Sanità, meno fughe dalla Sicilia per curarsi

Sanità, meno fughe dalla Sicilia per curarsi: posti letto concentrati nelle grandi città

Stefano Scibilia

Sanità, meno fughe dalla Sicilia per curarsi: posti letto concentrati nelle grandi città

Michele Giuliano  |
martedì 18 Giugno 2024

L’indice di emigrazione per curarsi fuori dall'isola è in diminuzione

Curarsi per i siciliani non significa più dover prendere un aereo e partire, ma gli ospedali della provincia diventano sempre più marginali a favore di quelli delle grandi città regionali. Gli ultimi dati messi a disposizione dall’Istat si riferiscono al 2021, e raccontano di come i territori metropolitani attraggano in media il 35% dei posti letto totali presenti nella propria regione.

In Sicilia, complessivamente, le tre città metropolitane di Palermo, Messina e Catania offrono il 68% dei posti letto regionali, anche se Messina si muove in controtendenza, considerato che raccoglie soltanto il 16% dei posti letto della regione. A livello nazionale, la maggiore concentrazione si registra a Roma: ogni 100 posti letto del Lazio, quasi 82 sono offerti da strutture ospedaliere ubicate nel territorio metropolitano di Roma. Nella città metropolitana di Genova sono localizzati il 63% dei posti letto della Liguria. 

Sanità in Sicilia, i posti letto si concentrano nella grandi città

Allo stesso modo, come nei territori metropolitani di Torino e di Napoli si concentra circa la metà della disponibilità dei posti del Piemonte e della Campania. La dotazione di posti letto ospedalieri è minima a Venezia, sede di 18 posti letto ogni 100 presenti in Veneto. D’altra parte, nonostante le difficoltà per chi vive in provincia di accedere agevolmente ad un posto letto ospedaliero, l’emigrazione fuori regione negli anni è diminuita.

Nel 2007-2009 si andava dal 5,5% di Palermo al 7,7% di Messina al 4,3% di Catania, nel 2021. Tali numeri sono scesi nel 2021 al 4,9% di Palermo, al 6,9% di Messina e al 4,8% di Catania, contro una media nazionale che si attesta al 5,8. Il periodo peggiore, in termini di emigrazione ospedaliera, tra il 2017 e il 2019, quando sono stati registrati numeri consistenti di spostamenti. 

Sanità in Sicilia, sono gli uomini a decidere principalmente di partire

Se si guarda al genere, l’emigrazione in ospedali fuori regione riguarda in particolar modo gli uomini, che superano le donne di oltre un punto percentuale, in tutti i principali ospedali della regione. Il divario più importante (circa 133 ricoveri fuori regione degli uomini ogni 100 delle donne) è osservabile nei comuni di prima cintura di Reggio Calabria e Catania, sebbene con una propensione di base profondamente differente. Infatti il tasso di ricovero fuori regione degli uomini a Reggio Calabria è 29 ogni 100 e a Catania 5,2 ogni 100.

Altro elemento interessante, il processo di graduale ma costante riduzione delle ospedalizzazioni, nonostante nella penisola sia in atto un progressivo invecchiamento della popolazione. Tale riduzione è avvenuta in modo pressoché costante fino al 2019, anche grazie al passaggio di una parte delle ospedalizzazioni dal ricovero ordinario al ricovero diurno e al regime ambulatoriale, associato al potenziamento dell’assistenza residenziale e domiciliare. 

Con il Covid cambia tutto anche in termini di ricoveri

L’emergenza sanitaria conseguente alla diffusione del Covid-19 ha nuovamente modificato il trend dei ricoveri, facendo registrare una notevole diminuzione degli eventi nel 2020 e una ripresa nel 2021. Uomini e donne con meno di 75 anni presentano un diverso ricorso all’ospedalizzazione, evidenziato dal rapporto di mascolinità costantemente inferiore a 100 in tutte le articolazioni territoriali, che indica la prevalenza di ricoveri femminili rispetto a quelle maschili.

Nei territori metropolitani, complessivamente, le dimissioni maschili sono 87 ogni 100 femminili, e lo squilibrio più moderato si rileva nella città metropolitana di Bologna, in cui le dimissioni degli uomini raggiungono 91 ogni 100 delle donne. Al contrario, in quelle di Genova e Milano si osservano le maggiori distanze di genere: 83 dimissioni maschili ogni 100 femminili. Nei comuni di prima e seconda cintura urbana di Reggio Calabria l’indicatore si avvicina alla condizione di parità.

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