San Biagio Platani, l’arte popolare siciliana degli archi di Pasqua - QdS

San Biagio Platani, l’arte popolare siciliana degli archi di Pasqua

redazione

San Biagio Platani, l’arte popolare siciliana degli archi di Pasqua

sabato 30 Marzo 2024

Domani nel piccolo borgo di San Biagio Platani, come da tradizione, trionferanno in un percorso che unisce artigianato, mito, tradizione religiosa e spirito contemporaneo. Attesi numerosi di visitatori

SAN BIAGIO PLATANI (AG) – I tavoli di lavoro delle maestranze sono colmi di disegni, bozzetti e prototipi delle architetture che da domenica 31 marzo trionferanno per le strade del piccolo paese della provincia agrigentina: i capolavori di arte effimera realizzati in occasione degli Archi di Pasqua 2024 piano piano prendono forma all’interno dei magazzini-laboratori attraverso un percorso creativo godibile da tutti che unisce sapere artigiano, mito, tradizione religiosa e spirito contemporaneo.

Gli spazi sono infatti aperti ogni giorno alle visite di turisti e curiosi richiamati ogni anno dal desiderio di scoprire l’unico esempio di arte popolare collettiva in Sicilia e garantirsi un’offerta esperienziale veicolata dagli abitanti del luogo, capaci di condurre tra pistacchieti e laboratori d’arte, esplorazioni in natura, musei del sapere artigiano locale e degustazioni di produzioni a chilometro zero.

Protagonista assoluto dei decori è il pane

Nelle settimane che precedono lo svelamento delle colossali opere – realizzate in gran segreto dai componenti delle due confraternite, quella dei Madunnara e dei Signurara, devoti rispettivamente alla Madonna e al Risorto – i cittadini sono impegnati nel reperimento dei materiali fondamentali alle costruzioni: la raccolta di salici e canne da intrecciare, di legumi e cereali per la creazione dei maestosi mosaici. Protagonista assoluto dei decori è il pane, destinato alle forme più curiose grazie all’inventiva degli abitanti del paese che riescono a declinare le creazioni artistiche ispirate quest’anno dal tema “Pace e amore”.

Dalla mattina del giorno di Pasqua si compie, per un intero mese, il prodigio della rivitalizzazione di un paese di appena 3000 anime, con l’arrivo di numerosi di visitatori: un’inversione di tendenza che seppur temporanea gode di ampie ricadute sul benessere dell’economia locale per una comunità che fa della propria storia e tradizione il vessillo della propria identità. Le aree interne non sono solo luoghi silenti, pressati dalla morsa dello spopolamento, possono essere anche forti attrattori se hanno coscienza della propria specificità e la trasformano in opportunità, motore di sviluppo per l’economia locale.

“Gli archi di Pasqua mostrano infatti come sia possibile continuare a vibrare di vitalità e creatività facendo arte e attivare occasioni di contaminazione culturale promuovendo la tradizione – spiega il sindaco di San Biagio Platani Salvatore Di Bennardo -. Una staffetta generazionale fa sì che il sapere sia tramandato dai più anziani ai giovani, capaci a loro volta di inserire elementi e strumenti legati alla contemporaneità”.

Il progetto RiGenerAzioni Archi di Piano 2030

Una manifestazione valorizzata anche dal progetto RiGenerAzioni Archi di Piano 2030, vincitore del Bando borghi promosso dal Ministero della Cultura nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) volto a promuovere una crescita sociale, culturale ed economica attraverso il coinvolgimento attivo di tutti i settori della comunità.

Un progetto che sta permettendo di restituire alla comunità luoghi inaccessibili. “Un esempio è la biblioteca comunale, chiusa da 20 anni – spiega Di Bennardo – o la realizzazione di nuovi spazi di socialità e di scambio come le aree sosta camper e pic-nic in contrada Montagna o postazioni coworking nei locali comunali adiacenti i laboratori permanenti degli Archi di Pasqua, ma anche luoghi ricreativi nei locali del teatro comunale aperto con l’attivazione di laboratori di musica e teatro e un centro di documentazione del patrimonio culturale con l’attivazione dell’Osservatorio sul patrimonio culturale immateriale del territorio”.

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