Non corre buon sangue tra il governatore e l'ex presidente Ars. Ecco cosa è successo durante l'incontro per illustrare il progetto sulla riorganizzazione di Province e Città Metropolitane.
Ancora aria di scontri tra Renato Schifani e Gianfranco Miccichè in un partito Forza Italia all’interno dell’ala siciliana di Forza Italia, dove rimangono attive e visibili le tensioni. Tra il presidente della Regione e l’ex presidente dell’Ars continua a non correre buon sangue e le recenti dichiarazioni di Schifani durante la presentazione del cosiddetto Ddl Province lasciano intuire che non ci sia pace assoluta nel gruppo di maggioranza. Il governatore parla di divisioni, di un gruppo compatto intorno alla sua figura e di un altro facente capo a un “coordinatore di sé stesso” (con un riferimento, velato ma non troppo, a Miccichè).
Ecco cosa ha detto il presidente Schifani rispondendo ad alcune domande nel corso di una conferenza stampa a Palazzo d’Orléans a Palermo.
Schifani, Forza Italia e il possibile riferimento a Miccichè
“All’interno di Forza Italia – dice Schifani- vi è un gruppo compatto, anche attorno al presidente della Regione. E poi c’è un altro parlamentare che ancora è coordinatore, ma forse solo di se stesso. Io però mi occupo di governare la Sicilia, sono stato scelto come uomo di garanzia e lavorerò affinché alle prossime amministrative vi siano candidature non lesive, non imporrò nessun candidato”.
Il governatore Schifani ha definito la situazione attuale di Forza Italia come “critica e pirandelliana” e ha ammesso di non sapere se il partito presenterà liste proprie alle prossime elezioni.
Il punto sul Ddl province
In conferenza il governatore non ha parlato solo di Forza Italia, delle sue divisioni e del suo futuro politico. L’incontro, infatti, ha avuto come fine quello di illustrare il disegno di legge sulla riorganizzazione delle Province e delle Città metropolitane, insieme al vicepresidente Luca Sammartino, e all’assessore regionale alle Autonomie locali, Andrea Messina.
“Avremo un presidente della Provincia eletto direttamente dai cittadini, i consiglieri provinciali saranno solo 36, per improntare la nostra politica alla sobrietà, e avremo una rappresentanza di genere non inferiore a 1/4 dei componenti. Le materie saranno identiche a quelle delle ex province, come la manutenzione strade e degli edifici scolastici”.
“Speriamo ci possa essere una sessione elettorale a ottobre, ma l’Aula sarà sovrana – aggiunge Schifani -. Ci auguriamo si possa avvicinare a quella data. Attendere un anno sarebbe un nonsenso. Chiaramente, questo governo non si sottrarrà mai a un confronto sereno, perché le regole sono il principio della democrazia”.
Autonomia, Schifani: “Non ho tradito i siciliani”
Durante la conferenza, il presidente della Regione ha parlato anche di autonomia differenziata. Altro tema “caldo” per la politica siciliana.
“Abbiamo detto a Calderoli qui a Palermo di attuare l’articolo 119 della Costituzione, nella nuova nuova formulazione che prevede il principio insularità inserito nella precedente legislatura”, ha spiegato Schifani.
“Sarò tutore dei siciliani, dei loro diritti, delle nostre prerogative, dell’articolo 119 e dell’insularità”, ha aggiunto.
“Sull’Autonomia differenziata forse si è urlato troppo. Su una testata di livello nazionale sono stato definito traditore dei siciliani. Io non ho tradito nessuno, mi sforzerò di garantire ai siciliani di migliorare la loro terra”, ha dichiarato il governatore, sottolineando che nessuna pressione sarebbe arrivata dai vertici romani di Fratelli d’Italia sulla questione.