SICILIA – Poco più di un bambino su dieci della scuola primaria ha accesso al tempo pieno. Solo il 10,2% degli alunni della primaria e secondaria di primo grado fruisce di una mensa e meno di una scuola su tre ha una palestra.
Sono i dati che emergono dal rapporto di Save the Children dal titolo “Scuole disuguali. Gli interventi del Pnrr su mense, tempo pieno e palestre”. L’analisi approfondisce, in particolare, le diseguaglianze territoriali nell’offerta di spazi e servizi educativi a scuola e analizza, attraverso un confronto della distribuzione degli interventi e delle risorse a livello provinciale, se e in quale misura gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza già avviati possano contribuire a ridurre i divari esistenti.
Con il Pnrr, la Sicilia ha avviato 107 interventi per mense, tempo pieno e palestre – di cui 55 per la costruzione, ristrutturazione o riqualificazione di spazi mensa e 52 per il potenziamento delle strutture sportive – per un valore complessivo di circa 61,1 milioni di euro. Le città che hanno avviato un maggior numero di interventi sono Messina (con 22 progetti del valore di oltre 10,2 milioni di euro) e Catania (con 19 del valore di più di 10,4 milioni di euro). Seguono le province di Siracusa (13 progetti del valore di oltre 7,5 milioni di euro), Palermo (12 interventi del valore di più di 6,2 milioni di euro), Ragusa (10 progetti per 9,7 milioni di euro), Agrigento (9 interventi per un valore di 4,8 milioni di euro), Enna (8 interventi per un valore di oltre 4,3 milioni di euro), Trapani e Caltanissetta (entrambe 7 interventi rispettivamente per un valore di 4 milioni e circa 3,7 milioni di euro).
Messina è la provincia che ha attivato il maggior numero di interventi per le mense rispetto al numero di studenti (3,3 interventi ogni 10mila studenti), mentre Siracusa registra il maggior numero di interventi per il potenziamento delle infrastrutture sportive rispetto al numero di scuole (3,6 ogni 100 scuole).
“Il Pnrr, con un investimento complessivo di oltre 17 miliardi di euro destinati al ministero dell’Istruzione e del Merito – ha spiegato Save the Children -, rappresenta un’occasione unica per garantire uguali opportunità a tutti i bambini, le bambine e gli adolescenti, soprattutto in territori dove la povertà minorile è più accentuata e le famiglie affrontano maggiori difficoltà economiche. A partire dalla mensa e dal tempo pieno o prolungato, servizi essenziali di contrasto alla povertà educativa e alla dispersione scolastica, che in Sicilia è del 17,1%, seconda solo alla Sardegna (17,3%), rispetto a una media nazionale del 10,5%”.
Ad oggi, ha rivelato l’organizzazione non governativa, poco più di un bambino su due della scuola statale primaria ha accesso alla mensa (55,2%) e solo il 10,5% nella secondaria di I grado, con profonde differenze territoriali. “Se nelle regioni del Centro e del Nord – spiegano da Save the Children – si concentrano le province con oltre il 50% di accesso al servizio da parte degli alunni della scuola primaria e secondaria di I grado (con punte del 70% e oltre a Biella e Monza e della Brianza, fino al 91,3% della Provincia Autonoma di Trento) gran parte delle province del Sud sono sotto la media nazionale (che è del 36,9%, considerando sia scuole primarie che secondarie di I grado)”.
In Sicilia, in particolare, accede al servizio mensa solo il 10,2% degli studenti della primaria e della secondaria di I grado, la percentuale più bassa tra tutte le regioni italiane, rispetto alla media nazionale del 36,9%. L’11,1% degli alunni della primaria (poco più di uno su dieci) usufruisce del tempo pieno. Dall’analisi di Save the Children è emerso, inoltre, che anche tra le stesse province più svantaggiate – perfino nella stessa regione – la distribuzione degli interventi per l’accesso al servizio mensa è disomogenea. Ad esempio, Palermo ha ricevuto circa due milioni di euro per la realizzazione di sei interventi, mentre Foggia – dove gli studenti che usufruiscono del servizio mensa è simile (8,7% contro il 6,7% di Palermo) – ha ricevuto quasi sei milioni e mezzo di euro per diciotto interventi.
Anche all’interno della Regione siciliana, la distribuzione risulta disomogenea. La provincia di Messina, che ha la percentuale maggiore di studenti della scuola primaria e secondaria di I grado che accedono al servizio mensa (20,1%) è quella che attiva più progetti (13 per un valore di oltre 3,2 milioni), pari a 3,3 interventi ogni 10mila studenti. Meno della metà (sei), invece, i progetti delle quattro province con la percentuale più bassa: Ragusa (5,7%) con risorse pari a oltre 3,1 milioni e 2,5 interventi ogni diecimila studenti; Siracusa (6,2%) con risorse pari a più di 2,9 milioni e 2,2 interventi ogni 10mila studenti; Palermo che con una percentuale del 6,7% riceve poco più di 2 milioni ed è la provincia che attiva il minor numero di interventi ogni 10mila studenti (0,7). La provincia di Catania, che ha una percentuale di accesso del 7,1%, attiva soltanto 0,8 interventi ogni 10mila studenti, con sette progetti del valore complessivo di oltre 3,7 milioni.
Sei i progetti e 2,1 interventi ogni diecimila studenti per Agrigento (poco più di tre milioni di euro il valore), con una percentuale di accesso alle mense dell’8,9%; quattro i progetti autorizzati nelle province di Trapani, pari a 1,4 interventi ogni diecimila studenti (nonostante solo l’11,2% acceda alla mensa), per un valore di meno di un milione di euro; e Caltanissetta (15%), per un valore di quasi 1,5 milioni e una densità progettuale di 2,2 interventi ogni diecimila alunni. La provincia di Enna registra una percentuale di accesso alle mense del 19,5% e ha attivato tre progetti, per 563mila euro di valore, pari a 2,9 interventi ogni diecimila alunni.