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Sanità, la nuova rete ospedaliera in Sicilia con meno posti letto. CGIL: “Piano senza logica”

Sanità, la nuova rete ospedaliera in Sicilia con meno posti letto. CGIL: “Piano senza logica”
Sanità – posti letto – ricoveri in ospedale – repertorio, foto-adhy-savala-unsplash

Sindacati all’attacco: le critiche alla bozza del piano di riordino con tagli, parziali rilanci e problemi irrisolti.

La sanità siciliana potrà contare su 367 posti letto in meno: questo è quanto previsto dal nuovo piano di riordino della rete ospedaliera regionale, presentato nei giorni scorsi dall’assessore regionale alla Salute, Daniela Faraoni.

Una bozza, non ancora definitiva, che sarà sottoposta a un confronto serrato con sindaci, sindacati, università e, infine, con la Sesta commissione dell’Ars entro la fine di luglio.

Il nuovo piano per la rete ospedaliera siciliana

Il tema è strategico: la redistribuzione dei posti letto sul territorio regionale. Un riassetto tanto atteso quanto discusso, che promette di cambiare il volto degli ospedali siciliani. Se possibile, riducendolo ancor più all’osso.

La proposta della Regione punta a ridisegnare il sistema ospedaliero tenendo conto di esigenze assistenziali, standard nazionali e vincoli di bilancio. In questo quadro non mancano le criticità, come i preannunciati tagli del 20% circa dei posti letto tra terapia intensiva e sub intensiva che dovrà compiersi in maniera graduale nel corso dei prossimi anni su espressa volontà della spending review imposta dal Governo Meloni.

Tagli e altre criticità

A non essere d’accordo con i tagli è la Cgil, che boccia sonoramente il piano per la sanità siciliana definendolo “colmo di errori” e privo di un confronto con i territori e i sindacati. Per i rappresentanti dei lavoratori, la bozza manca di una visione d’insieme e si limita a un esercizio contabile, con effetti a macchia di leopardo.

La redistribuzione dei posti letto, infatti, premia alcune province e penalizza altre. La geografia dei numeri racconta di aumenti e tagli che accendono le polemiche, soprattutto laddove si toccano reparti sensibili come Geriatria, Ortopedia, Terapia intensiva e Neonatologia. Ma cosa prevederebbe il nuovo piano?

Sanità a Palermo, la provincia che sorride

Nel capoluogo, il riordino è articolato. All’Asp di Palermo si prevedono 46 nuovi posti letto: 38 per acuti, 8 per post acuti. Il focus è su reparti strategici: Geriatria (+12), Medicina (+18) e Ortopedia (+16). Il piano rilancia anche il ruolo degli ospedali periferici. A Partinico si rafforza l’Ortopedia con 10 nuovi letti. A Corleone, se Neonatologia perde 2 unità, Lungodegenza ne guadagna 4. Petralia ottiene 2 letti in Oculistica, mentre a Termini Imerese si investe ancora su Ortopedia (+10) e Geriatria (+4).

Il centro città non resta fuori dal piano. All’Ingrassia si prevede un incremento di 6 posti in Ortopedia e 8 in Geriatria. Villa delle Ginestre guadagna 4 letti in Neuroriabilitazione. Il Policlinico universitario, punto di riferimento per la formazione medica, potrebbe contare su 38 posti in più. Il Civico segue la stessa rotta: +38 per acuti. Ma c’è anche chi perde: Villa Sofia registra 33 letti in meno, il Centro traumatologico 23. L’ospedale Cervello, invece, va in controtendenza: +63.

Catania: tagli e rilanci parziali

La situazione etnea è più complessa. L’Asp di Catania registra un calo di 17 posti per acuti, ma guadagna 58 letti per post acuti. Un cambio di paradigma che non convince tutti. Acireale perde 6 acuti ma ne recupera 16 per la fase post-acuta. Giarre vede ridotto l’organico dell’Ortopedia a un solo posto, mentre aumentano di 6 i letti per acuti. A Paternò è previsto un forte incremento (+41), mentre Bronte si vede sottrarre 30 posti per acuti. Caltagirone perde 12 posti, Militello 6, e la Chirurgia generale si assottiglia di 8 unità. Garibaldi e Policlinico saranno invece soggetti a rimodulazioni organizzative e non strutturali, secondo la bozza.

Luci e ombre del nuovo piano per la rete ospedaliera siciliana

A Messina l’Asp perde 13 posti per acuti, ma il piano prevede due novità importanti a Taormina: 8 posti in Cardiochirurgia pediatrica e due in Terapia intensiva neonatale. Una scelta che punta su alta specializzazione e interventi salva-vita, come quelli condotti proprio dal CCPM dell’ospedale San Vincenzo.

Agrigento, già ridotta ai minimi termini a livello provinciale, sarà costretta a un nuovo salasso sul fronte sanità. Previsti tagli generalizzati: meno 2 posti in Oculistica, 6 in Ematologia, 10 in Geriatria e 4 in Oncologia. In contropartita, si rafforzano Terapia intensiva (+6) e Medicina generale (+24). Un riequilibrio che non basta a spegnere le critiche in uno dei territori più soggetti alla migrazione medica in altre regioni.

Nel Trapanese, l’ospedale Sant’Antonio Abate perde 17 posti, mentre a Salemi se ne aggiungono 16 in Lungodegenza. Marsala segna +18, Mazara del Vallo +20. Ma Castelvetrano deve fare i conti con 12 posti in meno in Chirurgia generale. A Pantelleria, infine, il reparto di Ostetricia è a rischio chiusura: un segnale preoccupante per le isole minori, alla stregua di quanto nel Messinese è già capitato alle Isole Eolie.

Nel Nisseno, l’ospedale di Caltanissetta ottiene un rafforzamento (+20), mentre Gela perde 6 posti letto. Enna vede un incremento complessivo di 38 posti: 16 nel capoluogo e 22 a Leonforte. A Piazza Armerina, però, si registra un taglio di 12 degenze.

A Ragusa, l’ospedale di Vittoria è tra i più potenziati dell’isola: +50. A farne le spese è però Scicli, dove si perdono 36 posti. A Modica si ragiona su un ampliamento, ma senza numeri certi al momento e che dovranno essere ufficializzati entro fine mese. Infine, Siracusa. Qui l’Asp ottiene 4 letti per acuti in più. Avola e Lentini, invece, subiscono una contrazione rispettivamente di 6 e 10 posti. Anche qui, il piano sembra favorire alcune aree a scapito di altre.

Critiche della Cgil al nuovo piano per la rete ospedaliera siciliana

La reazione dei sindacati, in particolare della Cgil, è durissima. Il piano – denunciano – è stato elaborato senza un confronto reale con i territori, ignorando chi ogni giorno vive le criticità del sistema.

“Ancora una volta – afferma la Cgil – si esclude chi ha avanzato proposte concrete. La bozza non fotografa i bisogni reali, né costruisce un modello sostenibile”. Il sospetto è che il documento sia stato confezionato più per esigenze di bilancio che per una riforma del sistema.

“Il piano per una nuova rete sanitaria regionale è senza logica, servono più risorse e personale”. A dichiararlo ai microfoni del Quotidiano di Sicilia è Francesco Lucchesi, componente della cabina di regia della Cgil regionale. Sul tema, “esprimiamo forte contrarietà ai tagli previsti nella riorganizzazione della rete sanitaria. Non c’è alcuna logica in queste scelte né un coinvolgimento dei sindacati. Pronto soccorso e reparti restano scoperti. Si toglie e non si aggiunge a danno dell’utenza siciliana”, aggiunge il sindacalista messinese.

Un altro dei punti critici non preso in considerazione dal nuovo piano fortemente voluto dal Governo Schifani, ha a che fare con il problema liste d’attesa. “Il piano ignora le vere emergenze – incalza Lucchesi – dimenticando liste d’attesa infinite e carenza cronica di personale. La sanità siciliana merita ben altro”. Una chiosa anche sulla cardiochirurgia pediatrica di Taormina, la cui presenza in pianta stabile nel nuovo piano sanitario sarà tema di dibattito in VI Commissione Sanità all’Ars il prossimo 16 luglio. “Serve una soluzione strutturale, non proroghe a singhiozzo. È un servizio vitale per il territorio”, ha aggiunto l’esponente della Cgil.

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Foto di Adhy Savala su Unsplash