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Morti sul lavoro 2022: la mappa del rischio, come sta la Sicilia

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Morti sul lavoro 2022: la mappa del rischio, come sta la Sicilia

Michele Giuliano  |
domenica 08 Gennaio 2023

A guidare la classifica è Catania con 14 decessi, segue Siracusa, poi Palermo e Messina. Ad ottobre 2022, si è registrato stato registrato un peggioramento senza precedenti

Sono stati 43 i morti sul lavoro in Sicilia nei primi dieci mesi del 2022. Un numero troppo alto, drammatico, che definisce bene come le condizioni sul lavoro non siano così sicure e protette come dovrebbero essere. Secondo i dati Inail, elaborati dall’Osservatorio sicurezza sul lavoro Vega Engineering, tra gennaio e ottobre di quest’anno in Sicilia sono stati 43 i casi di infortuni mortali sul lavoro, con un indice di incidenza sugli occupati del 32,8 e del 6,5% sul totale italiano.

Morti sul lavoro, come si posiziona la Sicilia nella classifica nazionale

Questi numeri portano la regione all’ottava posizione nella classifica nazionale.

Numeri in aumento rispetto allo scorso anno: nello stesso periodo nel 2021 i casi erano stati 40, con un indice sugli occupati del 29,6, il 4,9% sul totale della penisola e 16esimo posto in Italia.

Il dato dei morti sul lavoro nelle province siciliane

A livello provinciale, Catania è la provincia in Sicilia col maggior numero di morti, 14 nei primi 10 mesi dell’anno e un indice del 50,6; segue Siracusa, con 5 decessi nei cantieri e un indice del 46,2, poi Palermo, con 8 decessi e un indice del 25,1. Messina si trova molto più in basso nella classifica, all’81esimo posto, con 3 decessi e un indice del 18,4.

L’Osservatorio Vega utilizza, per esemplificare i propri dati, lo schema colori utilizzato dalle istituzioni durante la pandemia, per definire lo stato delle diverse regioni, dal bianco al rosso, passando per il giallo e l’arancione.

Ad ottobre 2022, rispetto al 2021, la situazione è sicuramente peggiorata in molte regioni: la Sicilia passa da giallo ad arancione, e in generale, quasi tutte le regioni hanno segnato un peggioramento.

Altre statistiche

Ad ottobre 2022, le uniche regioni bianche sono la Liguria e il Friuli-Venezia Giulia; in giallo il Lazio, l’Abruzzo, la Sardegna, l’Emilia Romagna. In arancione insieme alla Sicilia, ci sono la Lombardia, il Veneto, la Toscana, le Marche, la Campania, la Puglia e il Molise.

In rosso la Valle d’Aosta, il Trentino Alto Adige, l’Umbria, la Basilicata e la Calabria. A livello nazionale, sono stati 659 gli infortuni mortali durante il lavoro, mentre sono 250 quelli rilevati in itinere.

Questi ultimi sono cresciuti del 24% rispetto al 2021, complice anche la riduzione del lavoro in smart working nel 2022.

Le parole di Mauro Rossato e ulteriori spunti

“Una media di 90 vittime al mese, erano 88 fino a settembre 2022 – ha detto Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio sicurezza sul lavoro Vega Engineering di Mestre -. Una media tragica che, oltre ad aumentare rispetto al mese precedente, sottende oltre 21 decessi alla settimana e circa tre infortuni mortali al giorno”. Nel periodo gennaio-ottobre 2021 invece i decessi totali erano 1.017, con un apparente decremento della mortalità (-10,6%). Va ricordato, però, che sono calati di molto i numeri dei morti per Covid, che nel 2021 costituivano tragicamente oltre un quarto dei decessi sul lavoro (282 su 1.017).

Epurando i dati dall’ondata della pandemia, questi sono del tutto analoghi a quelli del 2019, epoca pre-covid, a dimostrazione che il tragico fenomeno delle morti sul lavoro sostanzialmente non subisce diminuzioni da anni. 

In parallelo, le denunce totali di infortuni sono cresciute del 33% rispetto al 2021, arrivando a quota 595.569, con il settore della sanità sempre in testa alla graduatoria degli infortuni in occasione di lavoro (75.034 denunce).

A seguire: attività manifatturiere e trasporti. Importante in questi dati anche la lettura sull’evoluzione delle denunce totali di infortunio per Covid: a fine ottobre 2021 erano 36.821, mentre a fine ottobre 2022 sono diventate 107.602.

Praticamente sono triplicate, dimostrando che il virus è divenuto molto meno mortale ma è ancora presente nei luoghi di lavoro.

Michele Giuliano

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