Il tumore al colon-retto è una delle neoplasie più comuni in Italia e su scala globale: cos'è la malattia con cui sta combattendo Schillaci
Il mondo dello sport è in apprensione per le sorti di Totò Schillaci, ricoverato in ospedale in condizioni stabili ma serie per un tumore al colon, il cancro che lo aveva già colpito qualche anno fa. Il goleador di Italia 90 affronta una delle neoplasie più comuni in Italia: il tumore del colon-retto, infatti, è il secondo per incidenza, con circa 50.000 nuove diagnosi nel 2023, secondo il rapporto “I numeri del cancro”, subito dopo il tumore al seno.
L’importanza dello screening
Nonostante i programmi di screening siano ben strutturati e offerti gratuitamente, solo il 30-40% della popolazione decide di aderirvi. Lo screening prevede, ogni due anni, la possibilità di ritirare una provetta in farmacia per la ricerca del sangue occulto nelle feci. Se il test risulta positivo, il paziente viene sottoposto a una colonscopia per un’indagine più approfondita. «La bassa adesione è preoccupante», afferma Vecchi, «soprattutto considerando che negli ultimi anni si è registrato un aumento dei casi anche tra persone più giovani, inducendo a valutare l’abbassamento dell’età dello screening a 45 anni».
Le caratteristiche del tumore
Il tumore al colon, se non diagnosticato in tempo, può propagarsi oltre l’organo colpendo linfonodi e poi altri organi, come fegato e polmoni, riducendo drasticamente le probabilità di sopravvivenza. Anche quando viene trattato con chirurgia o chemioterapia, il rischio di recidive resta alto, soprattutto se la malattia è stata già estesa ad altri organi al momento della diagnosi. Un esempio di questa complessa dinamica potrebbe essere proprio la situazione di Schillaci. Vecchi osserva come, nonostante la rimozione del tumore e delle eventuali metastasi, cellule tumorali residue possano riattivarsi a distanza di molto tempo.
Terapie in miglioramento
Negli ultimi anni, le terapie per il cancro al colon sono migliorate sensibilmente, sia dal punto di vista chirurgico che farmacologico. Le tecniche sono sempre più precise, e le chemioterapie risultano più efficaci. Inoltre, in alcuni casi selezionati di tumore, si è visto che l’immunoterapia può portare alla regressione completa della malattia. Al momento si sta anche lavorando per sviluppare nuovi strumenti diagnostici, come la “biopsia liquida”, che permetterà di identificare la presenza di DNA tumorale tramite un semplice prelievo di sangue.
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