Sciacca, chiudono le storiche pizzerie "Conte Luna" e "In Pausa" - QdS

Caro bollette e rincari, ancora “vittime”: chiudono due pizzerie storiche

Caro bollette e rincari, ancora “vittime”: chiudono due pizzerie storiche

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venerdì 30 Settembre 2022

Anni di attività e lavoro mandati "in fumo" dai rincari senza sosta e dai prezzi esorbitanti delle bollette: chiudono due note pizzerie dell'Agrigentino.

Chiuse – a causa del caro bollette e dei rincari di luce e gas – due storiche pizzerie di Sciacca, in provincia di Agrigento: “Conte Luna” e “In Pausa“.

Con un aumento di oltre il 300% dei costi, per queste storiche attività – come per molte altre in giro per la Sicilia e il resto d’Italia, andare avanti dignitosamente e arrivare a fine mese è diventato praticamente impossibile. I proprietari delle due pizzerie di Sciacca, quindi, hanno deciso di chiudere.

Sciacca, chiuse le storiche pizzerie “Conte Luna” e “In Pausa”

Ancora una volta sono i rincari di luce e gas a costringere due imprenditori ad abbassare le saracinesche delle proprie attività. E la situazione, purtroppo, sembra essere lontana dal migliorare se si considera l’aumento spropositato e allarmante dell’inflazione e i conseguenti rincari (soprattutto per i generi alimentari).

“Non possiamo più lavorare per pagare bollette già aumentate di oltre il 300%, sapendo che a breve ci saranno ulteriori rincari”. Sono le parole di Mirella Lombardo, titolare della pizzeria “Conte Luna”. C’è tanta tristezza in queste dichiarazioni, soprattutto perché non è bello dover dire addio a un lavoro portato avanti con passione per 43 anni.

Tante attività, come le pizzerie “Conte Luna” e “In pausa” di Sciacca, sono costrette a chiudere per non aumentare ulteriormente i prezzi. Le tabelle dei costi hanno già subìto dei rialzi, ma – come ricorda Mirella Lombardo – “anche i clienti hanno le bollette da pagare” e le attività non possono sempre rispondere con nuovi rincari.

L’imprenditore Giuseppe Termine, proprietario della pizzeria ristorante “In Pausa”, si è visto costretto a chiudere l’attività e a distribuire i 9 dipendenti in altre sue attività. “Non so per quanto tempo potrò andare avanti, se non arrivano ristori immediati dovrò continuare a chiudere”, dichiara.

Immagine di repertorio

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