La Sicilia celebra il superamento dei 15 milioni di pernottamenti, ma il Veneto è oltre i 70 e la Toscana sfiora i 50
PALERMO – Il settore del turismo in Sicilia è (quasi) fermo. Tra le regioni italiane maggiormente interessate dai flussi legati al comparto, infatti, l’Isola fatica a trovare spazio. Non si tratta di un caso eccezionale, ma di un trend negativo che ormai va avanti da tempo.
Partiamo però dal dato positivo
Quest’anno il settore è tornato a crescere dopo ben tre anni di immobilismo legati soprattutto al Covid-19, facendo segnare quello che dalla Regione è stato indicato come un significativo record: il superamento dei 15 milioni di visitatori (risultato che verosimilmente da qui a fine anno sarà ulteriormente migliorato). Si intravede insomma un piccolo spiraglio di luce. Una sottile boccata d’aria che resta, in ogni caso, molto debole rispetto ai numeri di altre parti d’Italia.
Nel 2023 stesso numero di visitatori del 2019
Le presenze turistiche nell’Isola, infatti, nel 2019 hanno toccato i 15,1 milioni. I numeri, rispetto alle altre regioni d’Italia, erano già deficitari prima del Covid. Basti pensare che la provincia autonoma di Bolzano, estesa appena settemila chilometri quadrati rispetto ai quasi 26mila siciliani, fa segnare da molto tempo numeri ben più alti dell’Isola. Poi è arrivata la pandemia, e la Sicilia ha subito le maggiori perdite, con sei milioni e mezzo di pernottamenti nel 2020, contro i quasi 22 milioni di Bolzano, determinando quindi un crollo del 57% dei turisti, contro il 36% del territorio altoatesino.
Il Veneto ha quintuplicato le presenze della Sicilia
I dati Istat, infatti, ci confermano che le flessioni più consistenti delle presenze rispetto al 2019 hanno interessato maggiormente le Isole (-62,7%) e le regioni del Nord Ovest (-61,9%). Facendo poi un paragone con le aree più simili alla Sicilia per estensione territoriale e densità demografica, la situazione non migliora. Nello stesso anno pre-Covid, infatti, il Veneto ha quasi quintuplicato le presenze rispetto alla regione siciliana, con oltre 71 milioni di pernottamenti contro i 15,1 siciliani. L’Emilia-Romagna ha fatto segnare nel 2019 poco più di 40 milioni, la Toscana ha toccato quota 48 milioni. Fra queste, unica regione a far compagnia alla nostra è il Piemonte, con quasi 15 milioni di presenze nel 2019.
Con il superamento della crisi sanitaria, il dato siciliano è cambiato davvero di poco, portando alla luce, quindi, la presenza di un problema strutturale che rende evidentemente più difficile lo sviluppo del turismo nell’Isola.
È vero che sono aumentati i pernottamenti degli stranieri – nel periodo gennaio-ottobre 2023 sono stati 7, 4 milioni di stranieri in Sicilia, con un aumento del 19% rispetto al 2022 – ma se questo dato si inserisce in un più generico dato nazionale, per esempio confrontato ancora a con regioni come Veneto, Toscana ed Emilia Romagna, allora il tutto subisce un evidente ridimensionamento.
Insufficienza di servizi
Ribadiamo quindi il persistere di criticità di fondo sul territorio, che rendono difficile far crescere il settore. Tra queste la carenza, quando non l’assenza, di infrastrutture, senza cui i collegamenti tra le varie zone dell’Isola diventano difficoltosi se non in qualche caso addirittura drammatici. A fronte di una disarmante bellezza, ma di un altrettanto forte insufficienza di servizi, resta quindi fondamentale intervenire per risolvere le difficoltà che sussistono da tempo e che rendono l’Isola meno attrattiva, sfruttando la crescita registrata quest’anno e spostando l’obiettivo sempre più in alto, dando così alla Sicilia la possibilità di sviluppo che merita.
Un set cinematografico a cielo aperto che occorre saper valorizzare
Ripartire dal cineturismo si può e si deve. In una Sicilia in cui il comparto non riesce a raggiungere i grandi numeri di altre regioni, il successo di molte serie e film che negli ultimi anni sono tornate a girare nell’Isola può rappresentare un volano per il settore e quindi per l’economia locale, attivando un circuito virtuoso che può produrre una ricaduta importante anche a livello occupazionale.
Dunque, non soltanto la fase delle riprese determina un aumento delle presenze tra attori, troupe, equipe che fanno da potenziali consumatori e acquirenti. Ma dopo la sua uscita, il film – o la serie televisiva – genera un maggiore afflusso di visitatori nei luoghi utilizzati come set. In particolare, a far ben sperare circa il futuro del cineturismo in Sicilia, se debitamente sfruttato, sono le grandi produzioni internazionali che negli ultimi anni l’hanno scelta come location. Basti pensare alla Disney con il quinto capitolo della saga di Indiana Jones, che ha visto protagonisti alcuni scorci suggestivi: dal Parco archeologico di Segesta passando per Cefalù, Noto e Siracusa. O ancora, sempre per la piattaforma Disney+, la serie “I Leoni di Sicilia”, tratto dall’omonimo romanzo di Stefania Auci. Oppure il “Gattopardo” di Netflix o “White Lotus”, prodotta dalla Lucky Red.
Per cogliere le implicazioni di quanto stiamo dicendo basti pensare al “Commissario Montalbano” e a quanto i libri prima e la serie dopo, abbiano contribuito a far conoscere e crescere i luoghi raccontati dalla penna di Andrea Camilleri e continuino ancora oggi, anni dopo la morte del maestro e la messa in onda dell’ultimo episodio. O ancora si pensi alla serie tv “Makari”, che ha riportato in auge anche le zone del trapanese.
Insomma, i film o le serie di turno possono rappresentare una fetta importante del turismo di un territorio, richiamando i molti che, animati dalla curiosità di rivivere i luoghi, le scene che hanno seguito, decidono di andare a vederli di persona. Proprio per la rilevanza che il cineturismo ricopre, c’è l’esigenza di coltivare questo settore. È necessario sensibilizzare le strutture che operano sul territorio, gli stessi cittadini, le Amministrazione locali, affinché si possa sfruttare pienamente la ghiotta occasione delle produzioni cinematografiche. I modelli ci sono e basta imitarli. Si pensi per esempio alla Liguria, che ha sfruttato il recente successo del film d’animazione “Luca” della Disney-Pixar, ambientato nelle Cinque Terre e uscito nel 2021 sempre su Disney+. Gioco facile, viste le bellezze di quella terra, ma l’Amministrazione regionale è riuscita a fare di più, sfruttando il successo del lungometraggio con due iniziative: l’installazione delle statue subacquee che riproducono i protagonisti del cartone, per attirare in particolare gli amanti dello snorkeling e il “treno rock” per ripercorrere le tappe più belle della Liguria a cui si è ispirato il film.
Altro esempio di come potenziare al massimo il cineturismo è il boom che ha registrato la cittadina di Crema grazie al successo del film “Call me by your name”. Anche in questo caso, oltre alle bellezze della cittadina, a fare la differenza è stato il lavoro dell’Amministrazione comunale. Un lavoro che ha fatto registrate, dal 2017 al 2018, un aumento del turismo del 300%.
Se è vero quindi che la presenza di grandi case cinematografiche durante le produzioni dei film sviluppa un importante processo a livello economico, è altrettanto vero che è fondamentale saper avviare iniziative capaci di sfruttare questo enorme ritorno d’immagine.
Elvira Amata, assessore regionale al Turismo: “Il caro voli continua a penalizzarci. Lavoriamo per risolvere il problema”
PALERMO – Sui dati siciliani dei pernottamenti e sul confronto tra Sicilia e altre regioni Italiane abbiamo sentito l’assessore regionale al Turismo Elvira Amata.
“Preferisco guardare – ha detto – al bicchiere mezzo pieno. Da ottobre a dicembre non sappiamo esattamente che numeri arriveranno e di quanto supereremo la quota 15 milioni, ma li abbiamo già superati nel 2019 e il 2023 è andato molto meglio rispetto a quell’anno. Chiuderemo una stagione turistica col sorriso, cioè avendo raggiunto dei numeri importanti”.
“Non sono i numeri di altre regioni – ha ammesso la rappresentante dell’Esecutivo regionale guidato da Renato Schifani – ma questo dipende anche e soprattutto dai collegamenti aerei. Una questione su cui stiamo lavorando: il Governo i primi risultati li ha dati con la proposta degli ‘sconti’ per i cittadini siciliani, per gli studenti che si spostano. Stiamo lavorando a una misura che possa investire anche il comparto turistico. Non possiamo intervenire sulle tariffe come Regione e come Governo nazionale, ma la Commissione europea ha avviato la propria indagine sul caro voli”.
“È sicuro – ha concluso Amata – che la Sicilia sia scelta e abbia un grande appeal nonostante il problema legato ai collegamenti, quindi se risolvessimo questo aspetto le altre regioni ‘non le vedremmo nemmeno’. Da siciliani conosciamo bene il problema e in un anno di Governo ci siamo attivati per trovare delle soluzioni concrete”.
Adriano Agatino Zuccaro