In Sicilia è corsa ad alcol e ristorazione, vendite e prezzi in calo

In Sicilia è corsa ad alcol e ristorazione, vendite e prezzi in calo

In Sicilia è corsa ad alcol e ristorazione, vendite e prezzi in calo

Mauro Seminara  |
lunedì 25 Novembre 2024

L’Ufficio di statistica del Comune rileva un continuo aumento dei prezzi per ristorazione e servizi ricettivi con un +7,4% sul periodo di riferimento 2023

Dal quadro globale, fotografato da istituzioni mondiali che vanno dal Fondo Monetario Internazionale alla nazionale Istat, emerge una complessiva instabilità dettata da uno scenario geopolitico in sensibile variazione. Il Prodotto interno lordo dell’Europa e del Nord America è pressoché stabile, senza grande slancio malgrado una industria su tutte stia dopando i dati. L’Asia è in pieno sviluppo e nel 2024 paesi come India, Cina e Russia vedono un Pil, secondo i dati del Fmi, scandiscono una crescita rispettivamente del 7%, del 4,8% e del 3,6%. In Italia intanto si respira incertezza, e le oscillazioni dei prezzi unite al bilancio medio delle famiglie determina effetti speculativi e carrelli della spesa che incidono sul portafogli degli italiani a discapito di beni che rallentano sulle vendite e sull’indice dei prezzi.

La Sicilia in inflazione generale simile al dato nazionale

I prezzi salgono quindi, ma non in modo uniforme, registrando picchi che influenzano le vendite assorbendo risorse da una parte e riducendole altrove. La Sicilia registra ad esempio un indice dei prezzi al consumo simile a quello nazionale. I dati di riferimento sono in questo caso quelli dell’Istat per il quadro nazionale e le elaborazioni dell’Ufficio statistica del Comune di Palermo quale indice per il trend siciliano. In attesa della prossima diffusione, il 29 novembre, del bollettino sull’andamento dei prezzi al consumo dell’Istat, sul finire dell’anno e prima dell’avvio di periodi incidenti come il Black Friday prima e le festività natalizie dopo, l’Istituto di statistica conferma anche per ottobre il trend del 2024.

Sale il carrello della spesa, scende l’energia

Ad ottobre infatti l’inflazione risale a +0,9% secondo l’Istat, ciò malgrado un quadro di stabilità congiunturale, cioè quella invarianza sommaria che riguarda la media europea e la media nordamericana fatta eccezione per l’andamento negativo di Estonia, Austria, Finlandia e Irlanda. Gli andamenti settoriali italiani però risultano marcatamente differenziati. Il carrello della spesa costa il 2% in più, in aumento rispetto al +1% precedente. In generale, in Italia rispetto a settembre salgono ancora i prezzi per i generi alimentari. Scendono invece, e sensibilmente, i prezzi dei beni energetici con un calo su base annua di -9,0% da -8,7% di settembre. Il gioco d’azzardo del periodo post invasione Russia dei confini ucraini è lontano e l’andazzo si è calmierato con progressiva riduzione dei prezzi di comparto.

L’impennata della ristorazione in Italia

Sempre secondo l’Istat, anche ad ottobre i prezzi dei servizi ricreativi e culturali rilevati risultano in moderazione rispetto ai picchi euforici precedenti, quelli del periodo post pandemia ed in ripresa economica nazionale. La crescita nel settore dei trasporti è invece in lieve accelerazione con un +3,0% dal +2,4% del mese precedente. A ottobre quindi, in Italia, l’inflazione acquisita per il 2024 si attesta all’1,0%. Importante, prima di passare alla fotografia della Sicilia, porre l’attenzione sul dato nazionale relativo a “Servizi ricettivi e di ristorazione”. Lo slancio del settore, che a settembre 2024 si attestava su un +4% rispetto al periodo di riferimento dell’anno precedente e ad ottobre 2024 “rallenta” ad un +3,5% rispetto ad analogo periodo di riferimento, è l’immagine di un trend sensibilmente diverso in Sicilia.

La Sicilia fuori media su “Servizi ricettivi e di ristorazione”: +7,4%

I dati definitivi di ottobre 2024 elaborati dall’Ufficio di statistica del Comune di Palermo, confluente al Sistema statistico nazionale, vedono un aumento piuttosto elevato nella divisione “Servizi ricettivi e di ristorazione” con un evidente +7,4% rispetto ad ottobre del 2023. Se in Sicilia ad inizio anno, così come da dati consolidati di gennaio, l’impennata riguardava già “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” un indice prezzi che vedeva un +6,7% rispetto a gennaio 2022, ad ottobre rivela un trend confermato con una inflazione importane su ristorazione e “servizi ricettivi”. Ma il bilancio è sostanzialmente invariato ed in Sicilia l’aumento dei prezzi per il divertimento, gli alcolici e la ristorazione aumentano, diminuiscono le vendite di molte categorie di beni. In altre parole, in Sicilia più che nel resto d’Italia si spende molto di più su alcol, ristorazione, servizi ricettivi ed intrattenimento – assente ovviamente dai rilevamenti la spesa per sostanze stupefacenti – e meno in beni per la casa e l’abbigliamento. Fattispecie che ha tutta l’aria di un grave disagio emotivo di fondo.

Arriva il Black Friday

L’appuntamento con il Black Friday, altro periodo di scontistica di ispirazione culturale estera, è in teoria il 29 novembre. Gli sconti del Black Friday però sono già iniziati, sia sulle piattaforme di e-commerce che nei negozi fisici. Una promozione che non indica un settore in attivo su vendite e prezzi ma la necessità di aumentare il volume di vendita pur riducendo il margine di utile. Confimprese ha analizzato i dati di diversi importanti osservatori economici ed il risultato è che quest’anno quali il Black Friday presenterà un saldo negativo rispetto al 2023. “I dati dell’osservatorio di Findomestic – dichiara Giovanni Felice, vicepresidente nazionale di Confimprese Italia e coordinatore regionale di Confimprese Sicilia – fanno emergere uno spaccato significativo dello stato d’animo dei cittadini e consumatori italiani che si preparano a partecipare alla corsa agli sconti con il freno tirato, tra timori economici ed incertezze finanziarie, con un portafoglio più contenuto e con un occhio attento al budget”.

Guerre e cambiamenti climatici dirottano gli acquisti

Stando ai dati dell’osservatorio Findomestic, la flessione dei consumi è legata ad un clima di preoccupazione persistente: “Nonostante l’inflazione sotto controllo, il caro-prezzi ed il calo del potere d’acquisto (citato dal 39% degli intervistati) rimangono i principali fattori di freno. Solo un quarto degli italiani (26%) considera il periodo attuale un buon momento per fare acquisti”. Ma c’è di più. “Anche i temi globali, come le guerre in corso e il cambiamento climatico – afferma Giovanni Felice – preoccupano gli italiani e influenzano la loro propensione al consumo, con il 35% che considera la situazione mondiale una delle principali cause di incertezze. La stessa fonte ritiene che ‘Nonostante le incertezze economiche, molti consumatori prevedono di spendere una cifra simile a quella dell’anno scorso, con oltre il 50% che opterà per piattaforme online come Amazon ed eBay’. Tuttavia, i centri commerciali ed i negozi fisici continueranno a giocare un ruolo chiave”.

Una economia in piena mutazione

L’economia nazionale, e quella siciliana con rilievo su alcune categorie sopra esposte, procede nella trasformazione di un sistema con capitali che si spostano in direzioni diverse con effetti negativi sul commercio di alcuni comparti ed anche nei confronti del commercio di prossimità. “L’osservazione delle varie analisi – afferma il vicepresidente nazionale di Confimprese Italia – impone almeno due elementi di riflessione: la rilevanza assunta dal commercio online, che ha superato il 50% delle vendite nelle intenzioni di acquisto, e lo stato di preoccupazione dei cittadini rispetto alla condizioni di crisi percepita dagli italiani che finisce per frenare i consumi oltre all’evidente calo del potere di acquisto”.

Se neanche il Black Friday fa più presa sulle vendite

“Il Black Friday – conclude Giovanni Felice – ha rappresentato un importante impulso all’economia, poiché era un’occasione per fare acquisti aggiuntivi. Finita questa funzione propulsiva si trasforma in una semplice operazione di vendita che finisce per spostare flussi di clientela tra un settore ed un altro, dal commercio fisico al commercio online e dalla piccola distribuzione ai centri commerciali. Servono eventi che procurano stimoli all’economia, ed in quest’ottica sarebbero opportuni “Day shop” concordati con le associazioni di categoria, ma servono soprattutto misure politiche capaci di aumentare il potere d’acquisto, soprattutto delle classi sociali meno abbienti. D’altronde, se l’8,4% delle famiglie Italiane è in condizioni di povertà assoluta non c’è da meravigliarsi se c’è una flessione dei consumi”.

La “guerra” tra il venerdì nero e Natale fa perdere entrambi

La previsione complessiva è quindi di un periodo di sconti, quello del Black Friday, che insiste a ridosso del tradizionale shopping natalizio in un periodo in cui a farla da padrone sono altri settori commerciali ed altri sistemi di vendita, ed il bilancio complessivo non si prevede positivo. Inoltre, nell’insieme, pare che il Black Friday condizionerà le vendite di Natale ed il saldo complessivo risulterà negativo di circa il 20%. Questo accade nel quadro di acquisti di beni per la casa, per il guardaroba o per il miglioramento dello stile di vita mentre la forte richiesta di “divertimento” fatto di ristorazione fuori casa, alcol, tabacchi e probabilmente anche altre sostanze, condiziona il volume economico degli acquisti di altri beni.

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