Si torna a parlare in Italia dell'introduzione della settimana lavorativa corta. Il Governo Meloni potrebbe aprire all'ipotesi. Ecco come funziona e come viene applicata negli altri Paesi europei.
Eppur si muove. A prestare ascolto alle ultime voci provenienti da Roma, anche il Governo italiano potrebbe aprire all’ipotesi della sperimentazione della settimana lavorativa corta.
Lo spiraglio arriva direttamente dai corridoi di palazzo Piacentini, sede del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, con titolare del dicastero, Adolfo Urso, che avrebbe recepito il suggerimento fornito dal segretario della Cgil, Maurizio Landini.
Stipendi uguali, con meno ore e meno giorni lavorativi a garanzia di una produttività migliore e maggiori benefici per i dipendenti in termini di serenità e tempo libero a disposizione. Questa, in sintesi, la proposta che potrebbe essere valutata prossimamente dall’esecutivo.
Settimana lavorativa corta, la posizione dei partiti italiani
La spinta, oltre dagli ambienti della stessa maggioranza (Lega e Forza Italia potrebbero esprimersi in maniera favorevole), potrebbe arrivare prossimamente anche da diversi schieramenti politici, in particolare da quelli attualmente schierati all’opposizione
Il Movimento 5 Stelle già da tempo si è schierato a favore della riduzione a 4 giorni lavorativi, mentre con l’approdo di Elly Schlein a capo della segreteria del Partito Democratico – l’ex vicepresidente dell’Emilia Romagna ha incentrato buona parte della sua campagna sui diritti dei lavoratori – potrebbe giungere un ulteriore impulso da parte dei Dem.
Settimana lavorativa corta, l’opportunità per il Paese
Certo, per il momento di tratta soltanto di un semplice pourparler, ma l’occasione per riformare definitivamente il mondo del lavoro sembra essere di quelle ghiotte e lasciarsela sfuggire rappresenterebbe l’ennesimo delitto.
Di settimana lavorativa corta, a dire il vero, se ne parla già da tempo in Italia, ma fino a oggi davvero in pochi avevano pensato di tradurre la prospettiva in realtà. Finora, lo hanno fatto quelle aziende – poche – che, seguendo l’esempio già applicato in altri Paesi europei.
Settimana lavorativa corta, gli altri Paesi europei
Belgio, Danimarca, Irlanda, Islanda, Portogallo, Spagna e Regno Unito sono soltanto alcune delle realtà estere dove la settimana lavorativa corta è già una realtà concreta. Senza volere scomodare i modelli del Nord Europa e rimanendo, quindi, in area mediterranea, quello Spagnolo potrebbe essere l’esempio più aderente alla situazione italiana.
L’esempio spagnolo
Introdotto nel 2021 in piena emergenza Covid-19 dal Governo retto da Pedro Sánchez, nel Paese iberico il progetto è stato caratterizzato da un passaggio da 39 a 32 ore lavorative, mantenendo invariati i salari. Ad aderire all’idea sono state numerose imprese su base volontaria, alle quali sono stati destinati degli incentivi per 50 milioni di euro.
Come funziona in Portogallo
In Portogallo, invece, è stato già approvato un emendamento che prevede la partecipazione di quelle aziende che avrebbero presentato domanda entro il mese di gennaio 2023, in assenza di aiuti economici da parte dello Stato.
L’obiettivo è quello di verificare quali siano le imprese realmente interessate a portare avanti il progetto in futuro, oltre alla mera sperimentazione. Il ministro del Lavoro, Ana Mendes Godinho, ha sottolineato che per il momento la proposta è destinata soltanto al settore privato ma non è da escludere un’apertura al pubblico.