Inflazione e crescita "frenata", come sta l'economia siciliana - QdS

VIDEO | Dalla crescita “frenata” all’inflazione, ecco come sta l’economia siciliana

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VIDEO | Dalla crescita “frenata” all’inflazione, ecco come sta l’economia siciliana

Patrizia Penna e Raffaella Pessina  |
martedì 14 Novembre 2023

Luci e ombre dell'economia siciliana spiegati da Bankitalia. Ecco l'intervista del QdS al direttore della Banca d'Italia di Palermo, Emanuele Alagna.

In Sicilia, finalmente, (timidi) segnali positivi arrivano dall’occupazione. Buona la performance del settore turistico, trainato da un significativo incremento delle presenze straniere. Export in affanno a causa della sua atavica dipendenza dai prodotti petroliferi. è il bilancio del primo semestre del 2023 tracciato nel report sull’andamento dell’economia siciliana presentato nelle scorse ore nella sede di Palermo di Bankitalia.

Dal quadro di insieme emerge una attività economica la cui crescita si è progressivamente affievolita. L’inflazione ha pesato sui consumi delle famiglie siciliane. Dopo l’espansione registrata nel biennio 2021-2022, infatti, si prevede una crescita modesta in linea con il Mezzogiorno ma al di sotto della media italiana. La dinamica dei consumi ha risentito dell’alta inflazione che ha eroso il potere d’acquisto delle famiglie.

Inflazione e crescita “frenata”, i dati dell’economia siciliana

Si è fermata, infatti, nel primo semestre del 2023 l’espansione del Prodotto interno lordo dell’Isola cresciuto dell’1,3% rispetto allo stesso periodo del 2022; una variazione, però, sostanzialmente analoga a quella del Pil italiano. Un affievolimento che risente dell’indebolimento della domanda interna ed estera. Ad andare peggio i settori dell’industria e dei servizi.

È proseguito, infatti, il calo della produzione industriale, in atto dall’ultimo trimestre del 2022. “L’attività del settore industriale, che aveva ristagnato lo scorso anno, è diminuita nella prima parte del 2023 – si legge nel report di Bankitalia -. La produzione industriale regionale, già in flessione nell’ultimo quarto del 2022, ha continuato a ridursi nel primo semestre dell’anno in corso, con un calo più intenso rispetto a quello registrato nella media del Mezzogiorno”.

Per quanto riguarda il settore delle costruzioni, dopo la forte espansione del biennio 2021-22, in base ai dati forniti dalle casse edili provinciali, nei primi sei mesi del 2023 in Sicilia le ore lavorate sono diminuite del 6,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, pur mantenendosi su livelli elevati nel confronto storico. Il calo è dipeso soprattutto dal comparto dell’edilizia residenziale.

Luci e ombre, dunque, sull’economia siciliana. Ma per capire meglio lo stato di salute di un tessuto produttivo che sconta una fragilità atavica, abbiamo intervistato il Direttore della Banca d’Italia di Palermo, Emanuele Alagna.

L’intervista al direttore Alagna

Direttore Alagna, quali i settori economici in Sicilia ancora in forte sofferenza e quali quelli che in qualche maniera hanno dimostrato maggiore slancio?

“Partendo dal dato complessivo, che nel primo semestre ha visto l’economia siciliana rallentare rispetto ai forti tassi di sviluppo dei due anni precedenti post pandemia, ma comunque crescere nelle stime elaborate a livello regionale, si parlava di una crescita dell’1,3%. Crescita differenziata a seconda dei settori e certamente la produzione industriale mostra una flessione, anche per il calo delle esportazioni che negli anni precedenti avevano avuto invece un grosso incremento. Nelle costruzioni si rileva una riduzione delle ore lavorate, legata anche al venir meno delle agevolazioni fiscali (superbonus). Il terziario è ancora in aumento, sebbene a tassi certamente inferiori rispetto a quelli del passato, ma le presenze registrano un aumento dell’8,8%, trainate molto dalla componente straniera e si riportano sui livelli ante-pandemia”.

Quanto pesa in termini di freno alla crescita economica, la carenza di competenze di cui il mercato del lavoro è alla disperata ricerca?

“È un tema rilevante quello della formazione delle risorse da impiegare. Negli anni scorsi, post pandemia, ha riguardato soprattutto il settore delle costruzioni, che hanno registrato grazie alle agevolazioni fiscali, come ho ricordato prima, un forte incremento che certamente avrebbe potuto essere superiore se la risorsa lavoro fosse stata adeguatamente formata”.

I conflitti internazionali e lo scenario di instabilità a livello globale possono fare più danno a tessuti produttivi più fragili come il nostro?

“Se guardiamo alle ultime elaborazioni del Servizio Studi della Banca d’Italia in effetti i rischi per la crescita a livello nazionale sono al ribasso. Le tensioni geopolitiche sicuramente rappresentano un rischio di minore crescita, ma anche la crisi dell’economia cinese e l’inasprimento delle condizioni di accesso al credito rappresentano dei fattori che possono incidere al ribasso sulla crescita”.

Bce: la medicina amara ma necessaria del rialzo dei tassi sta funzionando?

“Esprimo una mia opinione: potrei dire che da livelli che alla fine del 2022 avevano superato le due cifre che si attestavano al 10/12%, adesso l’inflazione è scesa al 3,9%. Quindi i numeri ci dicono che il provvedimento preso dalla Banca Centrale europea sta funzionando”.

I dati dell’economia siciliana “in pillole”

Mutui, erogati 850 milioni

Ammontano a 850 milioni di euro i mutui erogati alle famiglie nel primo semestre del 2023, un dato inferiore di un quinto rispetto a quello del 2022. L’andamento debole è dovuto al calo del mercato immobiliare che ha registrato un numero inferiore alle 25 mila unità nel primo semestre di unità comprate o vendute nel periodo.

Per gli analisti pesa l’inasprimento condizioni del credito con l’aumento dei tassi di interesse.

Rdc, ad agosto 173mila famiglie beneficiarie

In calo nel 2023 il numero di famiglie beneficiarie del Reddito di cittadinanza (RdC) o della Pensione di cittadinanza (PdC) in Sicilia: ad agosto i nuclei percettori erano complessivamente circa 173.000, pari all’8,4 per cento di quelli residenti (6,9 nel Mezzogiorno e 3,4 in Italia), in diminuzione di quasi il 25 per cento rispetto allo stesso mese del 2022.

Il calo è legato sia dal buon andamento del mercato del lavoro sia, soprattutto, agli effetti dei cambiamenti normativi introdotti nella disciplina del RdC per il 2023.

Turismo vola grazie a stranieri

Nei primi otto mesi del 2023 la crescita delle presenze turistiche ha decelerato all’8,8 per cento in Sicilia. L’incremento è stato trainato dai pernottamenti di stranieri (46 per cento del totale) ed è stato superiore nelle strutture extra-alberghiere. Nel complesso del periodo le presenze hanno superato i livelli pre-pandemici.

La dinamica dei flussi si è riflessa sul traffico aeroportuale. Il numero di passeggeri in arrivo e in partenza dagli scali siciliani è cresciuto dell’11,3% nei primi otto mesi del 2023.

Male l’export

Dopo la forte crescita degli ultimi due anni, nel primo semestre del 2023 le esportazioni di merci siciliane si sono ridotte del 17,2% a prezzi correnti. La diminuzione è dipesa per circa il 90% dal settore petrolifero che ha rappresentato i tre quinti dell’export regionale; il valore delle vendite del comparto è diminuito del 23,7% a fronte di una riduzione delle quantità dell’1,3. Le esportazioni di prodotti non petroliferi si sono ridotte del 4,9%, diversamente dall’incremento osservato a livello nazionale; vi ha inciso soprattutto la contrazione nei comparti chimico e agro-alimentare.

Occupazione sale al 44,2%

Il tasso di occupazione per la popolazione tra i 15 e 64 anni è salito di 1,9 punti percentuali al 44,2% (47,6 Mezzogiorno, 61,1 Italia).

In calo le persone in cerca di occupazione con il tasso di disoccupazione che è sceso di 1,8% portandosi al 15,9% (14,4 Mezzogiorno, 7,9% Italia). Nel complesso il tasso di attività è salito al 52,7%, dato più elevato dal 2018.

L’incremento dell’occupazione riguarda le donne mentre la cassa integrazione si è dimezzata sull’anno precedente e torna a livello della pandemia.

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