammesso al visto e alla conseguente registrazione la Delibera CIPESS dello scorso agosto – il Governo Meloni avrebbe già indetto una riunione straordinaria per affrontare l’inattesa decisione. I cantieri erano attesi per novembre e ora inevitabilmente i progetti andranno rimodulati.
Nell’intervista al Corriere, Salvini ribadisce la volontà di andare avanti: “Io credo che dobbiamo prenderci la responsabilità di riapprovare il progetto prima in Cdm e poi in Parlamento. Certo: qui ci sono in ballo miliardi, ci sono in ballo centinaia di migliaia di posti di lavoro e migliaia di aziende pronte a partire. Fermarci è un’assurdità“.
“Quella giudiziaria è l’ultima casta rimasta in Italia che non vuole scollarsi dal suo potere. Ma noi risponderemo in tutti i modi consentiti dalle regole democratiche. Il Pd e altri festeggeranno, ma è come se fosse stata bloccata la A1 o l’Alta velocità nel secolo scorso. Ma tanto il vento non lo fermi, non puoi fermare un’onda. E poi, trenta giorni per le motivazioni. È cambiato il mondo e non se ne accorgono. Trump parla con Xi di intelligenza artificiale e satelliti e noi non possiamo fare un ponte? L’Italia fa una figura da Terzo mondo“, aggiunge il ministro, che già nei minuti immediatamente successivi alla decisione negativa aveva parlato di “decisione politica“.
“Non ci fermeremo”
Come Salvini, anche il deputato di Forza Italia e sottosegretario al Mit Tullio Ferrante conferma la volontà del centrodestra di andare avanti con il progetto del ponte sullo Stretto nonostante la decisione della Corte dei Conti. In una nota, commenta: “Non è bastato aver fornito risposte documentali esaustive e puntuali a tutti i rilievi formulati dalla Corte, che evidentemente, mossa da pregiudizio ideologico, vuole poter decidere arbitrariamente quali opere pubbliche vadano realizzate e quali no. Il Ponte sullo Stretto è un’infrastruttura strategica per il Paese, sostenuta fortemente anche dall’Europa e approfondita meticolosamente in tutti i suoi aspetti procedurali, che consentirà di modernizzare il sistema dei trasporti nazionale, rendere più competitivi i nostri territori e fungere da volano per occupazione, crescita e sviluppo del nostro Sud”.
“In questi tre anni troppo spesso singolari pronunce giurisdizionali hanno tentato di bloccare riforme e provvedimenti del Governo. Un’opposizione giudiziaria inammissibile in uno stato di diritto e che mina l’equilibrio tra poteri dello Stato. Ma è un tentativo destinato a fallire. Il progetto sul Ponte va avanti, come anche la riforma costituzionale della giustizia che oggi approveremo in via definitiva”, ha aggiunto.
Ciucci: “Tutte le norme rispettate”
Sorpreso per l’esito dell’analisi della Corte dei Conti anche l’Amministratore delegato della Stretto di Messina Pietro Ciucci, che ribadisce comunque la volontà di andare avanti: “Tutto l’iter seguito è stato sempre svolto nel pieno rispetto delle norme generali e speciali italiane ed europee relative alla realizzazione del ponte. Restiamo in attesa delle motivazioni mantenendo l’impegno di portare avanti l’Opera”.

