Ecco il disturbo che ha costretto il cantante a esibirsi con l'occhio iniettato di sangue anche nella serata finale.
Massimo Ranieri – in gara con il brano “Tra le mani un cuore” – è alle prese con l’occhio rosso anche nella serata finale del Festival di Sanremo 2025.
Il cantante ha vissuto praticamente tutto il festival con il disturbo che non è sfuggito ovviamente ai telespettatori e che ha alimentato domande e interrogativi. Qual è la causa? Come si cura?
Sanremo 2025, perché Massimo Ranieri ha l’occhio rosso
“È una banale emorragia sottocongiuntivale: passa da sola, senza terapia, dopo una settimana. Si tratta di un disturbo molto comune, ma nulla di preoccupante: tanta scena e poca sostanza”, ha dichiarato all’Adnkronos Salute Stefano Barabino, responsabile del Centro di superficie oculare e occhio secco presso l’ospedale Sacco, università Statale di Milano.
Nessun effetto sulle esibizioni
Massimo Ranieri si è esibito al Festival di Sanremo sera dopo sera con l’occhio destro iniettato di sangue e rosso. Nessun problema per l’esecuzione del suo brano, “Tra le mani un cuore” né nella serata delle cover con I neri per caso.
“L’ho visto in Tv come tutti e da quello che ho capito si tratta di una emorragia sottocongiuntivale. In pratica – spiega Barabino – è presente del sangue nella congiuntiva, la parte bianca dell’occhio con i vasi sanguigni. A volte può capitare una rottura dei capillari“.
Le cause
Quali sono le cause dietro il disturbo che ha costretto Massimo Ranieri a cantare con l’occhio rosso al Festival di Sanremo 2025? “Possono essere molte, tra queste lo stress che fa aumentare la pressione del sangue che a sua volta favorisce la rottura dei capillari. I pazienti diabetici hanno poi una fragilità capillare rispetto alle persone che non hanno la malattia. Comunque nulla di grave, un disturbo che passa dopo una settimana senza alcuna terapia”, tranquillizza lo specialista. L’emorragia sottocongiuntivale “è un disturbo oculare molto frequente” soprattutto “dopo i 60 anni perché aumenta la fragilità capillare”, conclude Barabino.
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