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Ausiliari tra riduzioni contrattuali e difficoltà, scatta la protesta all’ospedale Papardo – VIDEO

Un presidio urgente davanti l’ospedale Papardo di Messina per chiedere il rispetto dei diritti dei lavoratori e il mantenimento nella qualità dell’assistenza offerta ai pazienti del nosocomio peloritano: queste le motivazioni alla base della protesta pubblica che andrà in scena mercoledì, tra le 14:30 e le 17:30, all’ingresso principale del polo ospedaliero.

Un presidio indetto dalle organizzazioni sindacali Filcams CGIL, UILTrasporti, FP CGIL e UIL FP Messina. È la prima risposta pubblica allo stato di agitazione proclamato nei giorni scorsi per la vicenda che coinvolge i lavoratori interinali presenti nella struttura e demansionati rispetto ai precedenti incarichi. Sono in totale 20 i dipendenti coinvolti al momento.

Sanità, protesta e presidio urgente per l’ospedale Papardo di Messina

La protesta nasce dalle criticità denunciate sull’appalto dei servizi di ausiliariato interno, attualmente gestito dalla società GSN. Secondo le sigle sindacali, la società avrebbe applicato ai lavoratori ex somministrati un inquadramento contrattuale difforme rispetto al precedente contratto di natura sanitaria, con conseguenti peggioramenti sia sul piano economico sia su quello normativo.

“Il personale svolge le stesse mansioni di prima — sottolineano Giuseppe Ragno (Filcams CGIL) e Giovanni Giordano (UILTrasporti) — ma con un contratto meno tutelante, in contrasto con la natura sanitaria del servizio”.

Quella che i rappresentanti sindacali descrivono come una perdita di diritti è stata raccontata in termini netti anche da Livio Andronico (UIL FP) e Antonio Trino (FP CGIL), che parlano di “una gara al ribasso che penalizza salari e qualità dell’assistenza, a scapito dei lavoratori e dei pazienti”.

È questa, nel lessico delle organizzazioni, la cifra del contendere: non una vertenza sul nulla, ma un nodo che intreccia condizioni contrattuali, dignità lavorativa e standard assistenziali. “Le mansioni sono rimaste uguali ma l’inquadramento è andato al ribasso. Ci sono colleghi che viaggiano per raggiungere il Papardo e la retribuzione nettamente inferiore crea importanti difficoltà. Così come per chi sostiene mutui e affitti. Viviamo una situazione paradossale che va chiarita subito”, spiega uno dei dipendenti raggiunto dal Quotidiano di Sicilia.

Si chiede un tavolo di confronto immediato

Il presidio — definito come pacifico e circoscritto nel tempo — assume un valore simbolico e pratico. Simbolico perché porta sotto gli occhi della comunità cittadina e degli utenti dell’ospedale la contrapposizione tra chi chiede di mantenere tutele e livelli contrattuali adeguati e chi, secondo i sindacati, avrebbe preferito una riduzione dei costi a scapito delle garanzie.

Pratico perché i sindacati chiedono esplicitamente l’apertura immediata di un tavolo di confronto con l’Azienda Ospedaliera Papardo per trovare soluzioni che ristabiliscano inquadramenti e condizioni ritenuti coerenti con la natura sanitaria del servizio. Tavolo di confronto che, fin qui, dal lato Papardo non avrebbe prodotto alcun risultato.

La storia e le prospettive

Una storia paradossale. Sono venti, come detto, i lavoratori coinvolti allo stato attuale. Si tratta di dipendenti che operano nelle funzioni di ausiliari della struttura. Lavoratori assunti tutti nel luglio 2022, con contratto rinnovato di anno in anno con le tre agenzie interinali che si sono susseguite tra l’estate 2022 e quella appena trascorsa. A fine luglio la proposta di una stabilizzazione con contratto a tempo indeterminato, sempre tramite agenzia esterna (la campana GSN, ndr), con una decrescita importante di stipendio – “anche del 20-30% in alcuni casi”, spiegano i lavoratori – a fronte dello stesso svolgimento di mansioni precedenti. Da lì, i vari incontri richiesti già nel mese di agosto – da quando i nuovi contratti sono diventati operativi – che non hanno però prodotto alcun risultato pratico. La responsabilità sarebbe da ricondurre all’appalto – regolare, è opportuno sottolinearlo – aggiudicato dalla GSN e che i sindacati hanno a più riprese chiesto al Papardo di ritirare in autotutela, senza successo.

La richiesta di convocazione urgente da parte dei sindacati apre adesso la partita delle responsabilità tra committente e appaltatore, e solleva interrogativi su come siano state gestite le procedure di gara e i relativi contratti di servizio. Al centro della vertenza, infatti, non c’è solo il salario o il CCNL applicato, ma la natura stessa delle mansioni svolte: se gli addetti svolgono compiti di supporto all’attività sanitaria, sostengono i sindacati, sarebbe coerente che fossero inquadrati con un contratto che riconosca tale connotazione, con tutte le tutele e i riconoscimenti economici collegati.

Dal punto di vista dei lavoratori, la sensazione è di essere tornati indietro: si tratta in molti casi di persone già impiegate negli ambienti ospedalieri che, pur non essendo personale sanitario nel senso tecnico, svolgono attività integrative fondamentali per la funzionalità dei reparti: dal trasporto dei pazienti al trasporto di sacche di sangue o materiale biologico.

Riduzioni contrattuali e peggioramenti economici si traducono, dicono le rappresentanze, in tensioni individuali e collettive che non giovano né alla serenità dei lavoratori né alla qualità del servizio offerto ai cittadini-pazienti. L’appuntamento di mercoledì fungerà anche da cartina di tornasole per misurare la disponibilità dell’Azienda Ospedaliera a dialogare.

Le sigle sindacali non nascondono l’intenzione di portare avanti la mobilitazione qualora la convocazione richiesta non arrivi o non contempli soluzioni concrete. Dall’altra parte, i cittadini e gli utenti dell’ospedale osservano con attenzione: un servizio di ausiliariato interno efficiente e con personale motivato è un tassello importante della rete assistenziale, e ogni deterioramento contrattuale può riflettersi in tempi, qualità dell’accoglienza e cura. In questo scenario, la protesta assume anche una dimensione politica e amministrativa: tocca innanzitutto la responsabilità degli appalti pubblici, la capacità delle stazioni appaltanti di definire criteri che salvaguardino qualità del servizio e diritti dei lavoratori, e la trasparenza delle procedure. La formula “gara al ribasso”, evocata dai sindacati, rimanda a scelte che privilegiano il risparmio economico immediato rispetto a valutazioni più ampie di valore pubblico e sociale.

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