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Senatori a vita e “premierato”

redazione

Senatori a vita e “premierato”

Stefano Modena  |
venerdì 28 Giugno 2024

La soppressione dei senatori a vita, prevista nella riforma costituzionale sul premierato, abolirà una delle figure più longeve della nostra storia

La soppressione dei senatori a vita, prevista nella riforma costituzionale sul premierato, abolirà una delle figure più longeve della nostra storia. Lo Statuto Albertino del 1848 aveva previsto l’istituzione del Senato Subalpino a cui con l’Unità d’Italia successe il Senato del Regno. Composto da membri di diritto, i principi maschi della famiglia reale, e membri di nomina regia, solo maschi, una volta nominati i senatori restavano in carica per tutta la vita.

Neanche Mussolini toccò il Senato, di cui continuarono a far parte durante il ventennio anche Croce ed Einaudi. Dopo la caduta del fascismo molti senatori furono deferiti all’Alta corte di giustizia per le sanzioni contro il fascismo, e buona parte di loro vennero dichiarati decaduti. Il Senato sopravvisse anche al referendum che abolì la monarchia, dando alle istituzioni repubblicane continuità storica. La Costituzione ne fece un organo eletto a suffragio universale, naturalmente includendo le donne nell’elettorato attivo e passivo, e i senatori del Regno non decaduti divennero membri di diritto del Senato della Repubblica nella I legislatura.

Oltre al Qurinale e ai corazzieri, il presidente della Repubblica ha ereditato dalla monarchia sabauda anche la prerogativa di nominare alcuni senatori a vita. In questo modo è stato possibile portare in Parlamento persone di grande competenza e dotate di assoluta indipendenza garantita dalla nomina a vita.

Nell’antica Roma il Senato era il supremo consiglio dello Stato, costituito da persone anziane, da cui il nome. Nella Costituzione repubblicana fu previsto che tanto gli eletti come gli elettori avessero un’età maggiore degli elettori della Camera, proprio per rimarcare la saggezza dell’età. Avere eliminato tale requisito ne ha in parte svuotato il significato, senza differenze di competenze rispetto alla Camera dei Deputati ed eliminate le uniche prestigiose voci indipendenti, il Senato diventa solo un inutile doppione della Camera che sarebbe bene abolire del tutto.

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