Sicilia non è campo di concentramento. Musumeci, giusta l’ordinanza - QdS

Sicilia non è campo di concentramento. Musumeci, giusta l’ordinanza

Carlo Alberto Tregua

Sicilia non è campo di concentramento. Musumeci, giusta l’ordinanza

mercoledì 26 Agosto 2020

Il governo Conte non è stato in condizione di riprendere il controllo sul flusso degli immigrati clandestini. Mentre in precedenza vi era una ragione umanitaria per consentire lo sbarco di chi fuggiva dalle guerre e dalle malattie, gli sbarchi di fine dello scorso anno e di quest’anno non trovano giustificazione perché si tratta di tunisini che vogliono venire in Europa per migliorare la loro condizione economica, in quanto il loro Paese, colpito dall’epidemia, versa in una grave situazione.
Peraltro, l’Italia ha con la Tunisia un accordo di rimpatrio, rimasto inattivato, con la conseguenza che oltre cinquemila al 31 luglio sono stati ammassati in Sicilia, in prima battuta a Lampedusa, e poi distribuiti tra i vari centri.
Non si capisce ancora perché in base al detto trattato il governo italiano non rispedisca al Paese di origine i tunisini con le navi da 2/3.000 posti. Basterebbe attivare questo rimpatrio per sgomberare tutti i punti di raccolta della Sicilia e soprattutto scoraggiare coloro che intraprendono i rischi del mare ovvero pagano i mercanti di carne umana.

In questo quadro, ha destato giusto allarme sanitario nella presidenza della Regione, perché i centri di raccolta non rispettano le leggi, consistenti nel prescrivere norme precise sulla sicurezza sanitaria di coloro che vi sono ospitati.
Ed è per questo che riteniamo corretta l’ordinanza n. 33 di domenica scorsa che spiega in modo dettagliato quali siano le fonti da cui deriva il potere del presidente della Regione, di ordinare lo sgombero di tutti coloro che vengono ospitati non in modo conforme alle leggi.
Musumeci non è entrato, né ha sfiorato, la questione di ordine pubblico, che è di competenza dello Stato, mentre quella sanitaria è di competenza anche della Regione.
Ecco perché di fronte a questo quadro il Governo nazionale è molto cauto nell’intraprendere la via della giustizia amministrativa, per chiedere l’annullamento dell’ordinanza regionale, ripetiamo in materia di sanità, in quanto sa di poter ricevere un rigetto del ricorso.
Staremo a vedere cosa intenda fare il Governo, non in via giudiziaria ma concretamente sul campo, rimpatriando subito i clandestini.
Purtroppo la situazione sanitaria ha fatto mettere in secondo piano quella economica, che invece il Governo regionale non fronteggia con adeguate misure e relativi interventi per ridare fiato all’economia.
Da più fonti è prevista una perdita di Pil per quest’anno di 7 miliardi facendo scendere l’ammontare da 86 a 79 miliardi, cioè il Pil del 1995.
Abbiamo più volte proposto a Musumeci di attivare una forte ondata di turismo regionale, mediante campagne stampa su quotidiani, radio, televisioni, media sociali e agenzie di stampa, partendo dal punto inequivocabile che la gran parte dei 5 milioni di siciliani non conosce né la propria terra né tutti i tesori di ogni genere e tipo più volte elencati, che vi risiedono.
Inoltre, abbiamo suggerito, non appena riaprono le scuole, di promuovere il turismo scolastico, anziché mandare i giovani al Nord Italia o in Europa, sarebbe opportuno sul piano culturale ed economico, che essi conoscessero la Sicilia.
Con opportune campagne promozionali, collegate al voucher statale (già attivo) e regionale (da attivare al più presto) si potrebbero raggiungere 6/7 milioni di pernottamenti, col che si darebbe ossigeno a tutto il comparto della ricettività e ristorazione e al Pil, che potrebbe crescere almeno di un miliardo.

Ma non basta. Musumeci dovrebbe nominare una task force tra i propri dirigenti più coscienziosi e brillanti (certamente una decina si trova) per sbloccare centinaia di cantieri e mettere in moto miliardi di spesa buona, con la crescita dell’occupazione e l’ossigeno alla finanza regionale. Inoltre, una seconda task force dovrebbe lavorare giorno e notte per spendere i residui fondi europei del Po 2014/20 che ammontano a oltre 5 miliardi.
Bene dunque Musumeci per l’iniziativa sanitaria, male per non avere ancora attivato le opportune iniziative di cui alcune elencate, per rimettere in moto la ruota economica. Ma può rimediare provvedendovi entro una settimana, tenuto conto che quanto precede da noi è stato proposto già ai primi di luglio.

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