La sentenza della giudice Iolanda Apostolico scatena la reazione della maggioranza di Governo. "Basita", commenta Giorgia Meloni; dal PD Elly Schlein risponde: "Basta alimentare lo scontro".
La Sicilia è nuovamente al centro del dibattito nazionale per la questione migranti: l’oggetto della discordia, in questo caso, è la sentenza del Tribunale di Catania che ha annullato il trattenimento di tre migranti ai fini del rimpatrio.
A occuparsi del caso è stata la giudice Iolanda Apostolico, 59 anni, che avrebbe disapplicato il cosiddetto Decreto Cutro sull’immigrazione approvato lo scorso marzo dopo l’ennesima strage in mare ritenendo “illegittimo trattenere chi sta richiedendo asilo“. Una decisione che ha scatenato la polemica a livello sociale, ma anche e soprattutto politico, con Matteo Salvini e la premier Giorgia Meloni in prima linea a commentare la sentenza e ad annunciare provvedimenti per la disapplicazione del Decreto, ritenuta frutto di una “scelta ideologica”.
La sentenza del Tribunale di Catania sui migranti, chi è Iolanda Apostolico
La protagonista della nuova sentenza sui migranti è naturalmente chi l’ha emessa, cioè Iolanda Apostolico, giudice del Tribunale di Catania di 59 anni. La giudice, originaria di Cassino (Frosinone) è nota per la sua competenza sia in materia penale che civile e il suo interesse per il tema dell’immigrazione. Pare che nel 2018 avesse condiviso – attraverso i suoi profili social – una petizione che chiedeva una “mozione di sfiducia” nei confronti di Matteo Salvini, al tempo ministro dell’Interno. Nessun commento, solo una condivisione, che però non è sfuggita agli occhi dei giornalisti e neanche a quella del ministro Salvini, che scrive su Facebook: “Le notizie sull’orientamento politico del giudice che non ha convalidato il fermo degli immigrati sono gravi ma purtroppo non sorprendenti”.
Ciò nonostante, fino alla sentenza sui tre migranti richiedenti asilo nei Cpr di Pozzallo (RG), pare che il suo nome non fosse stato associato ad altri casi simili.
La reazione di Matteo Salvini
“La Lega chiederà conto del comportamento del giudice siciliano in Parlamento, perché i tribunali sono sacri e non possono essere trasformati in sedi della sinistra. Io, venerdì, andrò all’udienza di Palermo dove rischio fino a 15 anni di carcere per aver difeso i confini e ridotto drasticamente sbarchi e tragedie in mare. Chi ha la coscienza pulita non si fa intimidire. Ed è con questo spirito che faremo la riforma della Giustizia, con separazione delle carriere e responsabilità civile dei magistrati che sbagliano”.
Questo il commento di Matteo Salvini in uno dei suoi ultimi post dedicati alla vicenda.
Giorgia Meloni: “Basita”
La sentenza di Catania sui migranti ha scatenato anche la rabbia e lo stupore della premier Giorgia Meloni, che commenta su Facebook: “Siamo di fronte a una pressione migratoria senza precedenti, dovuta all’instabilità di vaste aree dell’Africa e del Medio Oriente. Il Governo italiano lavora ogni giorno per fronteggiare questa situazione e contrastare l’immigrazione illegale di massa. Lo facciamo con serietà ad ogni livello: coinvolgendo gli altri Stati europei e stringendo accordi con i Paesi africani per fermare le partenze dei barconi e distruggere la rete dei trafficanti di esseri umani. E con norme di buon senso per facilitare le espulsioni di chi non ha diritto ad essere accolto. Un lavoro difficile, certo, ma che può portare a risultati concreti, con pazienza e determinazione. Certo, tutto diventa molto più difficile se nel frattempo altri Stati lavorano nella direzione diametralmente opposta, e se perfino un pezzo di Italia fa tutto il possibile per favorire l’immigrazione illegale”.
“E non parlo – aggiunge la premier – solo della sinistra ideologizzata e del circuito che ha i propri ricchi interessi nell’accoglienza. Sono rimasta basita di fronte alla sentenza del giudice di Catania, che con motivazioni incredibili (“le caratteristiche fisiche del migrante, che i cercatori d’oro in Tunisia considerano favorevoli allo svolgimento della loro attività”) rimette in libertà un immigrato illegale, già destinatario di un provvedimento di espulsione, dichiarando unilateralmente la Tunisia Paese non sicuro (compito che non spetta alla magistratura) e scagliandosi contro i provvedimenti di un Governo democraticamente eletto”.
Sentenza sui migranti a Catania, la risposta del PD a Giorgia Meloni
Dura la replica alla premier da parte di Elly Schlein, segretaria del PD: “Giorgia Meloni la smetta di alimentare lo scontro istituzionale che danneggia il Paese. La smettano di cercare un nemico al giorno per nascondere le proprie responsabilità. Se cercano responsabili del disastro sull’accoglienza si guardino allo specchio: è la destra che scrive leggi palesemente incostituzionali e poi se la prende con i giudici che fanno il loro lavoro. È la destra che ha messo la firma su tutte le leggi che hanno prodotto questo caos, come la Bossi-Fini che alimenta l’irregolarità, è sempre la destra che non ha mai contrastato il regolamento Dublino lasciando l’Italia più sola, per allearsi con Polonia e Ungheria che di solidarietà non ne vogliono sapere”.
La versione della Corte d’Appello di Catania
La risposta agli attacchi degli esponenti di maggioranza dopo la sentenza non si è fatta attendere. In una nota, infatti, la Giunta dell’Associazione Nazionale Magistrati del Distretto di Catania ha manifestato “sgomento” per il contenuto delle dichiarazioni “rilasciate da esponenti della maggioranza di Governo e dal Presidente del Consiglio dei Ministri”.
“Tali dichiarazioni – che, tra le altre, accusano un giudice del suddetto tribunale e la magistratura italiana tutta di essere ‘nemici della sicurezza della […] nazione’, ‘un ostacolo alla difesa dell’ordine pubblico’ e di scagliarsi ‘contro i provvedimenti di un governo democraticamente eletto’ –, al di là della loro conclamata infondatezza, ricorrono a toni scomposti, lontanissimi da quelli che dovrebbero sempre informare una corretta dialettica tra poteri dello Stato”.
“Il fatto che i magistrati siano talora chiamati a pronunciarsi in relazione a vicende che hanno anche un rilievo politico, oltre che più propriamente giuridico, non significa, né potrà mai significare che i provvedimenti emessi dall’autorità giudiziaria non traggano il proprio fondamento esclusivamente da una rigorosa valutazione dei fatti ed applicazione delle norme di diritto: tali sono, nel caso di specie, le valutazioni operate dalla dott.ssa Iolanda Apostolico (giudice della Sezione Specializzata in materia di immigrazione del Tribunale di Catania) in relazione ad un decreto del Questore di Ragusa di trattenimento di un cittadino straniero richiedente asilo”.
“Alla luce di tali considerazioni, gli attacchi e le polemiche infondatamente promosse da alcuni esponenti politici ed organi di stampa nei confronti del suddetto giudice sono del tutto gratuite ed irriguardose, oltre che non rispettose delle sfere di attribuzione funzionale e finanche della dignità stessa della persona del magistrato in questione – esposto ad una gogna mediatica (con annessa pubblicazione di fotografie che ritraggono momenti di vita privata della collega) anche unitamente a membri del suo nucleo familiare”.
La Giunta dell’Associazione Nazionale Magistrati del Distretto di Catania esprime pertanto “piena solidarietà e vicinanza alla collega autrice del provvedimento e ricorda che gli atti dell’autorità giudiziaria possono certamente essere criticati e non condivisi, oltre che impugnati nelle opportune sedi; tuttavia, anche la più aspra delle critiche non deve mai trascendere nella delegittimazione personale e professionale dei magistrati che li hanno redatti, né nello strumentale travisamento dei contenuti di quegli stessi provvedimenti o, ancora, in moniti intimidatori verso chiunque – come la collega in questione – eserciti l’attività giurisdizionale attenendosi quotidianamente ai più alti standard legali e deontologici”.
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