Trentatré anni fa la strage di Capaci, simbolo della tragica e orribile violenza mafiosa. Numerose, anche in questo 23 maggio, le iniziative per commemorare le vittime: Giovanni Falcone, la moglie e magistrato Francesca Morvillo, gli uomini della scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo.
Le parole di Mattarella
“La mafia, come ogni fatto umano, ha avuto un inizio ed avrà anche una fine”: questo ripeteva Falcone, sollecitando coerenza e impegno educativo, spronando chiunque nella società a fare la propria parte insieme alle istituzioni, a ogni livello.
La mafia ha subìto colpi pesantissimi, ma all’opera di sradicamento va data continuità, cogliendo le sue trasformazioni, i nuovi legami con attività economiche e finanziarie, le zone grigie che si formano dove l’impegno civico cede il passo all’indifferenza”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 33° anniversario della strage di Capaci, ricordando l’importanza di “tenere sempre alta la vigilanza, coinvolgendo le nuove generazioni nella responsabilità di costruire un futuro libero da costrizioni criminali”.
“L’attacco feroce della mafia”
“L’attacco feroce e sanguinario che la mafia compì trentatré anni or sono a Capaci, e che ripeté poche settimane più tardi in via D’Amelio a Palermo, costituisce una ferita tra le più profonde della nostra storia repubblicana”, sottolinea ancora Mattarella. “Il primo pensiero, commosso oggi come allora, va a chi perse la vita: Giovanni Falcone insieme a Francesca Morvillo, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, Vito Schifani.
A loro è unito indissolubilmente il ricordo di Paolo Borsellino, di Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina. Servitori dello Stato, che la mafia uccise con eclatante violenza per piegare la comunità civile. Quelle tragedie generarono una riscossa della società e delle istituzioni. L’azione stragista svelò la minaccia alla libertà di ogni cittadino. Il contrasto alla mafia si intensificò fino a scardinare le posizioni di comando dell’organizzazione criminale», afferma il capo dello Stato ricordando come «nella memoria viva di Falcone e Borsellino», il 23 maggio sia dunque “diventata la Giornata della legalita”.
Le iniziative
Per il secondo anno consecutivo si rinnova il legame che unisce il mondo della scuola con gli avvocati e i magistrati palermitani. Davanti al Tribunale si ritrovano circa 3 mila studentesse e studenti per l’iniziativa “Tribunale chiama scuola”, organizzata dall’Ordine degli Avvocati di Palermo, Associazione nazionale magistrati di Palermo e Rete per la Cultura Antimafia nella Scuola.
Si comincia alle 9, in piazza Vittorio Emanuele Orlando, per performance musicali e letture in memoria dei martiri di Capaci, i ragazzi e le ragazze di 59 scuole palermitane che aderiscono alla Rete per la cultura antimafia nella scuola che riunisce 167 scuole della Regione. A seguire, dalle 11,30 in piazza della Memoria – all’interno della Cittadella giudiziaria – commemorazione solenne delle vittime della strage. Presenti anche universitari, avvocati e magistrati. Apre al pubblico il «Museo del presente Giovanni Falcone e Paolo Borsellino», promosso dalla Fondazione Falcone.
Al ‘battesimò, dalle 9.30, i ministri alla Giustizia, Carlo Nordio, all’Interno, Matteo Piantedosi, e alla Cultura, Alessandro Giuli. Qui ha trovato casa la teca della Fiat Croma identificata con la sigla radio Quarto Savona Quindici, l’auto di scorta del giudice Giovanni Falcone, distrutta nella strage del 23 maggio 1992.
Il minuto di silenzio
Alle ore 15 partirà da Piazza Verdi, davanti al Teatro Massimo, un corteo cittadino, espressione dell’antimafia sociale, che si concluderà in via Giacomo Leopardi. A promuoverlo sono giovani, studenti e studentesse della città, varie realtà e associazioni, con l’obiettivo di riaffermare il valore della memoria, della verità e dell’impegno contro ogni forma di mafia. Tutti poi in via Notarbartolo, davanti all’Albero Falcone, dove alle 17.58, all’ora della strage, è il tempo del silenzio e dell’impegno in nome delle vittime della violenza mafiosa.

