Sicilia zona gialla dal 10 gennaio ma i controlli non esistono più - QdS

Sicilia zona gialla dal 10 gennaio ma i controlli non esistono più

Sicilia zona gialla dal 10 gennaio ma i controlli non esistono più

domenica 26 Dicembre 2021

Un primo dato da giallo certificato già c'è: la percentuale nei reparti ordinari dell'ospedale è al 15,5%, quella intensiva però non è ancora al 10%

C’è una prima data per vedere la Sicilia in zona gialla: il 10 gennaio. Se sarà prima, è perchè tutta l’Italia sarà di quel colore. Dopo le feste, dunque, potrebbero scattare delle restrizioni più “pesanti”, anche se la differenza tra la zona bianca, dove l’Isola è per ora, e quella gialla è davvero minima. Le mascherine all’aperto, ad esempio, ma in Sicilia quell’obbligo c’è già, e qualche limitazioni nei posti a sedere nei ristoranti.

Un primo dato da giallo certificato già c’è: la percentuale nei reparti ordinari dell’ospedale è al 15,5%, quella intensiva però non è al 10%.

“Mi sembra chiaro, è sotto gli occhi di tutti, che prestissimo andremo in zona gialla: siamo rimasti fuori per merito di tutti, ma temiamo che le feste natalizie possano condurci in zona gialla. La nuova variante del virus è facilmente contagiosa, ma meno virulenta per chi ha fatto il vaccino, soprattutto la terza dose. Affrontiamo con una certa serenità, ma senza rilassarsi il periodo delle festività sapendo che il rispetto delle norme è il primo obiettivo al quale dobbiamo guardare”, aveva detto Nello Musumeci.

I controlli? Inesistenti

Chi ha girato un pò in giro in questi giorni natalizi, si sarà comunque accorto che ormai il colore e i decreti del Governo cambiano poco o niente la situazione. Puoi mettere tutte le regole che vuoi, ma se nessuno le rispetta e nessuno le fa rispettare, diventa tutto inutile.

Nei piccoli Paesi, soprattutto, non esistono più precauzioni, non esistono regole, controlli o che dir si voglia. Dunque, tutto è lasciato alla fortuna. E tra feste private, bar che diventano discoteche e sale danzanti, ce ne sarà molto bisogno.

Ma poi c’è la paura

Però poi c’è la paura, come dimostrano le lunghe code per i tamponi da questa mattina all’Hub della Fiera del Mediterraneo di Palermo. Le notizie circa l’aumento dei contagi hanno messo in apprensione quanti hanno trascorso le festività in famiglia o nei locali e si apprestano al cenone di Capodanno. Attorno alla fiera del Mediterraneo ci sono centinaia di auto in coda.

L’attesa per eseguire il tampone molecolare è di circa due ore. Da oggi e per tutto il periodo festivo sono scattate nuove regole per quanto riguarda vaccini e tamponi all’hub di Palermo, con una sospensione parziale degli Open day, per accogliere al meglio gli utenti. I vaccini senza prenotazioni potranno infatti essere effettuati solo fino alle 14; ad esclusione del 31 dicembre e dell’1 gennaio in cui potranno vaccinarsi solo i prenotati. La Fiera del Mediterraneo resta aperta tutti i giorni dalle 9 alle 19 per i vaccini, dalle 8 alle 13 per i tamponi.

I numeri di oggi

Sono 1.727 i nuovi casi di Covid19 registrati a fronte di 15.334 tamponi processati in Sicilia. Il giorno precedente erano 2.446. Il tasso di positività sale al 11% ieri era al 5,5%. L’isola è al sesto posto per contagi, al primo posto c’è la Lombardia con 4.581 casi, al secondo posto il Lazio con 3.665 casi, al terzo la Toscana con 3.075 casi, al quarto l’Emilia Romagna con 2.921, al quinto il Veneto con 2.093.

Da lunedì 27 dicembre e fino al 5 gennaio, anche il Comune di Gravina di Catania sarà in zona arancione, come previsto da un’ordinanza firmata dal presidente della Regione. Ma le misure restrittive antiCovid sono attualmente in vigore anche in altri 11 Comuni siciliani: fino al 27 dicembre a Castrofilippo (in provincia di Agrigento), Marianopoli (Caltanissetta), Motta Sant’Anastasia (Catania), Terme Vigliatore e Scaletta Zanclea (Messina); fino al 31 dicembre a Butera (Caltanissetta), Barcellona Pozzo di Gotto, Fiumedinisi, Gualtieri Sicaminò, Milazzo e San Filippo del Mela (Messina).

La Omicron al 30%

La variante Omicron circolante in Italia del Sars-CoV-2 “potrebbe essere forse oltre il 30% visti i contagi che stiamo vedendo in questi giorni da tamponi anche di vaccinati con due dosi, di chi si fa il test per gli eventi delle feste, o chi ha sintomi para-influenzali o chi ha avuto contatti con Covid positivi”.

Così all’ANSA l’immunologo clinico, Francesco Le Foche, commentando l’andamento dell’epidemia Covid in Italia in questo finale di anno con i record di contagi, sottolineando i rischi per iperfragili e non vaccinati se il numero di casi continuerà a salire.

I contagi tra i bambini

Nell’ultima settimana, si conferma l’andamento osservato in quella precedente “con il 26% dei casi totali diagnosticati nella popolazione di età scolare (under 20 anni). Il 48% dei casi in età scolare è stato diagnosticato nella fascia d’età 6-11 anni, il 36% nella fascia 12-19 anni e solo il 11% e il 5% sono stati diagnosticati, rispettivamente tra i 3 e i 5 anni e sotto i 3 anni”.

Questi i dati contenuti nel Report esteso dell’Istituto superiore di sanità (Iss) che integra il monitoraggio settimanale sul Covid, pubblicato oggi, in particolare sulla distribuzione dei casi nella popolazione 0-19 an

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