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L’Onorevole e il Professore, vaccini e Green pass, posizioni a confronto

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L’Onorevole e il Professore, vaccini e Green pass, posizioni a confronto

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venerdì 12 Novembre 2021

Da una parte Sergio Tancredi, deputato all’ARS, critico nei confronti dei protocolli utilizzati per fronteggiare l’epidemia. Dall'altro il professore Antonio Cascio. Ecco cosa si sono detti.

Da una parte Sergio Tancredi, deputato all’ARS, critico nei confronti dei protocolli utilizzati per fronteggiare l’epidemia e sulle informazioni divulgate rispetto alla vaccinazione dei bambini, dall’altre il professore Antonio Cascio, Direttore dell’Unità Complessa di malattie infettive e tropicali del Policlinico di Palermo. Li abbiamo messi a confronto, uno di fronte all’altro. Ecco cosa si sono detti.

Il confronto

Tancredi parte dai vaccini da somministrare ai bambini e pone subito una questione riguardo la sperimentazione della Pzifer, per la fascia dai 5 agli 11 anni.

Il vaccino anti Covid ai bambini

«Due mesi di sperimentazione e un numero esiguo di soggetti a cui è stato somministrato il vaccino sono pochi, la procedura dovrebbe indurre alla cautela. I rischi sono troppo alti», afferma il politico.

«I rischi ci sono – risponde Cascio – c’è stato un aumento di alcune patologie, che sono state curate con farmaci adeguati. Sui grandi numeri ci può stare, in ogni caso le sperimentazioni vengono eseguite in maniera accurata».

Le complicanze che possono derivare dal vaccino

Nell’intervista il medico riferisce alcuni dati, rispetto alle complicanze derivanti dal vaccino su soggetti con patologie più o meno gravi. Alcuni di questi hanno avuto un decorso in terapia intensiva.
«Tuttavia – ribadisce il professore Cascio – il vaccino mette al riparo dal contrarre il virus, vale il rischio che si corre. Ho fatto vaccinare i miei figli e ho consigliato il vaccino a una mia parente in gravidanza. Ci credo seriamente».

Farmacovigilanza e difetto di comunicazione

L’altra critica che ha posto il politico, che si dichiara «assolutamente fiducioso dell’operato dei medici», si riferisce alla comunicazione.
Secondo Tancredi ci sarebbe stato un difetto di comunicazione in capo alla “farmacovogilanza”, ovvero “sull’identificazione, valutazione, comprensione e prevenzione degli effetti avversi o di qualsiasi altro problema correlato all’uso dei medicinali, per assicurare un rapporto beneficio/rischio favorevole per la popolazione”.

Alcuni risultati sarebbero stati comunicati in ritardo, altri, secondo Tancredi, sono stati «truccati».

È notizia di pochi giorni fa che il colosso farmaceutico è oggetto di un inchiesta avviata in Inghilterra che riguarda la “falsificazione dei dati” e “ritardi sul monitoraggio degli effetti collaterali”.

Pane, per le argomentazioni dei No vax e No Green pass.

«Mi fido dei medici – chiosa Tancredi – non mi fido di chi gestisce il business e che si trova a monte».

I dubbi di Tancredi «sono legittimi, quello dei vaccini è un grosso affare e le case farmaceutiche ci devono guadagnare», incalza il professore Cascio.

Green pass

L’intervista di QdS.it si chiude con il “Green Pass”.
Il certificato verde «non è uno strumento perfetto, è odioso – afferma Cascio – avrei reso la vaccinazione obbligatoria e rilasciato il Green pass solo ai vaccinati. Il tampone? Solo per chi accede nelle strutture ospedaliere».

Sergio Tancredi, a proposito del Green pass, che in queste settimane ha contestato con ogni mezzo – finanche a denunciare alla Digos di Palermo la procedura di Legge applicata dall’ARS – ha riferito di una famiglia del trapanese che per ottemperare all’obbligo del “lascia passare” si sottopone a tampone, affrontando una spesa insostenibile, al punto di essere assistita dalla Caritas Diocesana.

«Il papà non può vaccinarsi e nemmeno la figlia, – racconta – per una patologia incompatibile con le indicazione riportate sul bugiardino del flacone del vaccino. È un operaio che guadagna mille e duecento euro al mese, per essere ammesso al lavoro e far studiare la figlia paga quattrocento euro al mese di tamponi».

Pare che, l’operaio non abbia ottenuto alcuna certificazione di esenzione dal vaccino, nonostante lo status di salute.

Secondo Cascio tali situazioni andrebbero ben valutate dal legislatore.

I due spesso convergono sulle posizioni e viene da porsi una domanda. Sarebbe il caso di rivedere le procedure e, serenamente, rimediare ad eventuali errori commessi?
La parola alla politica.

Vincenzo Lapunzina

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