Santonocito: “Il Policlinico di Messina può essere un faro per la Sicilia orientale” - QdS

Santonocito: “Il Policlinico di Messina può essere un faro per la Sicilia orientale”

Santonocito: “Il Policlinico di Messina può essere un faro per la Sicilia orientale”

venerdì 11 Ottobre 2024

L’Azienda ospedaliera Gaetano Martino punta a dare nuovo slancio alla realtà sanitaria. Interviene al QdS il dg Giorgio Santonocito: “Ottenute più risorse da investire in personale, strutture e impianti”

MESSINA – Giorgio Giulio Santonocito, direttore generale dell’Azienda ospedaliera universitaria “Gaetano Martino”, da marzo al lavoro per dare nuovo slancio all’importante realtà sanitaria. Sette mesi di attività nella struttura messinese che lo hanno visto impegnato su più fronti, dalla gestione dei numerosi cantieri alla carenza di personale, pensando alla modifica della pianta organica, dalla verifica delle dinamiche organizzative alle interlocuzioni con la Regione Sicilia mentre si prepara la nuova rete ospedaliera.

Dal punto di vista finanziario l’Azienda è solida?
“Si, abbiamo incrementato i Drg di oltre 8 milioni di euro rispetto allo scorso anno e speriamo che a chiusura del 2024 riescano a diventare 10 o 11 milioni in più, che significa circa un 10% di volumi aggiuntivi erogati all’utenza. Significa anche per noi una maggiore solidità finanziaria e quindi la possibilità di finanziare il piano di assunzioni in primo luogo, la prima criticità dell’azienda e la prima forza. Stiamo ragionando con la Regione sui tetti di spesa, un plafond che viene dato annualmente all’azienda secondo determinati algoritmi alla spesa storica, abbiamo già un finanziamento importante che ci consente di chiudere l’anno in equilibrio economico finanziando le assunzioni con il via libera che ci darà l’Assessorato regionale”.

Sono aumentati i finanziamenti regionali?
“Sono aumentati, siamo riusciti ad avere un’aggiunta rispetto al finanziamento storico dello scorso anno che a riconoscimento dei maggiori volumi di produzione ci sta consentendo di finanziare gli investimenti che stiamo portando avanti nel personale ma anche nelle attrezzature e negli impianti, nelle strutture edili. Ci sono una decina di cantieri aperti che porteranno a una nuova faccia del policlinico”.

Quanti operatori sanitari assunti nei sette mesi della sua gestione?
“Sono una settantina di infermieri, ma stiamo continuando ad assumerli, oltre il 10% della massa totale, più una cinquantina di medici. Stiamo intervenendo di meno sugli operatori socio sanitari, non li abbiamo in dotazione organica e questo influisce sulla stabilizzazione. Ci sono alcuni step imposti nelle interlocuzioni con la Regione: il finanziamento lo abbiamo chiuso la settimana scorsa con soddisfazione per le casse aziendali e l’equilibrio di bilancio; dei tetti di spesa del personale ne stiamo parlando con l’Assessorato regionale; la rete ospedaliera con i posti letto si discuterà il 15 per l’area metropolitana di Messina. La dotazione organica che stiamo gestendo è diversa da quella che troviamo in atti di programmazione, ecco perché non abbiamo un numero sufficiente di operatori”.

Come si frena la fuga dei medici?
“Dobbiamo inventarci nuovi modi di gestire il personale e la sanità, il Dm 77 può aiutare.Credendoci, continuare a dirsi che qualcosa non funziona va a vantaggio di chi non vuole che il sistema funzioni per poi forse avere sogni di assegnare ad altri segmenti: alludo al privato, che è importante, copre circa un terzo dell’offerta sanitaria, ma il pubblico deve essere forte perché il privato viva in sinergia e funzioni. C’è poi un problema di retribuzione e di dislocazione territoriale”.

Pagamento delle fatture ai fornitori, siete in linea con i tempi richiesti?
“Il policlinico è messo abbastanza bene, sono dati censiti, è un obiettivo dell’amministrazione. Non è mai un problema di soldi ma organizzativo. Per pagare le fatture devono prima essere conteggiati i beni che sono stati forniti o la qualità dei servizi erogati. C’è un lavoro dentro ogni pagamento con vari step non facili da governare. Questa azienda ha meno problemi di altre dislocate in territori molto ampi. Sono dati in linea con la media nazionale e con le buone pratiche”.

C’è stato un blocco di assunzioni nel settore amministrativo?
“Stiamo aspettando i tetti di spesa, la settimana scorsa abbiamo negoziato con l’Assessorato, abbiamo ottenuto quello che serve all’azienda e che avevamo richiesto al di là di qualche contenimento di costi. Le risorse ci sono. C’è un problema di tetti di spesa sul numero di persone assumibili sulla base di dotazioni organiche che sono vetuste, va sciolto questo nodo prima di completare il pannello di assunzioni tutte previste”.

Ci sono lunghe liste d’attesa?
“Il 2023 lo abbiamo servito, tutti i pazienti sono stati chiamati. Al netto dei pazienti che hanno rinunciato perché si sono rivolti altrove, stiamo facendo un ottimo lavoro, prova ne sia l’incremento dei volumi di attività. Le prenotazioni fatte nella prima parte del 2024 le completeremo entro l’anno, siamo più o meno a tre quarti dell’opera in base al piano che ci siamo dati i cui numeri sono attentamente monitorati e riscontrabili.”.

Il nuovo Pronto soccorso, a quando l’inaugurazione?
“Siamo riusciti a fare ripartire i lavori, stanno andando avanti secondo un cronoprogramma quasi perfettamente rispettato. Durante la lavorazione di micropalificazione fatta per mettere in sicurezza l’uscita della risonanza magnetica è stato forato un tubo fognario e questo ha comportato 15 giorni di ritardo. Per effetto di questo ritardo, per completare si arriverà al 15 novembre. Poi c’è il problema dei collaudi, abbiamo deliberato un mese fa prevedendo che si facessero in corso d’opera: quindi sono in corso e, alla fine, ci saranno quelli delle ultime lavorazioni. Le complicazioni sono state significative, non erano previste alcune opere accessorie, poi inserite. L’inaugurazione la prevediamo entro fine novembre ma se dovessimo arrivare a dicembre sarebbe un ottimo risultato comunque per la città”.

Quale macro obiettivo si pone alla fine dei tre anni di mandato?
“Fare crescere l’azienda che ha bisogno di una collocazione strategica diversa; per qualche anno forse è stata ferma anche nella visibilità dei cittadini e ha ricoperto un ruolo di nicchia nella sanità dell’isola. Questa è un azienda che può dare tantissimo, ha carburante per farlo con grandi professionisti, la componente universitaria è molto forte, qui più che altrove, e dalla sinergia con la didattica, con la ricerca stiamo trovando un punto di forza, un acceleratore per spingere a obiettivi significativi. Spero che la nuova rete ospedaliera possa testimoniare questa migliore collocazione dell’azienda, che sia un faro almeno nella Sicilia orientale”.

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