Settimana della cultura scientifica: 3 mila studenti nei Laboratori del Sud - QdS

Settimana della cultura scientifica: 3 mila studenti nei Laboratori del Sud

Antonella Guglielmino

Settimana della cultura scientifica: 3 mila studenti nei Laboratori del Sud

venerdì 12 Aprile 2019

Concetta Maiolino: “Oggi non ci rivolgiamo solo agli studenti, ma a tutti i cittadini”

CATANIA – Una sessantina di scuole provenienti da tutta la Sicilia orientale e oltre tremila studenti hanno varcato il cancello dei Laboratori nazionali del Sud e dell’Istituto nazionale di fisica nucleare per la ventottesima edizione della Settimana della cultura scientifica e tecnologica. I ragazzi frequentanti le quarte e le quinte classi degli istituti di scuola superiore secondaria con stupore e interesse hanno potuto ammirare le tecnologie presenti all’interno della struttura.

Cettina Maiolino, coordinatrice del gruppo Public engagement dei Laboratori ha detto: “Nel corso degli anni c’è stata una evoluzione, infatti, oggi ci rivolgiamo non solo agli studenti, ma a tutta la cittadinanza, in maniera tale da rendere consapevole il pubblico dei finanziamenti che vengono spesi per la ricerca, importante per la ricaduta e le applicazioni nella società. Formare adulti che facciano delle scelte consapevoli, utilizzando maggiormente il raziocinio e non il sentimento. Infatti, da diverso tempo anche i bambini vengono coinvolti in questo evento, per stimolarli verso la scienza e modificare l’atteggiamento nei confronti delle materie scientifiche”.
In questa avventura sono stati coinvolti pure nove ragazzi, provenienti dall’ istituto superiore “Galileo Ferraris” di Acireale e “Francesco Redi” di Belpasso, per l’alternaza scuola-lavoro, coordinati da Nelly Puglia che ha sottolineato come questa esperienza ha fatto prendere coscienza agli studenti dei percorsi scientifici e delle tecniche di gestione dei gruppi.

Gli studenti sono stati accolti in una sala conferenza da un ricercatore che ha spiegato qual è la missione dell’ente di ricerca, il motivo fondante per cui studiano, il nucleo, grazie a due acceleratori di particelle e ai rivelatori. All’interno della struttura ci sono circa 130 dipendenti tra ricercatori, tecnologi, tecnici e amministrativi. Per le attività di ricerca i Laboratori hanno ricevuto circa 8 milioni di euro dal Ministero, i fondi europei e quelli derivanti dai Programmi operativi nazionali (Pon) del Miur.

Cinque postazioni sono state predisposte all’interno della grande struttura per spiegare agli studenti i vari utilizzi e le applicazioni della fisica nucleare. Come per esempio nel settore dei beni culturali. Il laboratorio Landis, in collaborazione con il Cnr, porta avanti ricerche interdisciplinari, studiando le opere d’arte senza che i manufatti o i quadri vengano trasportati e danneggiati.

Attraverso uno scanner a raggi X è stato scoperto che nel quadro “The Paston Treasure” si cela la figura di una donna. Questa tecnica permette anche di determinare la tavolozza pittorica utilizzata dell’artista, inducendo la fluorescenza a raggi X degli atomi che compongono gli strati pittorici ed è possibile così ottenere la composizione chimica dei pigmenti.

Anche in medicina vi è l’utilizzo di tecnologie nucleari come l’adroterapia. Infatti, grazie ai protoni si possono colpire e distruggere i tumori all’occhio, di strato superficiale, con un grado di precisione molto elevato, rispetto ai fotoni, minimizzando i danni ai tessuti circostanti. Nel 2002 sono stati i primi a utilizzare questa tecnica in collaborazione con i presìdi ospedalieri. Cinque volte l’anno il ciclotrone superconduttore viene utilizzato per questa attività.

Il cuore di questo tour viene svelato con i due acceleratori di particelle: il Tandem e il Ciclotrone superconduttore. Una volta accelerati i nuclei vengono guidati lungo le linee di trasporto fino ad arrivare in appositi rivelatori dove vengono studiate le reazioni nucleari. Il rivelatore che i visitatori possono vedere in questa edizione è il rivelatore Magnex.

Antonella Virginia Guglielmino

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