Se le ali del progresso diventano sostenibili - QdS

Se le ali del progresso diventano sostenibili

redazione

Se le ali del progresso diventano sostenibili

sabato 26 Marzo 2022

L’impulso “verde” di Eni e la volontà di tanti giovani possono fornire le fondamenta di un cambiamento

Pisa. Cinquecento. Mentre l’alba s’illuminava di scarlatto nel cielo toscano, un’ombra s’insinuava nell’oscurità. Una grotta. Un suono metallico. Catene millenarie furono squarciate. Un’idea fu necessaria. Una ragione fu sufficiente. Un’anima destò la mente umana dal sonno dogmatico. Un mattino la rese libera dalla schiavitù notturna. Una voce richiamò Apollo dalla profondità del Tartaro. Un pensiero innalzò il Sole sulla grotta platonica.

Londra. Settecento. Il destriero annerito, che ostacolava il volo del carro inestimabile, il quale della mente umana era manifesto, brillava d’un candore rivoluzionario ormai da secoli. Divenuto Pegaso nel celeste cremisi del mattino, danzava tra gli astri di galassie inesplorate, e attraverso il tocco fanciullesco delle sue ali, benediceva la nascita celestiale di nuove costellazioni. Furono dunque luce nuovi orizzonti. Nuove scoperte. Nuove scienze. Il Velo di Maya che ombreggiava sul mondo, sembrava dissolversi. La meraviglia tecnica del quale Bacone era profeta, sorse magistrale sull’Occidente. Uomini comuni. John Kay. Thomas Newcomen. James Watt. Ognuno di loro fu specchio dell’ombra che riarse la mente umana dalle radici tenebrose nelle quali, immobile, giaceva. L’uomo non era mai stato così vicino al cielo.

Ma, come sempre, il Sole trascina con sé caldo. Sudore. Fatica. Ombre. Le nuove fabbriche bruciavano di ingiustizia e sfruttamento. Gli industriali vedevano i propri patrimoni ingigantirsi, mentre gli operai sentivano le proprie forze scomparire. L’ingegno umano si stagliava alto all’orizzonte. Il progresso era vertiginoso. Ma a quale prezzo?

Londra. 1851. Pegaso era ormai invisibile all’occhio scettico dell’uomo tolemaico. Lungo il suo viaggio, plasmò addensamenti di pulviscolo planetario, rendendoli immense nebulose interstellari, e ogni sua creazione, ogni risultato del suo volo secolare, ogni soggetto che s’infuocava della sua arte, irradiava meraviglia all’interno del simbolo alienato di sé stesso: il Crystal Palace.

Le vetrate del Palazzo riflettevano i treni a vapore che viaggiavano sulle ferrovie del Regno Unito, e le tra le sfumature lucenti delle sue pareti si potevano scorgere le visioni imminenti dei prossimi splendori scientifico-industriali, dal motore a scoppio di Benzi alla lampadina di Edison. Nell’intimità di ogni invenzione risiedeva la seconda navigazione di Platone, e il viaggio astrale di Pegaso. Il matrimonio fra la mente umana e il progresso.

Ma neanche l’Ottocento industriale fu esente da colpe. Nacque il taylorismo. Gli operai si ridussero a semplici ingranaggi di una macchina, ed intravedere nel “progresso” il volo del cavallo alato e la liberazione della mente umana, diveniva pressoché impossibile.

Gela. 2022. Il cambiamento climatico è in atto. I ghiacciai si sciolgono. I mari si innalzano. Le terre s’inaridiscono. Le foreste bruciano. Quel viaggio di Pegaso che emozionava d’infinito, è adesso eclissato da scelte umane che finiscono per annichilire la Terra.

2 marzo 2022. Tra le radici greche di Gela, si è tenuto un incontro fondamentale. Gli ingegneri di Eni hanno mostrato ai giovani studenti del progetto Erasmus “Loop” – fondato in virtù della ricerca di una “economia circolare”- il loro impianto “Waste to fuel”, capace di produrre biocarburanti dalla trasformazione dei rifiuti organici, mostrando dunque una possibilità concreta di combattere la crisi ambientale contemporanea. L’industria non ha distrutto il mondo. L’ha fatto l’uomo, attraverso scelte e tecniche sbagliate.

Ma l’uomo può rimediare e, come una sola anima che si muove nell’ombra può trasformare il mondo, l’impulso “verde” di Eni e la volontà di tanti giovani possono fornire le fondamenta di un cambiamento. L’evoluzione industriale è un volo incredibile, e adesso le ali della mente umana mirano verso il cielo più sostenibile.

Luigi Marino,
Liceo Scientifico Elio Vittorini Gela

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