La Festa di Sant’Agata a Catania torna finalmente a celebrarsi al gran completo, dopo le due precedenti edizioni fortemente condizionate dalla pandemia da Covid-19. In questi giorni di preparativi in città ferve l’entusiasmo da parte dei devoti, desiderosi di riabbracciare finalmente la loro Santa Patrona.
Ma, oltre alla fede, la Festa di Sant’Agata per la città etnea rappresenta una grande occasione dal punto di vista turistico ed economico.
Nei giorni dal 3 al 6 febbraio, l’aeroporto di Catania registrerà un +9,34% di traffico rispetto al 2020. Nel dettaglio, tra arrivi e partenze sono attesi 107.817 passeggeri contro i 98.600 del 2020. Saranno 52.384 i viaggiatori in arrivo, contro i 49.100 di tre anni fa (+6,7%) di cui 38.759 i nazionali, rispetto ai 36.600 di quell’anno (+5,9%), e 13.625 gli internazionali, contro i 12.500 del 2020 (+9%).
In particolare, per l’aerostazione etnea sarà la giornata del 3 febbraio quella, quando sono previsti 86 arrivi (62 nazionali e 24 internazionali) e 85 partenze (59 nazionali e 26 internazionali). Dall’aeroporto di Catania transiteranno poco più di 24.633 passeggeri nel complessivo di cui, 12.032 in arrivo (8.512 da rotte nazionali e 3.520 da rotte internazionali) e 12.601 in partenza (8.734 per rotte nazionali e 3.867 per rotte internazionali).
Secondo l’agenzia di viaggi eDreams, inoltre, ai piedi dell’Etna le prenotazioni corrispondenti alle date della Festa hanno segnato un confortante +21% in più rispetto allo stesso periodo della scorso anno.
“In generale, sicuramente, la ripresa rispetto agli anni della pandemia è stata già tangibile a partire da aprile-maggio 2022. Per la Festa di Sant’Agata, la terza festa religiosa più popolare al mondo, ogni anno evidenziamo un flusso consistente nelle strutture del centro storico che è certamente significativo rispetto ad altre settimane di febbraio, che per noi è assolutamente bassa stagione”, dichiara a QdS.it Grazia Romano, componente del Consiglio Direttivo di Federalberghi Catania.
“Tolto il centro, dove la quantità di B&B è dilagante, non c’è comunque un flusso tale in grado di riempire immediatamente le zone limitrofe della città, così come può esserlo in occasione di un congresso. Probabilmente, per l’indotto del turismo come bar e ristoranti rappresenta un momento di grande afflusso, ma il boom dei pernottamenti si evidenza solo nelle strutture del centro”, fa notare ancora Grazia Romano.
A segnare questa disparità tra cuore e periferia di Catania, per quanto concerne le prenotazioni, è probabilmente, la scarsa pubblicità della festività a livello internazionale attraverso i canali opportuni. “Dipende da quanto la festa è promossa e quanto si riesce a programmare in tempi utili e con i canali giusti”, evidenzia la componente di Federalberghi etnea.
“Se avesse ridondanza internazionale, sicuramente i pernottamenti sarebbero decisamente maggiori. Il centro risente sì della presenza forte della Festa, ci sono strutture strategiche che venderanno a tariffe alte e che saranno piene, ma non è un fenomeno considerevole per la città e la provincia. Non si arriva alle strutture di Aci Castello o Acitrezza, per esempio”.
Anche quest’anno, secondo le previsioni, la tendenza potrebbe essere confermata. In generale, anche se non esistono ancora dati ufficiali, i numeri dovrebbero ricalcare quelli segnati negli anni che hanno preceduto la pandemia. Una leggera differenza, rispetto al passato, riguarda la tempistica delle prenotazioni. “Esiste nel post pandemia il fenomeno della prenotazione sotto data. Nel nostro settore era già un fenomeno consolidato, ma adesso è diventato una prassi“, sottolinea ancora Romano.
Per incrementare i pernottamenti durante la Festa di Sant’Agata, comunque, serve fare di più. “Sicuramente c’è fermento. Negozi e bar concentrati nel centro storico saranno invasi, ma per il settore ricettivo siamo ancora maggiore. Per generare pernottamenti bisogna programmare meglio la promozione della Festa, altrimenti il cliente nord-europeo non viene attirato”, conclude Grazia Romano.