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La Sicilia tra incentivi e tutele ma il lavoro resta fragile: quasi 187mila disoccupati

La Sicilia tra incentivi e tutele ma il lavoro resta fragile: quasi 187mila disoccupati

La Decontribuzione al Sud traina le politiche attive, ma l’incentivo sfida il mercato locale

La Sicilia del 2024 vive un mercato del lavoro in bilico: quasi 187 mila persone ricevono la Naspi, l’indennità di disoccupazione, mentre 465.615 sono coinvolte nelle politiche attive pensate per favorire le assunzioni. Dati che raccontano un’isola ancora fortemente dipendente dai sostegni statali, ma anche capace di puntare su stabilità e formazione. Le politiche attive, ovvero gli strumenti con cui lo Stato incoraggia le aziende a creare posti di lavoro e supporta chi cerca occupazione, hanno in Sicilia un peso enorme.

Su tutti, spicca la Decontribuzione Sud: oltre 403.000 beneficiari, quasi il 90% del totale. Uno sconto sui contributi per i datori di lavoro, pensato per incentivare l’assunzione in un’area svantaggiata, che però si è interrotto a giugno 2024, facendo calare i beneficiari complessivi del 2,3% a livello nazionale. In Sicilia, la fine di questo incentivo rappresenta una sfida cruciale.

La tendenza per gli incentivi alle assunzioni

Gli incentivi alle assunzioni mostrano una tendenza chiara: la stabilità è la priorità. I contratti a tempo indeterminato hanno ricevuto quasi 28.000 incentivi, contro soli 3.800 per quelli a termine. Le stabilizzazioni sono aumentate del 7% a livello nazionale, e l’Isola sembra seguire questa tendenza. Accanto, i contratti misti come l’apprendistato – oltre 25.000 in Sicilia – dimostrano che la formazione dei giovani resta un investimento strategico, anche se il divario di genere resta significativo.

Sul fronte delle politiche passive, il quadro è più complesso. La Naspi ha visto un aumento di circa l’8,5%, passando da 172.002 beneficiari nel 2023 a 186.675 nel 2024, un dato superiore alla media nazionale (+6,5%). Questo indica che, nonostante le assunzioni, la volatilità del lavoro è ancora alta: molti contratti finiscono e i lavoratori fanno affidamento sulla tutela pubblica in attesa di nuove opportunità.

Il settore agricolo e la Dis-coll

Particolare attenzione merita il settore agricolo, vitale per l’economia siciliana: i beneficiari della disoccupazione agricola sono quasi 101 mila, in calo rispetto agli ultimi cinque anni (tra 104 e 113 mila). Un segnale che può indicare sia migliori condizioni contrattuali, sia un progressivo abbandono dei campi da parte dei più giovani. La Dis-coll, meno nota ma cruciale per collaboratori e dottorandi, conta in Sicilia 2.578 beneficiari, in calo rispetto ai 3.100 del 2023, mentre a livello nazionale registra una crescita del 10,6%. Questo riflette una minore diffusione delle forme di lavoro collaborativo nell’isola o un passaggio verso altri contratti, diversamente dal resto d’Italia.

Nel confronto con i dati nazionali emerge una Sicilia a due velocità: da un lato, forte domanda di incentivi e dipendenza dagli aiuti per il Mezzogiorno; dall’altro, una Naspi in crescita più rapida della media italiana, a indicare un mercato del lavoro più fragile e intermittente. Le vecchie misure come la mobilità o i lavoratori socialmente utili lasciano spazio a strumenti più moderni, legati alla storia contributiva del singolo.

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