Sospesa perché i suoi alunni avevano paragonato il Decreto sicurezza di Salvini alle leggi razziali fasciste, è ancora in attesa di una piena riabilitazione. L'appello della Cgil al ministro dell'Istruzione Fioramonti
A distanza di mesi la vicenda della professoressa Dell’Aria, al centro di una forte polemica dopo esser stata sospesa dall’insegnamento perché, in un’autonoma ricerca, i suoi alunni avevano paragonato il Decreto sicurezza di Salvini alle leggi razziali fasciste, non si è ancora conclusa.
La docente di italiano dell’Iti Vittorio Emanuele III di Palermo – accusata dall’Ufficio scolastico provinciale di aver consentito ai suoi studenti di esercitare “troppa” autonomia di pensiero – è tuttora in attesa di una piena riabilitazione da parte dell’amministrazione scolastica.
Nel maggio scorso Salvini, al tempo ministro dell’Interno, dopo alcune dichiarazioni pesanti, allarmato dal clamore mediatico della vicenda, aveva voluto incontrare a Palermo, in Prefettura, Rosa Maria Dell’Aria insieme con l’allora ministro dell’Istruzione Bussetti.
Una settimana dopo , come spiegò il Qds.it, era stato annunciato che la sanzione sarebbe stata annullata.
“Siamo costretti – ha dichiarato Francesco Sinopoli, segretario generale della Flc Cgil – a prendere atto dei mancati provvedimenti di annullamento di una sanzione tanto ingiusta quanto pericolosa per la tenuta dei valori costituzionali, dall’autonomia di pensiero alla libertà d’insegnamento, di cui la scuola è espressione e garanzia”.
“Sono passati mesi e ben due ministri, impegnati a parole a restituire piena dignità alla docente, riconoscendo la correttezza del suo agire e la competenza professionale, ma nel curriculum della professoressa Dell’Aria rimane la macchia di un provvedimento espressione di un clima autoritario e repressivo, fomentato e legittimato da tanta parte della politica, che trova nel Paese ampio consenso”.
Il sindacato denuncia “la mancanza di volontà della politica e dell’amministrazione scolastica, incapaci di trovare gli strumenti per rimediare a un intervento ingiusto e sbagliato nel metodo e nella sostanza”.
“Il ministro Fioramonti – ha detto Sinopoli – agisca concretamente per annullare la sanzione alla prof. Dell’aria e affermi con fatti concreti il valore e la missione della scuola della Repubblica come condizione imprescindibile per la democrazia del Paese, della quale la libertà d’insegnamento è presupposto e strumento di salvaguardia”.