L'Oms sta monitorando i casi di epatite acuta di origine sconosciuta in bimbi sani segnalati dal Regno Unito e da altri Paesi europei. Non ci sono decessi: crescono i numeri e le attività di screening
Si allarga l’allarme per i casi di epatite acuta di origine sconosciuta in bimbi sani segnalati dal Regno Unito. Il fenomeno è “monitorato” dall’Organizzazione mondiale della sanità. Finora nessun decesso. “Sebbene alcuni pazienti siano risultati positivi al Sars-CoV-2 o all’adenovirus, è necessario intraprendere la caratterizzazione genetica dei virus per determinare eventuali associazioni tra i casi”, precisa l’Oms Europa che raccomanda “fortemente” agli Stati di “identificare, indagare e segnalare i potenziali casi”.
L’Oms non raccomanda restrizioni ai viaggi
Al momento, l’organizzazione “non raccomanda alcuna restrizione ai viaggi” nei Paesi dove sono state registrate queste infezioni epatiche con causa ignota: oltre al Regno Unito, anche Irlanda e Spagna.
L’Oms – spiega l’Ufficio europeo dell’agenzia – il 5 aprile è stata informata di 10 casi di epatite acuta grave di origine sconosciuta in bambini under 10 (11 mesi-5 anni) nella Scozia centrale. L’8 aprile nel Regno Unito erano stati identificati 74 casi, compresi i 10 scozzesi.
Sono state potenziate le attività di screening
“I virus dell’epatite A, B, C, E e D sono stati esclusi dopo i test di laboratorio, mentre sono in corso ulteriori indagini per comprendere l’eziologia di questi casi”, evidenzia l’Oms. “Dato l’aumento dei casi segnalati nell’ultimo mese e il potenziamento delle attività di screening, è probabile che nei prossimi giorni verranno segnalati più casi. Dopo le prime avvisaglie nel Regno Unito – ricostruisce ancora l’Oms Europa – casi di epatite acuta di origine sconosciuta nei bimbi sono stati registrati anche in Irlanda, meno di 5 (confermati o possibili). Ma anche in Spagna sono stati segnalati 3 casi confermati in bambini di età compresa tra 22 mesi e 13 anni. Le autorità locali stanno attualmente indagando su questi casi”.
Dei 10 casi scozzesi notificati il 5 aprile dall’International Health Regulations (Ihr) National Focal Point (Nfp), “9 bambini hanno manifestato sintomi a marzo, mentre uno ha manifestato sintomi a gennaio – dettaglia l’Oms Europa – I sintomi includevano ittero, diarrea, vomito e dolore addominale. Tutti i 10 casi sono stati rilevati durante il ricovero in ospedale”. All’11 aprile non è stato registrato nessun decesso.