Scienziati senza scienza, Italia rovinata - QdS

Scienziati senza scienza, Italia rovinata

Carlo Alberto Tregua

Scienziati senza scienza, Italia rovinata

martedì 02 Giugno 2020

Chiusura ovunque senza prove

Oggi, 2 giugno, è la Festa della Repubblica. In un anno, dal precedente 2 giugno, sono accaduti tre fatti importanti: le dimissioni del governo Lega-5 Stelle, il nuovo governo pentapartito ed il virus “Corona”.
Dei tre fatti l’ultimo è il più grave sul piano socio-economico, ma anche i due precedenti non scherzano, perché il primo ha messo nel sistema economico-sociale un’aggravio di sussidi, e cioè Quota cento e Reddito di cittadinanza; il secondo, ha balbettato per cinque mesi senza riforme o interventi strutturali per dare slancio all’economia e all’occupazione. Conseguenza è stata la recessione che si è presentata a fine anno, prima del terzo evento, cui non bisogna dare immeritate colpe.
Poi, la mazzata virus, cosicché ormai il nostro Paese è entrato ufficialmente nella recessione molto grave e già si paventa un fortissimo -13 per cento del Pil 2020 rispetto all’anno precedente.
In questo dramma, la pubblica amministrazione ha trovato un modo per rattrappirsi ulteriormente, finendo per bloccare tutte le attività.

Una pletora di scienziati, tutti allineati e coperti in televisioni, radio e giornali, hanno cominciato a predicare prudenza, prudenza, prudenza, ma contestualmente dichiaravano senza vergogna di non sapere nulla del virus, della sua origine e dei suoi sviluppi.
Per conseguenza, un governo fatto da persone pavide e per certi versi vili (la viltà della paura), non sapendo che pesci pigliare hanno chiuso tutto il Paese creando le premesse del disastro economico che ancora deve dispiegare i suoi effetti da ora alla fine dell’anno.
Dunque, scienziati privi di scienza e privi di conoscenza, che hanno però avuto il demerito di gettare il Paese nel panico economico ed occupazionale, contribuendo a fare diffondere la povertà in quei ceti medi e medio-bassi, che già stavano male, soprattutto al Sud.
Scienziati senza valori etici che hanno predicato di chiudere, chiudere, chiudere, senza prove scientifiche vere e documentate, ma solo in base a supponenza della loro ignoranza che ha contribuito a gettare nel panico la classe politica, già di per sé supponente ed ignorante.

Prima citavamo i pubblici dipendenti come modello di ignavia e di egoismo: peggio, i loro dirigenti e la classe politica che ha governato, oltre lo Stato, Regioni ed Enti locali.
Hanno consentito a due terzi di costoro e forse di lavorare da casa, col risultato che già poco lavoravano dentro gli uffici, da casa hanno finito per non fare nulla.
Tra l’altro, vorremmo sapere che tipo di lavoro-agile si possa fare da casa, per esempio, per gli uscieri. Cosa fanno? Aprono e chiudono le porte degli uffici da casa? Rispondono ai telefoni da casa o che altro?
La speculazione di ognuno dentro il dramma del virus è stata (ed è) enorme perché, chi ha potuto, ha cercato di sfruttare questa tragica circostanza, senza che quasi nessun giornale, tranne il nostro, abbia additato al pubblico ludibrio questi comportamenti sconsiderati da parte di chi avrebbe dovuto adempiere al proprio dovere con disciplina ed onore (art. 54 della Costituzione).
Sulla questione è meglio stendere un velo pietoso, ma bisogna ritornarci al più presto.

Guardando avanti, bisogna che questo Governo, per quanto impacciato ed incompetente, proceda immediatamente a mettere in atto riforme e avvii ristrutturazioni e cantieri: ora, questo mese, non il prossimo.
In primo luogo deve abbandonare questo modo di compilare le leggi. Per dirne una, l’attuazione dell’ultimo Decreto legge n. 34, ha bisogno di una novantina di decreti attuativi. Com’è noto, il Decreto legge si può adoperare solo in casi di necessità e urgenza. Ma quale può essere l’urgenza se per attuare un decreto, ripetiamo urgente, occorrono 90 e più adempimenti: una cosa da manicomio.
I 173 miliardi di cui si parla, ma che ancora sono aerei, di cui 92 come prestito e 81 a fondo perduto, dovranno essere discussi e deliberati dal Consiglio europeo dei capi di stato e di governo, dei 27 membri dell’Ue, di cui ce ne sono oltre una dozzina assolutamente contrari.
Quindi non sappiamo come finirà. Ma intanto la semplificazione della Pa, l’apertura di tutti i cantieri e la costruzione di nuove infrastrutture al Sud, sono iniziative urgenti e indifferibili.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017