Scandali e corruzione nella sanità in Sicilia, coinvolte imprese che hanno proposto il project financing al Policlinico di Catania - QdS

Scandali e corruzione nella sanità in Sicilia, coinvolte imprese che hanno proposto il project financing al Policlinico di Catania

Scandali e corruzione nella sanità in Sicilia, coinvolte imprese che hanno proposto il project financing al Policlinico di Catania

Simone Olivelli  |
sabato 14 Giugno 2025

In ballo c'era un project financing da oltre 57 milioni e un rapporto tra imprese private e azienda sanitaria pubblica che si sarebbe protratto per vent'anni

“Picciotti, a me interessa che fra quindici giorni esce la gara e fra un mese esce un’altra cosa, punto. Non debbo aggiungere altro”. L’8 febbraio 2022 Antonino Sciacchitano, il professionista ritenuto principale faccendiere del gruppo di potere che per quasi un decennio sarebbe stato capace di condizionare l’esito di numerose gare nel settore della sanità in Sicilia, avrebbe cercato con queste parole di fare ragionare gli imprenditori interessati all’appalto per la fornitura di pasti nei presidi ospedalieri, residenze sanitarie assistite e centri diurni gestiti dall’Asp di Caltanissetta.

In ballo c’era un project financing da oltre 57 milioni e un rapporto tra imprese private e azienda sanitaria pubblica che si sarebbe protratto per vent’anni.

Le società coinvolte

Ad ambire a gestire il servizio sarebbero state – secondo quanto ricostruito dai magistrati della procura di Palermo – le imprese Siristora, Sirimed e Vivenda (quest’ultima non indagata). Le ditte, alleate fra loro, avrebbero cercato i buoni uffici di Sciacchitano per garantirsi la vittoria.

In ballo ci sarebbe stata una contropartita: l’ago della bilancia sarebbe stata rappresentata dalla possibilità un familiare del direttore amministrativo dell’Asp di Caltanissetta, Pietro Genovese, anche lui indagato e sottoposto all’obbligo quotidiano di presentazione alla polizia giudiziaria, oltre che sospeso dai pubblici uffici.

Il problema, però, sarebbe stato rappresentato dall’incompatibilità del profilo professionale dell’uomo. “Non c’entra niente con l’attività che faccio io edilizia, di costruzione, di impianti”, diceva Giuseppe Rifici, imprenditore della Sirimed a Sciacchitano.

Gli incarichi di Sciacchitano

Dal canto proprio, Sciacchitano – nel cui curriculum spiccano incarichi di primo piano, molti dei quali ancora in vigore, tra cui quello assegnato lo scorso anno dal presidente della Regione, Renato Schifani, che lo ha indicato come presidente dell’organismo indipendente di valutazione – cercava di guardare al futuro, definendo l’assunzione “un investimento” da condividere e attraverso cui dare “un segnale” al direttore amministrativo dell’Asp.

Pietro Genovese ai magistrati ha ammesso di avere fatto a Sciacchitano il nome del familiare senza però legare il gesto a una disponibilità ad agevolare alcuna impresa. Rifici ha detto di avere voluto soltanto aiutare una persona che cercava occupazione, senza immaginare di instaurare un rapporto corruttivo.

Gli accordi illeciti

Per i magistrati, però, Sciacchitano nella veste di faccendiere e collante tra funzionari pubblici e imprenditori avrebbe, come in altri casi, operato con il chiaro intento di turbare l’appalto. “Quando ti è possibile un messaggio, insomma un ringraziamento a Pietro, mandalo”, sollecitava in un momento in cui ancora la gara doveva essere indetta. Luciano Romeo, tra gli indagati e figura vicina a Rifici, riconosceva le capacità di Sciacchitano. “Come sempre tu sei un toro”.

L’impegno di Sciacchitano, che avrebbe anche suggerito di migliorare il rating di Siristora con un aumento di capitali nell’ottica di renderla più solida, sarebbe stato ricompensato firmando formalmente un contratto di consulenza con la società.

La gara a Catania

Le società al centro dell’indagine palermitana sono al momento protagoniste a Catania di una gara simile. Il Policlinico etneo, infatti, attende di conoscere l’esito del ricorso presentato al Consiglio di giustizia amministrativa contro la sentenza del Tar che, come raccontato dal Quotidiano di Sicilia a dicembre dello scorso anno, ha annullato il bando con cui l’azienda guidata dal manager Gaetano Sirna aveva indetto una procedura – base d’asta di oltre 80 milioni di euro – per affidare il servizio di fornitura dei pasti.

A presentare il project financing sono state anche in quel caso le imprese Sirimed, Siristora e Vivenda. Per il tribunale amministrativo, la proposta al centro della gara non era tale da garantire “il trasferimento del rischio operativo dalla pubblica amministrazione al concessionario” come previsto dai project financing, che di fatto trattano delle vere e proprie concessioni.

“La parte del rischio trasferita al concessionario deve comportare una effettiva esposizione alle fluttuazioni del mercato tale per cui ogni potenziale perdita stimata subita dal concessionario non sia puramente nominale o trascurabile”, hanno scritto i giudici amministrativi di primo grado.

La decisione del Tar

A incidere nella decisione del Tar è stata la considerazione secondo cui nella gara immaginata dal Policlinico “il corrispettivo è corrisposto dall’amministrazione, non gravando in alcun modo sull’utenza che fisiologicamente utilizza tale servizio all’interno delle strutture ospedaliere, così dovendosi escludere sotto tale profilo l’esistenza di uno specifico rischio d’impresa”.

Come detto l’azienda guidata da Sirna non è d’accordo e per questo ha presentato appello al Cga. Adesso bisognerà capire se i risvolti dell’inchiesta palermitana avranno riflessi sul prosieguo del giudizio in sede amministrativa.

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