In supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale della Regione Sicilia è stata pubblicata il 14 agosto la variazione di bilancio ter, la manovra della discordia.
Le disposizioni finanziarie volute da Palazzo d’Orleans sono state scremate in uno dei più accesi dibattiti d’aula da inizio legislatura. Tra il 4 ed il 7 agosto, tra voti segreti e franchi tiratori della maggioranza, tra ostruzionismo duro dell’opposizione ed applicazione per la prima volta nella storia dell’Ars della cosiddetta “ghigliottina”, il Parlamento siciliano ha approvato una parte della manovra costringendo Renato Schifani ad un rinvio per una “manovra quater urgente” da approvare a settembre.
Fuori, dal testo della ter, erano rimaste parecchie norme. Soprattutto, fuori, sospese al dopo chiusura estiva dell’Ars, erano rimasti vari punti da risolvere, dentro e fuori maggioranza.
Si riparte il 9 settembre
Tutto rinviato al 9 settembre. Data da “save the date” nella quale tutti i nodi residui andranno inevitabilmente al pettine. L’Ars riapre a tutti gli effetti martedì 9 settembre – gli uffici cinque giorni prima – con le Commissioni parlamentari già convocate con ordini del giorno. Se quello dei primi di agosto è stato il primo round, adesso ci si prepara al secondo con in Commissione bilancio il Defr e la Variazione di bilancio quater.
E l’assessore all’Economia Alessandro Dagnino sembra sempre più nel mirino. Il tecnico voluto da Renato Schifani quale persona di sua personale e massima fiducia alla guida dell’Assessorato, dopo l’au revoir di Marco Falcone che ha preferito l’Europarlamento, è in quota personale del presidente della Regione e non del partito. Un dettaglio di non poco conto che sta accendendo gli animi, oltre che nella coalizione anche tra le file della stessa Forza Italia.
Dagnino si trova quindi tra una incudine ed una serie di martelli, perché – teoricamente – nelle sue mani sono i conti da cui dovrebbero nascere in variazioni di bilancio quote per i territori. Quelle ormai comunemente definite “mance” e che altro non sono che risorse destinate ad esigenze territoriali delle quali i deputati regionali si fanno mediatori. Le “mance” sono saltate nella manovrina, nella manovra ter e, se non compaiono nella quater, con la delusione di aspettative si riaprirà la crisi di maggioranza.
Le “materie rimandate a settembre”
Nella manovra ter sono saltate norme importanti, per le quali il presidente della Regione ha promesso il recupero immediato. Tra queste, per cui si è subito sbilanciato Renato Schifani, ci sono i 4,6 milioni di euro per stabilizzare o aumentare i giorni di lavoro del personale dei Consorzi di bonifica. La norma sul riordino dei Consorzi era già stata affossata a Sala d’Ercole manifestando in tutta evidenza l’attrito trai banchi della maggioranza.
Una coalizione non coesa che dopo avere affossato il riordino dei Consorzi, costringendo la Regione a garantire i lavoratori precari in una norma ad hoc nella variazione di bilancio, ha affossato poi anche l’articolo con le risorse finanziarie stanziate senza riordino.
Fuori erano rimasti anche i 10 milioni di euro per il sostegno agli Enti locali sul fronte degli Asacom, i parchi archeologici e perfino la riadattata norma sul sostegno all’editoria che aveva trovato consenso unanime in Commissione bilancio – tante parole spese in favore delle garanzie ai lavoratori ed al diritto democratico di una corretta informazione – era morta a Sala d’Ercole. Anche su quest’ultima il governatore aveva promesso il rinvio a settembre.
Il nodo leghista dell’Autorità portuale
Anche nel caso dell’attrito ferragostano sulla nomina del commissario per l’Autorità di sistema portuale della Sicilia occidentale, il 9 settembre è la data da ricordare.
Le rilevanze sulla illegittimità di nomina da parte del Mit erano state curate personalmente da Renato Schifani, all’origine della propria carriera politica avvocato, e sono state accolte dal Tar che ha fissato per quella fatidica data l’udienza.
Le obiezioni della Regione Siciliana si fondano sulla mancanza di requisiti esperienziali per assumere l’incarico da parte dell’ex eurodeputata leghista Annalisa Tardino – già in Commissione trasporti dell’Unione europea ma mai alla guida di un ente pubblico del genere Adsp o equipollenti – e la mancata concertazione tra il ministero di Matteo Salvini e la Regione Siciliana, quindi tra Salvini e Schifani. Il governatore della Sicilia aveva espresso parere negativo su Tardino, il cui nome era già circolato come scelta del segretario della Lega e vicepremier e Schifani era rientrato in ufficio il giorno stesso dell’annuncio di nomina per rispondere con il ricorso al Tribunale amministrativo.
Uno scontro andato in scena il 18 agosto, appena l’indomani del weekend di Ferragosto. Se l’uno voleva trovare l’altro impreparato o distratto, il secondo non ha concesso neanche un giorno di vantaggio all’avversario-alleato. Ieri, inoltre, come un messaggio per pochi addetti ai lavori, Annalisa Tardino è apparsa nella foto di gruppo pubblicata dal Ministero dei Trasporti al fianco del viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Edoardo Rixi.
Il viceministro ha incontrato i commissari e i presidenti delle Autorità di Sistema Portuale presso il Padiglione “Cantiere Futuro” del Meeting di Rimini, coordinato dal MIT. Annalisa Tardino, unica donna tra i commissari, appare estremamente sorridente alla destra di Rixi.

