Scuola, il premier Conte, "non tollereremo più classi pollaio" - QdS

Scuola, il premier Conte, “non tollereremo più classi pollaio”

redazione web

Scuola, il premier Conte, “non tollereremo più classi pollaio”

sabato 27 Giugno 2020

In aula il quattordici settembre, distanziamento a un metro. Un altro miliardo per l'operazione. La ministro Azzolina, "se serve riprenderemo i tremila edifici scolastici dismessi". Lezioni anche nei musei. I presidi, come al solito, dissentono

Il prossimo quattordici settembre gli studenti di tutta Italia torneranno a scuola e questa volta non dagli schermi dei loro computer ma in aula, su quei banchi che sono stati costretti a lasciare per mesi a causa del lockdown.

Stato ed Enti Locali hanno raggiunto ieri sera l’intesa sul Piano Scuola 2020-2021 al termine di polemiche (spesso inutili), trattative e limature che hanno portato a un testo condiviso da tutti, fatta eccezione per il governatore della Campania, Vincenzo De Luca.

Diciotto pagine di norme e indicazioni per garantire la massima sicurezza all’interno e all’esterno degli istituti.

Escluso, per il momento, l’utilizzo di separatori in plexiglas o altro materiale, ma confermato il distanziamento fisico di un metro “fra le rime buccali (le bocche, ndr) tra gli alunni” (come scrive testualmente il Comitato Tecnico Scientifico).

Ingressi e uscite saranno “differiti e scaglionati”, mentre le lezioni saranno svolte a “turni differenziati”.

Possibile anche una “diversa modulazione settimanale del tempo a scuola”, frase che ha sostituito nel testo definitivo della bozza il prolungamento delle lezioni al sabato.

“Vogliamo classi meno affollate: le cosiddette classi pollaio a me non piacciono affatto, non le tolleriamo più”, ha detto il premier Giuseppe Conte presentando il piano dove, per l’appunto, si chiedono spazi maggiori.

“Portiamo gli studenti nei cinema, nei teatri, nei musei, facciamo in modo che respirino la cultura di cui hanno bisogno”, la proposta della ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina che si trova già a fare i conti con un’edilizia scolastica che poco si coniuga con i dettami di una maggiore sicurezza.

E così il neonato software implementato in queste settimane per censire edifici e strutture scolastiche porta alla luce già un “15% di studenti” che sarebbero costretti a restare fuori dall’aula.

“Lavoriamo sull’edilizia scolastica leggera – continua Azzolina -. Se non basta, abbiamo ripreso i tremila edifici scolastici dismessi: la scuola deve riaprire non solo in sicurezza, ma che sia nuova, più aperta e inclusiva”.

Dal governo, intanto, arriva un ulteriore miliardo, al quale si aggiungeranno altri fondi del Recovery Fund, come ha promesso lo stesso Conte. Un’altra criticità cui le scuole italiane si trovano a far fronte è quella della mancanza di docenti che, in questo momento, sono indispensabili per “sfoltire” le classi pollaio.

“Con i fondi possiamo assumere fino a cinquantamila persone, tra personale docente e non docente con contratto determinato”, ha annunciato Lucia Azzolina, spiegando poi che in estate ci saranno altre assunzioni per sostituire i prepensionati.

Alla promessa di Conte di annullare le classi pollaio, i presidi replicano con la richiesta di “un piano edilizio serio e di lungo termine” per il quale – sostengono – “servirebbero più finanziamenti”.

Contrari anche all’ipotesi di usare cinema o teatri.

“E’ più praticabile – spiega il presidente dell’Anp, Antonello Giannelli – utilizzare parte delle risorse, o il miliardo aggiuntivo, per prendere in locazione dei locali fissi per un tempo contenuto, da qualche mese fino a un anno”.

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