Sgravi a imprese gender equality, domande entro il 15 febbraio - QdS

Sgravi a imprese gender equality, domande entro il 15 febbraio

Chiara Borzi

Sgravi a imprese gender equality, domande entro il 15 febbraio

giovedì 05 Gennaio 2023

L’Inps ha diffuso le istruzioni operative per accedere alle misure di esonero contributivo. Potranno presentarle solo quelle che hanno già ottenuto la certificazione di genere (Legge 162/2021)

ROMA – Con la circolare 137 del 27 dicembre 2022 Inps ha diffuso le prime istruzioni operative per consentire ai datori di lavoro del settore privato, anche non imprenditori, che hanno conseguito la certificazione della parità di genere (articolo 46-bis del d.lgs n°198/2006, modificato dall’articolo 4 della legge 162/2021) entro il 31 dicembre 2022, di accedere alle misure di esonero contributivo.

Il provvedimento nasce con la legge 162/2021, articolo 1 comma 5, ed è diventato strutturale con la legge 234/2021, articolo 1 comma 138, registrando un incremento delle dotazioni del Fondo per il sostegno della parità salariale di genere proprio con l’ingresso del 2023.
Le domande possono essere presentate all’Inps dal datore di lavoro o da un suo rappresentante legale, esclusivamente on-line attraverso il modulo di istanza “Par-gen” disponibile sul sito www.inps.it nella sezione “Portale Agevolazioni (ex DiResCo), entro il 15 febbraio 2023.

Grazie al provvedimento saranno oggetto di esonero i premi e i contributi dovuti all’Inail, i contributi previsti dai fondi di solidarietà e dai fondi per l’erogazione ai lavori del settore privato del TFR, infine i fondi interprofessionali per la formazione continua.

La soglia massima riferita al periodo di paga mensile è pari a 4.166,66 euro, perché l’esenzione viene calcolata sulla contribuzione previdenziale complessiva dovuta dal datore di lavoro nel limite massimo di 50 mila euro annui, per una misura non superiore dell’1 per cento. In caso di insufficienza di risorse, spiega Inps, “l’esonero spettante sarà proporzionalmente ridotto al limite di spesa di 50 milioni di euro annui previsto dall’articolo 6, comma 1, del decreto interministeriale del 20 ottobre 2022. Qualora sia necessario procedere al proporzionamento delle risorse per l’intera platea dei destinatari le istanze saranno contrassegnate dallo stato “Accolte parzialmente”.

Come ottenere la certificazione della parità di genere?

Partendo dal principio per cui la parità di genere sul posto di lavoro è un obiettivo europeo previsto anche dal Pnrr italiano, la normativa di riferimento è l’articolo 46-bis del decreto legislativo 198/2006, modificato dall’articolo 4 della legge 162/2021. La prassi da seguire per ottenere la certificazione è stabilita dal documento UNI PDR 125 2022 (Gender equality) entrato in corso di validità il 16 marzo 2022. Al suo interno sono contenuti i Key Performance Indicator (Indicatori chiave di prestazione) la cui analisi dovrà decretare con successo la performance aziendale in tema di parità di genere. Questi alcuni dei criteri contenuti nel documento: rispetto dei principi costituzionali di parità e uguaglianza; adozione di politiche e misure per favorire l’occupazione femminile – specie quella delle giovani donne e quella qualificata – e le imprese femminili anche con incentivi per l’accesso al credito e al mercato ed agevolazioni fiscali; adozione di misure che favoriscano l’effettiva parità tra uomini e donne nel mondo del lavoro, tra cui pari opportunità nell’accesso al lavoro, parità reddituale, pari accesso alle opportunità di carriera e di formazione, piena attuazione del congedo di paternità in linea con le migliori pratiche europee o la promozione di politiche di welfare a sostegno del “lavoro silenzioso” di chi si dedica alla cura della famiglia, nel rispetto dell’art. 3.1 della Costituzione (uguaglianza formale).

Twitter: @ChiaraBorzi

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