Unioncamere: in Italia, dal 2019 ad oggi, ben 2.667 imprese hanno abbassato la saracinesca. Focus provinciale: Messina è maglia nera con -23. Poi Palermo (-21) e Siracusa (-20)
PALERMO – Tra le varie imprese che stanno subendo un’ondata di crisi, c’è di sicuro il mondo dell’editoria: i dati di Unioncamere sulla chiusura delle edicole – e quindi anche sulla progressiva scomparsa del lavoro di giornalaio – ne sono una testimonianza.
In Sicilia sono scomparse 111 edicole negli ultimi quattro anni, a partire da un totale di 736: parliamo del -13,1% in Regione dal 2019 al 2023. In una percentuale italiana del -16% di imprese, con 2667 edicole chiuse nel periodo citato, l’Isola incide con un 4,16%. In altri termini: più del 4 per cento di edicole fallite si trovano a casa nostra.
Se ci guardiamo dentro, tra le province, Messina fa da capofila con -23 edicole su un totale di 122; seguono Palermo (-21) e Siracusa (-20); Agrigento ed Enna invece sono quelle meno interessate dal calo: solo una chiusura per provincia dal 2019. Tuttavia non siamo i peggiori: la Lombardia ha il primato assoluto di chiusure con -430 edicole; seguono il Lazio (-360) e l’Emilia Romagna (-280).
I dati sulle chiusure e sul rischio del lavoro da giornalaio sono stati realizzati da Unioncamere-InfoCamere in base ai dati del registro delle imprese: in pratica solo Bolzano e Sondrio in Italia – grazie all’apertura di una nuova edicola nel quadriennio – vedono una crescita in positivo di questa tipologia di impresa.
Anche Oristano – che mantiene tutte le sue 51 rivendite di giornali – si salva rispetto alle altre località citate. A fine settembre scorso, in ogni caso, i punti vendita di giornali e periodici contavano su circa 13.500 localizzazioni, mentre a settembre 2019 erano oltre 16mila.
Meno giornalai, meno edicole, meno offerta ai lettori italiani
Su scala provinciale, fa da capofila la provincia di Roma. In valori assoluti sono i lettori di Roma a dover fare oggi i conti con la rarefazione del settore: nel territorio provinciale ne sono rimasti 1.138, 303 in meno di quattro anni fa (-21%). Anche a Torino, però, giornali e riviste sembrano andare parecchio meno di moda. Qui oggi si contano 501 rivendite, 138 in meno di settembre 2019 (-21,6%), mentre Milano ne perde 129 (-11,9%), scendendo così sotto le mille edicole.
La riduzione delle rivendite non è solo un danno per quanti continuano a preferire aggiornarsi sulla carta stampata piuttosto che su strumenti digitali, è anche un peccato sotto il profilo della crescita della componente femminile e giovanile nell’impresa. Esistono, infatti, dei dati piuttosto rilevanti dal punto di vista sociale da considerare in questo settore: tra le quasi 12mila imprese registrate a fine settembre, 4.450 risultano essere femminili e 701 giovanili.
Ciò significa che il mestiere dell’edicolante piace molto alle imprenditrici, che in quest’ambito rappresentano più del 37% del totale delle imprese registrate. La componente femminile è ben più consistente rispetto al totale registrato per altre imprese – quelle femminili rappresentano circa il 22% -.
Anche le edicole guidate da donne, però, si sono ridotte nei quattro anni ed anche di più della media nazionale del settore: chiuse quasi 1.100 imprese (-19,6%). Questa attività, invece, sembra piacere poco ai giovani under 35: a loro oggi appartiene solo il 5,9% delle edicole attive nei territori italiani, cioè 528 in meno di quattro anni fa (-43%).