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Sciopero camionisti, agricoltori contro autotrasportatori, è lotta tra poveri

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Sciopero camionisti, agricoltori contro autotrasportatori, è lotta tra poveri

Biagio Tinghino  |
lunedì 21 Febbraio 2022

Lo sciopero degli autotrasportatori finisce per incidere anche sui produttori che non ci stanno e si fanno sentire

Giorni pesanti per lo sciopero iniziato alla mezzanotte di domenica 20 febbraio 2022, che ha l’effetto certo di rallentare le merci e l’ortofrutta isolana. “Le ragioni degli autotrasportatori sono certamente legittime – ha detto Vittorio Gona produttore di Ragusa – ed è inaccettabile che il carburante sia schizzato letteralmente alle stelle negli ultimi mesi.  Ancora una volta l’Italia paga un prezzo pesante per l’infelice scelta di aver lasciato la logistica al solo trasporto gommato, escludendo il trasporto intermodale. In alcune parti della Sicilia, regione che paga il prezzo più alto per la sua marginalità territoriale, le tratte ferroviarie sono le stesse dai tempi dei Borboni: una vergogna lunga quanto lo è l’unità d’Italia”. 

Miopia, inettitudine e la strafottenza della politica di ieri e di oggi che non riesce a farsi carico di un problema atavico; almeno non al punto di perequare un gap mostruoso con il resto del Belpaese ma soprattutto con l’Europa, dove la competitività si misura proprio sui km che l’ortofrutta e le merci devono percorrere per raggiungere i mercati Mitteleuropei. Una classe politica che però fa a gara per diramare comunicati stampa sulle assunzioni di impiegati pubblici, ignorando le realtà produttive! La voce degli agricoltori. CONTINUA A LEGGERE

La rabbia degli agricoltori

“Manifestare non significa danneggiare le altre categorie – ha aggiunto Gona -. Se gli autotrasportatori hanno il diritto di manifestare, noi agricoltori abbiamo il diritto di lavorare. Non è solo la loro categoria che sta subendo i rincari! Noi produttori siamo forse più danneggiati degli autotrasportatori, basta vedere le aste giudiziarie del nostro territorio per rendersi conto in che situazione è l’agricoltura. Continuiamo a lavorare nonostante da sempre le decisioni che ci riguardano siano state prese sulle nostre teste, privilegiando l’Europa politiche agricole a favore degli Stati membri del nord Europa dove le dinamiche produttive sono molto diverse da quelle nostre mediterranee. Ecco perché non è il nostro territorio il luogo ideale per avanzare rimostranze nei confronti di chi prende le decisioni, semplicemente perché non sta qui!” 

“Anche le nostre associazioni di categoria stanno svolgendo opere di sensibilizzazione nei confronti delle Istituzioni per tutti quei rincari spesso ingiustificati e speculativi che stiamo subendo – ha spiegato l’esperto – ma noi blocchiamo nessuno. Chiediamo senso di responsabilità perché così andando ci sono solo i presupposti per proteste selvagge, che impoveriscono non solo i cittadini ma anche le loro stesse famiglie. Stiamo già ricevendo molte disdette di ordini: un fatto grave che si traduce nel dirottamento degli approvvigionamenti di ortofrutta in tutta Europa, che adesso impegna la produzione spagnola. In questo modo non facciamo altro che peggiorare la situazione socioeconomica di casa nostra”. 

Biagio Tinghino

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