Commemorazione Falcone, il ricordo delle istituzioni presenti a Palermo

Commemorazione Giovanni Falcone, il ricordo delle Istituzioni presenti a Palermo

Antonino Lo Re

Commemorazione Giovanni Falcone, il ricordo delle Istituzioni presenti a Palermo

Francesco Militello Mirto  |
martedì 24 Maggio 2022

Nella giornata di ieri la commemorazione a Palermo del giudice Giovanni Falcone: guarda tutte le foto

Alle 17.58 di trenta anni fa, la vita di tanti palermitani cambiava radicalmente. Cambiava quella dei ragazzi di allora, cambiava quella delle famiglie e dei colleghi di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, uccisi nella strage di Capaci del 23 maggio 1992. Ci sono voluti quasi 500 kg di Tritolo, RDX e nitrato d’ammonio, per fermare il lavoro e le indagini del magistrato nato e cresciuto nel quartiere Kalsa di Palermo.

Sono trascorsi esattamente 30 anni da quella tragica esplosione, che trasformò il tratto di autostrada A29, all’altezza di Capaci, in uno scenario di guerra, con crateri, asfalto sventrato e macchine completamente distrutte.

Il Presidente della Repubblica Italian, Sergio Mattarella, ha commemorato, insieme alle Istituzioni civili e militari, il 30° Anniversario della Strage di Capaci, presso il Foro Italico di Palermo. Italia, Palermo, Cronaca. Foto Francesco Militello Mirto/Quotidiano di Sicilia.
Il Capo della Polizia, Lamberto Giannini, presso l’ufficio scorte della Caserma Pietro Lungaro di Palermo, per commemorare, insieme alle Istituzioni civili e militari, il 30° Anniversario della Strage di Capaci. Italia, Palermo, Cronaca. Foto Francesco Militello Mirto/Quotidiano di Sicilia.
Tina Montinaro, presso il Giardino della Memoria, per il 30° Anniversario della Strage di Capaci. Italia, Palermo, Cronaca. Foto Francesco Militello Mirto/Quotidiano di Sicilia.
Il Ministro della Giustizia, Marta Cartabia, ha commemorato, insieme alle Istituzioni civili e militari, il 30° Anniversario della Strage di Capaci. Italia, Palermo, Cronaca. Foto Francesco Militello Mirto/Quotidiano di Sicilia.
Il Ministro Patrizio Bianchi, presso il Giardino della Memoria, per il 30° Anniversario della Strage di Capaci. Italia, Palermo, Cronaca. Foto Francesco Militello Mirto/Quotidiano di Sicilia.
Il Questrore di Palermo, Leopoldo Laricchia,, presso il Giardino della Memoria, per il 30° Anniversario della Strage di Capaci. Italia, Palermo, Cronaca. Foto Francesco Militello Mirto/Quotidiano di Sicilia.
Gianfranco Miccichè, presso il Giardino della Memoria, per il 30° Anniversario della Strage di Capaci. Italia, Palermo, Cronaca. Foto Francesco Militello Mirto/Quotidiano di Sicilia.
Il Presidente della Repubblica Italian, Sergio Mattarella, ha commemorato, insieme alle Istituzioni civili e militari, il 30° Anniversario della Strage di Capaci, presso il Foro Italico di Palermo. Italia, Palermo, Cronaca. Foto Francesco Militello Mirto/Quotidiano di Sicilia.
Il Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, Il Capo della Polizia, Lamberto Giannini, presso l’ufficio scorte della Caserma Pietro Lungaro di Palermo, per commemorare, insieme alle Istituzioni civili e militari, il 30° Anniversario della Strage di Capaci. Italia, Palermo, Cronaca. Foto Francesco Militello Mirto/Quotidiano di Sicilia.
Il Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha commemorato, insieme alle Istituzioni civili e militari, il 30° Anniversario della Strage di Capaci. Italia, Palermo, Cronaca. Foto Francesco Militello Mirto/Quotidiano di Sicilia.
Il Ministro degli Esteria,Luigi Di Maio, ha commemorato, insieme alle Istituzioni civili e militari, il 30° Anniversario della Strage di Capaci. Italia, Palermo, Cronaca. Foto Francesco Militello Mirto/Quotidiano di Sicilia.
Da sinistra a destra, Vincenzo Agostino, Pif e Roberto Fico che, insieme, al Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, hanno commemorato, insieme alle Istituzioni civili e militari, il 30° Anniversario della Strage di Capaci, presso il Foro Italico di Palermo. Italia, Palermo, Cronaca. Foto Francesco Militello Mirto/Quotidiano di Sicilia.
Il Presidente della Repubblica Italian, Sergio Mattarella, ha commemorato, insieme alle Istituzioni civili e militari, il 30° Anniversario della Strage di Capaci, presso il Foro Italico di Palermo. Italia, Palermo, Cronaca. Foto Francesco Militello Mirto/Quotidiano di Sicilia.
Il Presidente della Repubblica Italian, Sergio Mattarella, ha commemorato, insieme alle Istituzioni civili e militari, il 30° Anniversario della Strage di Capaci, presso il Foro Italico di Palermo. Italia, Palermo, Cronaca. Foto Francesco Militello Mirto/Quotidiano di Sicilia.

Maria Falcone: “Mattarella rappresenta l’Italia degli onesti”

La Mafia ha solo fermato i cuori di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ma non il loro impegno, la loro mentalità, la loro voglia di giustizia e legalità. “Il lavoro di Giovanni va avanti sulle loro giovani gambe, le nostre stanno diventando, anno dopo anno, un poco vecchie”, ha detto Maria Falcone ai giornalisti, che ha apprezzato il discorso del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sul palco allestito al Foro Italico. “Lui rappresenta soprattutto l’Italia degli onesti e per me è fondamentale il suo messaggio”, ha dichiarato la sorella del giudice ucciso a Capaci.

Mattarella: “Falcone non si abbandonò mai alla rassegnazione”

Il Capo dello Stato ha chiuso gli interventi istituzionali, davanti a migliaia di bambini, forse un po’ delusi, per non aver potuto stringere la mano al loro presidente che, una volta a bordo della sua auto, ha lasciato il Foro Italico.

“Sono trascorsi trent’anni da quel terribile 23 maggio quando la vita della nostra Repubblica sembrò fermarsi come annientata dal dolore, dalla paura” ha esordito Mattarella. “Il silenzio assordante dopo l’inaudito boato rappresenta in maniera efficace il disorientamento che provò il Paese di fronte a quell’agguato senza precedenti. Il dolore e lo sgomento di quei giorni divennero la drammatica occasione per reagire al violento attacco sferrato dalla mafia, che, non aveva preventivato il movimento culturale che ha animato il Paese, trasformando questa dolorosa ricorrenza in un’occasione di crescita continua per promuovere nuove forme di cittadinanza attiva”.

Nel 1992 Giovanni Falcone e Paolo Borsellino vennero colpiti perché, con professionalità e determinazione, avevano inferto colpi durissimi alla mafia, con prospettive di ulteriori seguiti di grande efficacia, attraverso una rigorosa strategia investigativa capace di portarne allo scoperto l’organizzazione” ha proseguito il Capo dello Stato che, rivolgendosi ai tantissimi giovani presenti, ha consigliato loro, di proseguire nella strada intrapresa dai due magistrati, attraverso il coraggio e la determinazione, “nella consapevolezza che l’unico percorso possibile fosse quello che offre il tenace perseguimento della legalità, attraverso cui si realizza il riscatto morale della società civile. Falcone non si abbandonò mai alla rassegnazione o all’indifferenza ma si fece guidare senza timore dalla “visione” che la sua Sicilia e l’intero nostro Paese si sarebbero liberati dalla proterva presenza della mafia.

Roberto Fico: “Dobbiamo trovare tutta la verità”

Anche il Presidente della Camera, Roberto Fico, ha voluto ricordare il 23 maggio 1992, spiegando ai giornalisti che quel fatidico giorno rappresenta un momento che segna per la nostra Italia un cambio di passo e un cambio di rotta, un giorno dove c’è una sofferenza collettiva, ma anche personale. Credo che le vite di ognuno di noi, in qualche modo, siano cambiate e quindi oggi si rinnova l’impegno di quel cambiamento, che dobbiamo trasferire sempre anche alle nuove generazioni, per cui bisogna insistere sempre, sempre. Noi dobbiamo arrivare a trovare tutta la verità, sempre, perché la verità significa giustizia, la giustizia significa conoscenza e consapevolezza di quello che siamo sempre.

Presenti anche Musumeci e Miccichè

Presenti alla celebrazione istituzionale, il Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci e dell’ARS, Gianfranco Micciché. Solo il primo si è fermato a parlare con i giornalisti, il secondo ha tirato dritto.

Prima c’era la convinzione che la lotta alla Mafia, fosse solo un problema delle forze dell’ordine e della magistratura” ha dichiarato Musumeci. “Dopo la drammatica stagione delle stragi del 1992 si è capito che la lotta alla mafia impegna tutti, ogni cittadino, ciascuno nel proprio ruolo. Oggi questa consapevolezza è cresciuta, anche se l’impegno antimafia molto spesso rimane accompagnato da ipocrisia e da retorica. Io credo che l’antimafia vada predicata e praticata giorno dopo giorno, nel silenzio del dovere, evitando speculazioni, per rendere omaggio al sacrificio che tante donne e tanti uomini hanno saputo e voluto compiere per fare migliore questa Sicilia e questa Italia”.

Antonio Emanuele Schifani: “A Palermo tanti cittadini onesti e attivi”

Nel 23 maggio 1992, Antonio Emanuele aveva solo 4 mesi. Il figlio di Vito Schifani, uno dei tre agenti di scorta uccisi nella strage di Capaci, non ha mai conosciuto il padre, ma ha voluto seguire le sue orme, diventando anche lui, un servitore dello Stato, diventando ufficiale della Guardia di Finanza

“Sono felice che il ricordo non è scomparso, continuiamo ogni anno e, forse, continueremo per tanto altro tempo ancora” ha dichiarato il Capitano Schifani. “La cosa positiva è che, ognuno nel suo piccolo, sta comunque facendo la sua parte, è questo che non rende vano il suo sacrificio. Mi giro intorno e vedo a Palermo, cittadini attivi, onesti, desiderosi di liberarsi finalmente da corruzione e oppressione, che si battono per una legalità e per uno Stato onesto che tutti noi meritiamo”.

L’impegno contro la criminalità organizzata dei magistrati onesti e delle forze dell’ordine, continua, nel solco delle strategie investigative di Falcone e Borsellino.

Pif: “Dobbiamo raccontare il lavoro di questi eroi”

“Noi ricordiamo queste persone soltanto nella parte finale, raccontando quindi la parte più drammatica” ha affermato l’attore e regista Pierferdinando Diliberti, in arte Pif. “Dobbiamo cominciare a raccontare anche il prima della morte, che è veramente la cosa che ha cambiato la nostra vita, il loro lavoro. Forse dobbiamo cambiare linguaggio nel raccontare queste storie, per rendere veramente giustizia a queste persone. Ricordare soltanto la parte finale significa piangerci addosso, io ovviamente credo nel valore del pianto, ma dobbiamo anche gioire, nel pensare che la nostra vita è stata migliorata da queste persone”.

Pif ci ha fatto sorridere e, allo stesso tempo, riflettere sulla Mafia, mettendola, spesso, in ridicolo, invece che creare dei miti negativi da emulare, come quelli di fiction e film sulla Sicilia e Cosa Nostra. “Credo nel potere della risata, senza mai mancare di rispetto a nessuno” ha spiegato Pif. “Nessun parente vittime di Mafia, citato nei miei film, si è mai arrabbiato. Mi piace smitizzare tutto ciò che è un mito e non si merita di esserlo”.

Presso il complesso monumentale di Santa Maria dello Spasimo, ha avuto luogo il side event dal tema: “La vocazione globale del pensiero di Giovanni Falcone: la Proiezione interazionale della lotta alla mafia”, organizzato dall’ IILA, dal Servizio Relazioni Internazionali-Ufficio per il Coordinamento e la Pianificazione delle Forze di Polizia del Dipartimento della Pubblica sicurezza, dalla Direzione Generale per la Mondializzazione e le Questioni Globali del MAECI e dal Ministero della Giustizia, a cui ha preso parte anche il Prefetto Lamberto Giannini.

Lamorgese: “Mafie capaci di stravolgere le regole del mercato”

“La globalizzazione sociale ed economica ha portato alla globalizzazione del crimine” ha esordito il Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. “Le mafie sono capaci di stravolgere le regole del mercato, di condizionare l’economia e il sistema democratico di un Paese. Quel sacrificio non è stato vano e che tutto ciò che da allora è stato realizzato, è frutto del loro lavoro in vita ma anche del generoso dono della loro morte. Ed è per questo che dobbiamo essergli eternamente grati e proseguire nel loro impegno, nel nostro impegno, senza mai tradire la loro lungimirante visione”.

L’evento di oggi allo Spasimo, si inserisce nel contesto dell’azione di diplomazia giuridica e di sicurezza promossa dall’Italia, mirando alla valorizzazione dell’impegno del nostro Paese in sede multilaterale e bilaterale, per l’armonizzazione normativa e il capacity building, nel contrasto alla corruzione e al crimine organizzato. Esso fornirà anche occasione per passare in rassegna le principali iniziative di diplomazia giuridica e di sicurezza italiane, tra cui il programma “Falcone Borsellino”, finanziato dalla Farnesina e attuato dall’IILA (Organizzazione Italo Latino Americana), per la cooperazione e l’assistenza tecnica in materia di giustizia e di polizia e stato di diritto verso i paesi dell’America Latina e dei Caraibi.

Di Maio: “Le mafie sempre più transnazionali”

“La crescente transnazionalità dei fenomeni delittuosi e l’impatto negativo della criminalità organizzata sulle istituzioni democratiche, hanno richiesto negli ultimi decenni un irrobustimento anche delle relazioni internazionali in questo settore” ha dichiarato Di Maio. “Proprio Giovanni Falcone fu tra i primi a comprendere, come soltanto una concreta cooperazione internazionale, potesse permettere di fronteggiare adeguatamente le mafie. Esse sono infatti sempre più transnazionali e approfittano delle diversità normative e dei differenti standard operativi fra Paesi. Il giudice Falcone è stato un pioniere tracciando le linee guida di quella che, vent’anni più tardi, sarebbe divenuta la diplomazia giuridica e di sicurezza italiane”.

Il responsabile della Farnesina ha spiegato che diplomatici, magistrati e funzionari della Sicurezza, insieme, intrecciano oggi una fitta rete di relazioni con le Istituzioni dei Paesi dove maggiore o più impellente è la necessità di rafforzamento istituzionale, di nuove norme e immediate e fattive collaborazioni investigative.

“L’eredità di Falcone è per l’Italia motivo di orgoglio e di responsabilità, non solo verso le future generazioni: quel messaggio chiama oggi a un rinnovato impegno a favore dei Paesi che affrontano le sfide della criminalità organizzata da noi vissute 30 anni fa”, ha concluso Di Maio.

Le altre istituzioni presenti

Presenti allo Spasimo, anche il Ministro della Giustizia, Marta Cartabia, la Ministra degli Affari di Sicurezza del Paraguay, Cecilia Perez, il Capo della PoliziaDirettore Generale della Pubblica Sicurezza, Lamberto Giannini, il Procuratore Nazionale Antimafia, Giovanni Melillo, il Presidente dell’ANAC, Giuseppe Busia, la Presidente della SNA, Paola Severino, i vertici della Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Marcello Minenna, e della Consip, Cristiano Cannarsa, i Comandanti Generali dell’Arma dei Carabinieri, Teo Luzi e della Guardia di Finanza, Giuseppe Zafarana.

Anche la Polizia di Stato ha commemorato i propri Caduti, prima con la deposizione di una corona di fiori, presso l’Ufficio Scorte della Caserma Pietro Lungaro, poi presso il Giardino della Memoria a Capaci.

Giannini: “E’ un dovere tenere vivo il ricordo”

“Seguire il denaro, aggredire i patrimoni, sono un metodo e una eredità, che tutti noi cerchiamo di raccogliere, quella di fare fino in fondo il proprio dovere, senza deflettere mai e avendo la consapevolezza di quello che si rischia” ha dichiarato il Capo della Polizia di Stato, Lamberto Giannini, spiegando ai giornalisti, quanto sia importante, aprirsi verso l’estero, non avere più confini d’indagine.

“È sempre un’emozione forte, per noi, per i ragazzi delle scorte, ma anche per tutte le vittime del terrorismo e della Mafia” ha continuato Giannini. “É un dovere per la Polizia, come anche delle altre forze dell’ordine, mantenere vivo il ricordo. Il nostro non è un lavoro semplice, spesso capita anche di dover prendere delle decisioni in tempi rapidissimi, con grandissime pressioni e spesso sono decisioni che poi magari procurano tante discussioni. Bene avere sempre dei punti di riferimento, degli esempi di gente che ha fatto fino in fondo, il proprio dovere per tutti noi, è importante e costituisce un grande momento di serenità”.

“É fondamentale raccontare delle storie anche se sembrano tristi, ma sono anche delle storie di grandissimo valore, di grandi generosità, di grandissimo senso del dovere”, ha continuato Giannini che ha voluto ringraziare Tina Montinari per la sua “instancabile opera”.

Andare in giro significa mantenere ancora in vita e in servizio tutti quelli che si sono sacrificati con il loro esempio” ha aggiunto il Capo della Polizia di Stato. “Aiuta tanti ragazzi a comprendere e dare un senso del valore delle Istituzioni. un terzo del valore di ideali che bisogna portare avanti fino alla fine”.

Giannini ha concluso spiegando che la criminalità organizzata potrebbe approfittare dei copiosi investimenti che lo Stato e l’Europa sta per fare, dopo l’emergenza pandemica, per risollevare le condizioni economiche di molte aziende e che la missione della Polizia sarà quella di vigilare.

Il momento solenne al Giardino della Memoria

Momento solenne, alle 17.58, presso il Giardino della Memoria, luogo della strage di Capaci, con il Silenzio e il ricordo dei Caduti.

“Tutti questi ragazzi che ci sono oggi qui, non c’erano a quel tempo, eppure saranno loro a portare avanti la nostra memoria” ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.

Vabbè allora vuol dire che dobbiamo lavorare ancora ha dichiarato Tina Montinaro, riferendosi, probabilmente, al fatto che il Presidente Gianfranco Micciché, avesse chiesto di poter andare via prima del minuto di silenzio, forse per improrogabili impegni istituzionali.Ho ragione io quando diciamo che i giovani sono il nostro patrimonio”. Poi, riferendosi alla stampa, la vedova Montinaro ha detto che “i giornalisti devono stare sempre sul pezzo e chiedere sempre la verità, penso che sia importante”.

Francesco Militello Mirto

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