Scuola, Lagalla: "Giovedì si torna a scuola? Oggi valutazione" - QdS

Scuola, Lagalla: “Giovedì si torna a scuola? Oggi valutazione”

Antonino Lo Re

Scuola, Lagalla: “Giovedì si torna a scuola? Oggi valutazione”

lunedì 10 Gennaio 2022

Così l'assessore regionale all'Istruzione, Roberto Lagalla, presente all'inaugurazione del nuovo anno accademico al teatro Politeama di Palermo

“Visto che avevamo adottato un calendario con sufficienti misure di salvataggio mi preoccupa poco lo slittamento in avanti del ritorno degli studenti in aula. Non si può pretendere che i ragazzi stiano cinque ore davanti ad uno schermo e tra l’altro non lo fanno. Se immaginiamo che lo facciano ci prendiamo in giro”. Così l’assessore regionale all’Istruzione, Roberto Lagalla, presente all’inaugurazione del nuovo anno accademico al teatro Politeama di Palermo.

Riflessioni

“Se giovedì si tornerà in presenza? Oggi è una giornata importante perché i presidi riprendono possesso dopo le vacanze natalizie e faranno il censimento delle disponibilità di personale e verificheranno il numero di allievi vaccinati e quindi si potrà capire quale sarà la forza che potremo dispiegare in campo. Oggi sarà una giornata di valutazione, da domani cominceremo a capire meglio”, aggiunge Lagalla, sottolineando: “Abbiamo disposto un cammino agevolato per gli studenti che vogliono sottoporsi alla vaccinazione, stesso discorso vale per i tamponi”.

“Lunedì nero”

Una sorta di primo giorno di scuola ma si può anche definire il “lunedì nero” della scuola, soprattutto in Sicilia. Dopo giorni di totale confusione sul rientro in classe, è arrivata poi la decisione del governatore Nello Musumeci di rinviare la riapertura post-natalizia di tre giorni. In Sicilia, dunque, la scuola in presenza riprenderà giovedì 13 gennaio ma solo in attesa di eventuali nuove disposizioni.

Il ministro Patrizio Bianchi ammette che c’è la possibilità di assenze tra i prof. Lo spettro della didattica a distanza resta sullo sfondo ma per molti studenti potrebbe presto diventare realtà.

Per alcuni amministratori locali, sindacati e presidi quella di oggi rischia di diventare una “falsa partenza” anche se nel fronte del “no riapertura”, soprattutto tra i governatori, sembra palesarsi qualche crepa.

Il giorno del rientro a scuola in Italia

Per il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, in un “Paese dove è tutto aperto tenere chiuse le scuole non solo è un brutto segnale ma è poco utile” e il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, annuncia che la sua amministrazione rispetterà le “regole che ci vengono indicate dallo Stato”.

Di tutt’altro avviso il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, per il quale sarebbe stato “opportuno differire di 15 giorni la riapertura” mentre Michele Emiliano, governatore della Puglia che aveva già affermato che le Regioni avevano chiesto “invano al governo” uno slittamento, in un messaggio -inviato a un gruppo di genitori e diffuso sui social- afferma che “nessuno può essere obbligato a essere esposto al rischio di contagio se esiste un diritto, quello della didattica a distanza, che può ridurre questo rischio: è possibile per i genitori, qualora venga loro negata la dad, impugnare il provvedimento al Tar”. E nel messaggio Emiliano sottolinea che, in questo caso, si “potrebbe costituire a favore dei genitori davanti al Tribunale amministrativo”.

Sul ritorno in classe restano critici dirigenti scolastici e medici per i quali si rischia il “caos”, con centinaia di alunni non presenti. Tra i prof e personale le assenze -secondo i presidi- potrebbero arrivare a quota 100 mila (il 10% del comparto) senza contare lo zoccolo duro dei “no vax” che prima della stretta governativa sull’obbligo sfiorava le 40 mila unità. E secondo i dirigenti trovare supplenti ora, mentre la pandemia corre, potrebbe essere un problema.

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