Scuola siciliana pronta alla ripartenza tra precariato e strutture carenti - QdS

Scuola siciliana pronta alla ripartenza tra precariato e strutture carenti

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Scuola siciliana pronta alla ripartenza tra precariato e strutture carenti

Giuliano Spina  |
martedì 30 Agosto 2022

Il 19 settembre al via l'anno scolastico 2022-23 in Sicilia. Cgil, Cisl e Uil sottolineano le principali emergenze da risolvere.

Con la fine di agosto e l’inizio di settembre in Sicilia si torna a parlare di scuola, data l’imminenza dell’inizio dell’anno scolastico. Con esso tornano a far parlare di sé anche le solite problematiche relative ai disagi che già da diversi anni gli studenti provano riguardo allo stato delle strutture scolastiche, molte delle quali in Sicilia ridotte ormai ai minimi termini a causa soprattutto della mancanza di fondi. A questo si aggiungono anche le questioni relative alla stabilizzazione dei docenti precari e alla mancanza di personale Ata e, dulcis in fundo, anche di dirigenti scolastici in alcuni istituti.

Le problematiche esposte dalle tre sigle sindacali regionali

Delle problematiche del settore scuola abbiamo parlato con i segretari regionali delle principali sigle sindacali di categoria.

Adriano Rizza

Adriano Rizza, segretario della Flc Cgil, a margine del Seminario Regionale rivolto ai dirigenti scolastici svoltosi tra giovedì 25 e venerdì 26 agosto ha posto l’attenzione proprio sulle problematiche relative al precariato e su quelle logistiche delle scuole, con un riferimento in particolare alle aree interne dell’Isola e ai quartieri a rischio delle città.

Mancanza di docenti e personale Ata

“Giorno 25 abbiamo parlato con la candidata Lucia Azzolina – ha detto Rizza – del Pnrr e dei problemi riguardanti l’edilizia scolastica, mentre venerdì 26 abbiamo affrontato problematiche come quelle relative agli organici e alla mancanza di docenti, personale Ata e dirigenti scolastici. Quest’ultima cosa causa anche il problema della reggenza, ovvero quando a causa della mancanza di un dirigente in una scuola quello di un altro istituto lo deve sostituire temporaneamente. A questo si aggiunge che manca un direttore generale all’Ufficio Scolastico Regionale da circa sei mesi e stiamo attendendo la nomina da parte del Ministero. Ci sono anche le scuole con meno di 600 alunni che hanno una deroga per due anni, al termine dei quali se non dovessero raggiungere i 600 studenti vengono chiuse. In questo caso quelle a rischio in Sicilia sono circa 70.

Mancano ancora pure i rientri dei docenti siciliani dal Nord a causa proprio delle scuole che chiudono e delle persone che si trasferiscono fuori. Per questi motivi chiediamo un investimento nelle scuole del Mezzogiorno, con riferimento anche alla percentuale bassa di scuole col tempo pieno e alta di dispersione scolastica, un aumento del tempo scuola, la riduzione degli alunni per classe, una legge sul dimensionamento scolastico che garantisca l’esistenza delle scuole nelle aree a rischio e più interne dell’Isola e infine il rinnovo del contratto e l’equiparazione del salario ai livelli europei”.

Studenti disabili da tutelare

La segretaria regionale della Cisl Scuola, Francesca Bellia, pone la lente d’ingrandimento oltre che sul precariato anche sulle condizioni degli studenti disabili a causa della mancanza di stabilità per gli insegnanti di sostegno e su quello che potrebbero rappresentare gli investimenti migliorativi anche per garantire maggiori prospettive occupazionali in Sicilia.

Francesca Bellia

“I problemi più atavici – ha sottolineato la Bellia – sono quelli relativi all’edilizia scolastica e alla reggenza nelle scuole per i dirigenti. Anche quest’anno ci sarà un balletto a causa del precariato e della mancanza di insegnanti di sostegno. Ci sarà un sistema di reclutamento che però non garantirà la stabilità per il personale precario in quanto le procedure concorsuali sono lente. Parte delle centinaia di docenti non di ruolo sono insegnanti di sostegno e questo causa una diffidenza da parte degli alunni disabili, che si trovano a cambiare docente ogni anno.

Si parla tanto di finanziamenti del Pnrr, ma ancora non si vede nulla, e l’assenza del direttore generale all’Usr porta i diversi provveditorati dell’Isola ad affrontare i problemi in modo non lineare. Il personale Ata non è stato adeguato alle esigenze e al fabbisogno delle scuole e la stabilizzazione dei docenti sarebbe invece garanzia di continuità dell’insegnamento per i nostri ragazzi. Battiamo molto su questo perché porterebbe anche a una migliore offerta formativa per gli studenti e a una migliore occupazione per i tanti lavoratori della scuola”.

Istituti scolastici in stato di abbandono

Infine Claudio Parasporo, segretario regionale della Uil Scuola, focalizza la sua attenzione su un’errata composizione degli organici scolastici e sullo stato di abbandono nel quale versano alcuni istituti scolastici dell’Isola a causa soprattutto dell’abolizione delle province.

Claudio Parasporo

Oltre a ciò però svela un particolare riguardo ai fondi del Pnrr. Gli organici vengono considerati – ha puntualizzato Parasporo – senza tenere conto delle peculiarità territoriali di ogni singola provincia. Ci sono da considerare anche l’abbandono degli edifici che ospitano le scuole superiori a causa dell’abolizione delle province e i tagli per scuole primarie e secondarie gestite dai comuni, che non ricevono soldi dalla Regione Siciliana. A tutto questo si aggiungono anche le mancate precauzioni per il Covid e i fondi del Pnrr che sono destinati soltanto agli asili nido. L’assessore Lagalla aveva stanziato soldi per l’edilizia, ma si è potuto fare davvero poco”.

Giuliano Spina

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